Lo abbiamo chiesto a Nicola Gatto, video analyst del Benetton, e abbiamo cercato di capire come funziona nel mondo del Top 12
Il postino placca sempre due volte è la posta del cuore ovale di OnRugby.it. La redazione risponde a una selezione di domande dei lettori. Poneteci le vostre questioni all’indirizzo email [email protected], o scriveteci un messaggio tramite la nostra Pagina Facebook.
Domanda di Paolo
Grande rubrica per chi come me non “nasce” come appassionato di rugby, ma ha scoperto questo meraviglioso sport troppo tardi. Vengo alla mia domanda che, spero, interessi molti.
Come vengono calcolate le statistiche di gioco? Mi spiego: mentre da un lato è molto semplice ed intuitivo capire chi vinto una touche, meno semplice risulta capire come vengono calcolate statistiche come i metri guadagnati, i placcaggi (spesso portati da due giocatori) o anche una meta segnata in seguito ad una maul. In altre parole esistono delle persone che guardano la partita al rallentatore e carta e penna alla mano segnano il variare di una data statistica? O piuttosto esistono degli appositi software che analizzano la partita? E per le partite di Top 12 dove, immagino, non vengono usati mezzi sofisticati come nei campionati pro?
Spero di essere stato chiaro e sufficientemente sintetico.
Grazie
Risponde Daniele Pansardi
Ciao Paolo,
queste domande un po’ da nerd sono molto apprezzate. Rispondiamo con piacere. In redazione non ci sono analisti di dati o video analyst, per cui ci siamo affidati al parere di alcuni esperti in materia come Nicola Gatto, video analyst del Benetton Rugby. “Più che guardare la partita al rallentatore, si guarda con qualche minuto di ritardo. Magari all’inizio si fa anche ‘live’, poi con il passare dei minuti e delle situazioni da valutare si rallenta un po’ il lavoro rispetto all’andamento della partita. Una volta era più da carta e penna, ora è tutto un po’ più tecnologico. Ma c’è sempre un po’ di carta e penna, anche se molto meno rispetto a una volta”.
Chiediamo a Gatto poi quali statistiche usa una squadra come il Benetton e soprattutto come le usa, perché uno staff tecnico spesso non ha bisogno degli stessi numeri che raccolgono ESPN, Opta o Prozone. “Alcune sono valutate in maniera un po’ più profonda. Per esempio, il placcaggio non è diviso solo in ‘fatto’ o ‘mancato’, ma anche in ‘effettivo’ o ‘non effettivo’. Allo stesso modo dividiamo i palloni portati in ‘effettivi’ o ‘ineffettivi'”.
Gatto poi ritorna sui placcaggi: “Consideriamo placcatore solo il primo che placca e chi va più basso, mentre il secondo – o chi arriva alto sull’uomo – viene considerato come assist. Le piattaforme come Opta e Prozone, che sono i due portali usati da noi per rivedere le partite, non utilizzano questa distinzione. Noi facciamo invece una divisione abbastanza netta tra placcatore e assist“.
Per i metri guadagnati, invece, è più facile: “Si utilizza solo il GPS”. Cogliamo anche l’occasione per chiedergli cosa significa realizzare un clean break, spesso una definizione non troppo chiara. “C’è un clean break quando tu crei una frattura nella linea di difesa con un guadagno di metri elevato. Il ‘difensore battuto’ viene segnato invece quando rompi solo un placcaggio e fai 3-4 metri in avanzamento. E corrisponde al ‘placcaggio mancato’ per l’avversario. Se si fanno i conti dei placcaggi sbagliati da una squadra e i difensori battuti dall’altra, i numeri si equivalgono”.
A prescindere da come vengono raccolti i dati dai provider citati da Gatto, dunque, le squadre tendono sempre a riadattarli in base alle loro esigenze. “Opta o Prozone danno un’idea di massima, a cui noi ci appoggiamo per analizzare poi gli avversari in maniera più profonda”.
Per quanto riguarda i software di analisi, quello utilizzato dal Benetton e da molte altre squadre di alto livello è Sportscode. “Ce ne sono altri, come Gamebreaker, ma si somigliano grosso modo. In fin dei conti sono abbastanza simili. Quello che va per la maggiore a livello professionistico è Sportscode comunque”.
E nel Top 12?
Prima di passare al Benetton, Nicola Gatto ha svolto il lavoro di video analyst anche nel Top 12, l’ex Eccellenza, mentre giocava a Mogliano, ragion per cui abbiamo chiesto anche a lui come si lavorava in una realtà semi dilettantistica come il campionato italiano. Che, come facilmente si può intuire, del resto è ben più povero di chi lo guarda dal basso.
Gatto ci ha spiegato che diverse squadre utilizzano una piattaforma condivisa creata da Franco Properzi, attualmente assistant coach del Rovigo, in cui “ognuno si taglia la partita come vuole, fa le sue analisi e trova le sue statistiche”.
Di cosa si tratta? OnRugby ha avuto qualche altra informazione in merito. Tutto è partito dunque da ‘Kino’ Properzi – le cui abilità sono riconosciute anche con il pc -, che ha creato un’estensione di VLC con cui si riescono a creare dei ‘tagli’ per le partite. Ognuno è indipendente su questa piattaforma.
In base alla situazione di gioco da analizzare, ci sono dei menu da cui si può scegliere cosa codificare. Alla fine del ‘taglio’ di gioco, nella fase che potremmo definire di “post-produzione” si utilizzano dei tag, riconosciuti dal portale al momento del caricamento del video, e che permettono poi di vedere le statistiche di base: quante touche vinte, perse, sporche eccetera eccetera.
È una sorta di Opta più ‘casereccio’, che Properzi ha creato da sé e messo gratuitamente a disposizione di tutti, per dare la possibilità a chi non ha soldi da spendere per Gamebreaker di poter fare video analisi. È un sistema basato sulla condivisione: quando vengono caricati i ‘tagli’ della partita sul portale, il server centrale lo carica sui portali di chi aderisce alla piattaforma. Tutti possono vedere i ‘tagli’ base prodotti, insomma.
Ci è stato detto che non tutte le squadre del Top 12 utilizzano questa piattaforma, per svariati motivi: c’è chi è meno incline alla condivisione, chi utilizza (pochi) altri software, e chi (in diversi) ha una sorta di video analyst a mezzo servizio. Ma se dovessimo cominciare a parlare delle mancanze delle società di Top 12, apriremmo un discorso troppo lungo e fuori contesto ora.
Per ulteriori approfondimenti
– Leggi anche: l’intervista a David Fonzi, video analyst della nazionale italiana
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