La coppa cadetta si accende quando si arriva al rettilineo finale. Ecco un giocatore da osservare per ogni partita
Alla Challenge Cup viene spesso data poca importanza, e sicuramente all’inizio di ogni stagione non figura in alto fra gli obiettivi dei club che vi prendono parte. Hanno priorità i campionati e i destini delle squadre in ognuno di essi.
Quando però arriva la primavera, e ci si avvicina al rettilineo finale, alle squadre rimaste in corsa dopo la fase a gironi aumenta la salivazione: d’altronde l’appetito vien mangiando, e mettere in cascina un trofeo non dispiace a nessuno.
Ecco perché il turno di Challenge Cup che inizia domani sera con la terza sfida stagionale fra Sale Sharks e Connacht vedrà le contendenti agguerrite per ottenere il passaggio del turno e la semifinale.
Evidenziamo un giocatore in particolare, che potrebbe essere la chiave di ogni quarto di finale della coppa cadetta.
Sale v Connacht: Jack Carty
What an honour and privilege becoming top points scorer for @connachtrugby . Looking forward to adding to it over the coming months and years??? pic.twitter.com/4bE4lZNk9i
— Jack Carty (@JackCarty10) 23 marzo 2019
Il Sei Nazioni di Jack Carty è stato eccezionale. Come dite? Ha giocato appena 34 minuti in tre partite? Non importa. Il mediano di apertura di Connacht, classe 1992, sta finalmente giocando la stagione della consacrazione, seppur tardiva.
Della mezz’ora disputata nel massimo torneo continentale, al quale ha avuto accesso grazie all’infortunio patito dal 10 di Munster Joey Carbery, Carty ha giocato una porzione notevole di gara nella vittoria di Dublino contro la Francia, impressionando al suo ingresso per il ritmo dato alla squadra.
Il suo arrivo ai massimi livelli sembrava dovesse essere più semplice in gioventù: dopo tutta la trafila delle nazionali giovanili, Carty ha rappresentato l’Irlanda alla coppa del mondo under 20 del 2012. Nello stesso anno ha debuttato in prima squadra, a vent’anni.
Nelle successive due stagioni ha pazientemente atteso che il grande veterano che occupava la maglia numero 10 del Connacht, quel Dan Parks a lungo apertura della Scozia, esaurisse la sua carriera. Diventato la prima scelta del suo club, Carty si infortuna nel febbraio 2016: cade malamente a bordo piscina in vacanza a Dubai, devono rimuovergli la milza. L’infortunio e la preferenza dello staff per AJ MacGinty gli farà perdere la finale vittoriosa del Connacht di quell’anno, un risultato storico. Sembrava che il suo treno fosse passato.
Tre anni più tardi, Carty ha saputo ricostruirsi una solidità. E’ tornato a essere la prima scelta dei verdi di Galway e in questa stagione sta guidando la squadra a un ottimo campionato. La varietà del suo gioco al piede è forse la sua qualità migliore, sviluppata quand’era un promettente calciatore in erba, fino ai 15 anni, quando affrontò anche un provino per la squadra di calcio del Southampton.
Per Connacht non sarà assolutamente facile la trasferta a Sale, in casa di Faf de Klerk. Ma per Jack Carty è arrivato il momento di sfidare la sua vecchia nemesi MacGinty e dimostrare di essere pronto per salire sull’aereo guidato da Joe Schmidt, direzione Giappone.
Worcester Warriors v Harlequins: Ben Te’o
This may be the toughest Premiership season to date ⚖️
But life is slightly easier when your internationals are firing on all cylinders?@JoshAdams951 with the forward thrust ? @Francoishougi upping the tempo? Ben Te’o with the finish ✨
Different side when they all play? pic.twitter.com/9hOJebeC57
— Premiership Rugby (@premrugby) 26 marzo 2019
L’ex Springbok François Hougaard a numero 9, l’apertura della Scozia Duncan Weir, la stella del Grande Slam Josh Adams all’ala e una coppia di centri come François Venter e Ben Te’o in mezzo al campo. Questa linea di trequarti rischia di retrocedere dalla Premiership.
Incredibile ma vero, i Worcester Warriors sono penultimi in una lotta salvezza che in Inghilterra sembra poter coinvolgere praticamente la metà delle squadre. Per questa grande competitività della Premiership la partita del Sixways non è scontata: da una parte c’è una squadra valida come i Warriors, che però deve anche pensare ai destini del campionato, dall’altra gli Harlequins, che in quella stessa lega occupano la quarta posizione.
Recentemente, il motivo per cui Ben Te’o è arrivato sui titoli delle pagine sportive inglesi è stato il suo ritorno a notte inoltrata in albergo, dopo una non proprio sobria nottata con Billy Vunipola, al termine del Sei Nazioni. Le solite vicende da tabloidi, insomma, che però nelle lande di Sua Maestà contano ancora qualcosa.
Il suo ruolo nella nazionale inglese, seppure il centro nativo di Auckland sia uno dei preferiti di Eddie Jones, è in dubbio, dopo il ritorno di Manu Tuilagi ai massimi livelli e la “scoperta” della sua perfetta partnership con Henry Slade.
Anche per Te’o, dunque, un fine settimana dove le motivazioni individuali si sommano a quelle della propria squadra: i Warriors giocano per qualcosa sostanzialmente per la prima volta nella loro storia, Te’o è un elemento sicuramente decisivo della formazione tipo, che deve oltretutto mettersi in mostra per assicurarsi un posto nella spedizione mondiale di Jones e compagnia cantante.
La Rochelle v Bristol Bears: Levani Botia
C’è stato un momento, in questa stagione dello Stade Rochelais, in cui sembrava che i gialloneri avessero ritrovato lo smalto migliore, quello che lo scorso anno gli aveva permesso di campeggiare a lungo in cima alla classifica di Top 14.
Quest’anno La Rochelle era terza ad un certo punto dell’autunno, poi una catena infinita di infortuni e altre peripezie l’hanno fatta scivolare ai margini della zona playoff del campionato francese, attualmente settima.
Chi potrebbe risollevare improvvisamente le sorti della squadra è il secondo centro figiano Levani Botia, appena tornato dalla lesione al tendine d’Achille a tempo record. Il giocatore si era infatti infortunato a gennaio, e veniva già da un altro grave infortunio patito al crociato a metà della scorsa stagione.
Dopo il lungo periodo fuori dal giro, Botia ha ricordato subito le sue qualità nel match giocato domenica contro Tolosa: le sue cariche devastanti hanno messo in difficoltà la difesa, e la sua fisicità e complementare a quella di tanti altri giocatori di La Rochelle, che amano il gioco dritto per dritto, come Doumayrou e Alldritt.
Il giocatore non ha ancora gli ottanta minuti nelle gambe, ma la sua presenza nella semifinale casalinga contro Bristol potrebbe essere funzionale per dare respiro a chi poi dovrà impegnarsi nella volata finale per la post-season in Top 14, e nel contempo dare spessore alla linea dei trequarti contro una squadra che ha dimostrato grande forma e ambizione nelle ultime uscite in Premiership.
Clermont v Northampton Saints: Cobus Reinach e Dan Biggar
I Northampton Saints vincono un bonus, in questo caso. Già, perché non basterà un solo giocatore chiave per girare il pronostico di un quarto di finale dove sembrano spacciati. Battere Clermont al Marcel Michelin roba da grandi, grandissime squadre e non capita a molti, soprattutto in una stagione dove i gialloblu francesi sono assolutamente determinati a riscattarsi dalle delusioni dello scorso anno.
Se c’è una possibilità, per i Saints, risiede nella loro particolare mediana, che combina un innegabile talento alla scorza dura e alla determinazioni di giocatori che ne hanno viste di tutti i colori.
Cobus Reinach è un numero nove con il fisico di una terza linea, ma nato troppo basso per essere un flanker nel gioco moderno. Ha un istinto impressionante per la meta (dieci marcature quest’anno in campionato, comanda la classifica marcatori della Premiership con Marchant degli Harlequins e Solomona degli Sharks) e un intuito fulminante per le linee di corsa in sostegno dei compagni.
Dan Biggar non ha bisogno di troppe presentazioni, ma se alla sua leggenda dovesse essere aggiunto un numero sarebbe 24, come i placcaggi messi a segno dal numero 10 sabato scorso, nella partita di campionato vinta per 29 a 15 contro i Leicester Tigers. Si tratta del più alto numero di placcaggi mai fatto registrare da un mediano di apertura in Premiership.
Per i Saints sarà dura, ma buona fortuna al Clermont nel mettere al tappeto questi due lupi di mare: venderanno cara la pelle.
Lorenzo Calamai
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