Il terza linea ha raccontato i suoi inizi proiettandosi sul finale di stagione
Ormai è trevigiano al 100%: Braam Steyn sente il Benetton Rugby e vive la città in maniera totale e in questi giorni di preparazione alla sfida di sabato prossimo contro il Leinster, l’ha voluto raccontare al sito ufficiale dei Leoni ripercorrendo alcune tappe della sua vita, senza dimenticare il futuro e la maglia azzurra.
Gli inizi ovali
Il terza linea nasce a Cradock (Sudafrica), ma cresce a Stellenbosch dove – dopo un inizio di vita sportiva dedicato all’atletica leggera – si dedica all’ovale, perchè “la squadra del Paese ne aveva bisogno” .
L’adolescenza e il Mondiale U20
Steyn cresce in quella parte di Rainbow Nation dove l’ovale e gli Springboks sono di casa venendo ancor di più coinvolto dalla passione rugbystica, che gli trasmette valori e voglia di stare in gruppo. Il suo momento più alto, in Sudafrica, arriverà nel 2012; quando assieme ai compagni dell’epoca riuscirà a vincere il Mondiale U20 di quell’anno.
L’approdo in Italia
“Vincere il Mondiale è stata una bella esperienza, ma nella mia mente c’era sempre il pensiero di uscire dal Sudafrica e provare nuove esperienze in Europa”, una missione che si traduce nell’arrivo sul suolo italico a Mogliano. L’avanti riporta le lancette della memoria a poco più di sei anni fa: “Passare da Durban, dove non esisteva l’inverno, a Mogliano…non ero molto preparato – ammette ridendo – ma da lì in poi, con Casellato a guidarci in panchina, si sono avverati i sei mesi più belli della mia vita, anche perchè abbiamo vinto lo scudetto”.
Il tricolore diventa un compagno di viaggio fedele di Braam, che passa nel frattempo a Calvisano conquistandone altri due. La militanza nel club bresciano gli è rimasta nel cuore, anche perchè gli ha consentito di poter ricoprire il ruolo di permit player alle Zebre in qualche occasione: “Ho capito che quello era il livello dove volevo arrivare a giocare”, afferma.
L’avventura al Benetton
“Arrivare al Benetton era l’unica cosa che volevo fare: non volevo andare da altre parti e il loro interesse ha accelerato le cose. Conoscevo già Treviso, perchè vivendo a Mogliano spesso mi capitava di frequentare la città per le attività extracampo, Mi piace molto e ne sono innamorato.
Quattro anni dopo sono ancora qui e se penso alla squadra vedo che stiamo crescendo tantissimo: è un mondo completamente diverso”
I permit player
Interrogato sul tema, Steyn espone il suo pensiero: “Per noi sono molto importanti questi giocatori: ci consentono di crescere e di mantenere una certa profondità nel gruppo. E’ fondamentale avere un sistema che funzioni, con elementi che siano sempre gli stessi cosicchè loro possano sentirsi parte della squadra a tutti gli effetti ogni giorno. Per avere successo nella vita tutti dobbiamo avere lo stesso obiettivo e andare nella stessa direzione”.
L’azzurro
“In questo momento mi sto divertendo un sacco a giocare con la maglia della nazionale, mentre all’inizio della mia avventura non era così perchè mi ero messo troppa pressione addosso. Poi ho resettato e ho capito, quando tornavo dall’azzurro al Benetton, che dovevo giocare con piacere e divertimento; visto che il rugby era ed è la mia passione”.
Il finale di stagione
“Ci sono aspettative per arrivare ai playoff. Sappiamo che possiamo fare la storia, ma non dobbiamo perdere il focus sul quotidiano. Mancano ancora tre partite: sarà importante affrontarne una alla volta”.
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