Gli allenatori delle due squadre hanno parlato a OnRugby della prossima semifinale e dei percorsi delle due squadre
MILANO – Se Petrarca-Rovigo ha una storia e una tradizione nota a tutti nel mondo del rugby, la semifinale tra Valorugby e Calvisano è un inedito assoluto per il campionato italiano. Reggiani e bresciani si giocheranno un posto nella finale del Top 12 nelle prossime settimane, dopo essersi affrontati peraltro proprio nell’ultima giornata della stagione regolare, in una gara finita 16-21 per i vice campioni d’Italia. Dell’imminente doppia sfida abbiamo parlato con i due tecnici, Roberto Manghi e Massimo Brunello.
Il cammino del Calvisano
A coach Brunello avevamo già chiesto durante la conferenza stampa se sentisse il suo Calvisano come favorito per la volata finale, e l’allenatore veneto aveva risposto in maniera piuttosto diplomatica. Più tardi gli abbiamo chiesto se non lo avesse ammesso per scaramanzia: “Per scaramanzia non si dice mai (ride, ndr). Stiamo bene dai, anche dal punto di vista mentale siamo venuti fuori bene dalla partita contro il Valorugby. Loro avevano una formazione praticamente titolare, a noi mancava ancora qualche elemento. I ragazzi mi sono piaciuti. Tutti quelli che vengono coinvolti stanno rispondendo molto bene”.
Una delle caratteristiche di questo Calvisano versione 2018/2019, in effetti, è la capacità di avere sempre lo stesso rendimento a prescindere da chi scende in campo, a dimostrazione della diffusa qualità della rosa. “Siamo riusciti a monitorare bene anche i minutaggi, perché abbiamo solo due giocatori sopra i 1500 minuti. Abbiamo dosato abbastanza bene tutti, ma abbiamo avuto anche fortuna con gli infortuni riuscendo a utilizzare i giocatori nei momenti che servono”.
Un lavoro reso forse ancor più difficile dai tanti cambi che caratterizzano la rosa del Calvisano ogni estate. “Si sa che almeno un terzo della squadra viene cambiato ogni anno. Questa stagione è stata più difficile da questo punto di vista, perché abbiamo cambiato elementi in ruoli importanti come Tuivaiti, Rimpelli, Zilocchi, Novillo, Paz… Erano assenze pesanti che erano dei cardini del nostro gioco”.
A questi si può aggiungere anche Sam Lane, il mediano d’apertura australiano che ha potuto giocare solo 7 partite fino a inizio febbraio e in cui il Calvisano riponeva molte speranze. “La squadra era stata costruita un po’ attorno a lui, perché doveva essere un po’ un riferimento. Era arrivato già con la spalla un po’ distrutta, ma non siamo riusciti a recuperarlo. Poi siamo stati bravi e fortunati con Paolo Pescetto, sia noi a crederci sia lui a sfruttare le proprie opportunità”.
I bresciani, che hanno chiuso la regular season al primo posto grazie a 14 vittorie consecutive, non sembrano avere molti nervi scoperti da attaccare. “Parlare di punti deboli è sempre un po’ delicato. A livello fisico, il Calvisano non teme nessuno, anche perché abbiamo sempre retto bene l’urto e a volte riusciamo ad imporci contro le big. L’essere dominanti nell’uno contro uno e imporre la propria fisicità saranno le cose fondamentali in queste semifinali, perché poi di qualità tecniche ne hanno abbastanza”.
Sempre in proiezione semifinale, Brunello spera di voler recuperare Vunisa, tenuto un po’ in ghiaccio per uno stiramento al polpaccio. “Almeno un paio, come Martani e Archetti, spero di recuperarli. Stiamo monitorando anche van Vuren e van Zyl”.
– Leggi anche: le interviste a Umberto Casellato e Andrea Marcato per Petrarca-Rovigo
Il Valorugby non è una sorpresa
Il Valorugby ci ha messo poco, nel corso del campionato, per far capire alle avversarie di non essere solo una semplice meteora. I reggiani hanno perso due partite in più rispetto alle altre semifinaliste, ma possono contare su armi molto pericolose per tutti. “Con le squadre di questo tavolo abbiamo giocato tutti i match alla pari – ha esordito coach Manghi – In questo momento la paura che possiamo avere è di noi stessi. Abbiamo una squadra giovane, per cui in campo ogni tanto facciamo degli errori che danno la possibilità all’avversario di creare pericoli. Sabato scorso, contro il Calvisano, per esempio una delle mete che hanno fatto proveniva da un errore nostro in contrattacco. Siamo fiduciosi comunque”.
I reggiani hanno puntato fin da subito su un gioco vario e proattivo, in cui non vengono disdegnati nemmeno i contrattacchi dalla profondità con i trequarti. Non ci si accontenta, insomma, di fare sportellate con il buon numero di ball carrier presenti in rosa. “Ho la fortuna di avere come assistenti dei giocatori che erano cresciuti anche con me, come Carlo (Festuccia) e Rodriguez, che è forse il giocatore che più ama giocare al largo di tutto il campionato. Abbiamo creato una bella struttura, non so se abbiamo dato sempre spettacolo ma sicuramente impostato sempre il nostro gioco”.
Uno dei limiti, forse, è la poca profondità della rosa. “Abbiamo dovuto rinunciare a du Preez e a Ngaluafe ultimamente. Le riserve non erano sempre all’altezza dei titolari, ma nel frattempo c’è stata una crescita. Saremo senza Gennari, che per una sciocchezza dopo la finale di Coppa Italia e si è infortunato. C’è più solidità comunque nella rosa”. Manghi ci ha aggiornato anche sulla situazione infortunati: “Oltre a Gennari che non ci sarà, c’è in dubbio anche Farolini, che sta cercando di recuperare. Per il resto sono tutti a disposizione”.
Dopo la partita di sabato contro il Calvisano, era nata una piccola polemica da parte di coach Brunello sulla presunta pretattica di Manghi, che rispetto alla formazione annunciata prima del match aveva fatto scendere in campo un XV sensibilmente diverso. Il coach reggiano ha offerto la sua spiegazione. “La formazione era uscita il venerdì. Mi hanno chiamato il giovedì per darla, ma avevamo ancora dei dubbi sul far giocare i titolari o diversi giocatori di seconda fascia. Ho detto all’addetto stampa di dare la formazione con i giocatori di seconda fascia. Ma a prescindere dalla formazione annunciata, la squadra avversaria al venerdì ha già lavorato su chi dovrà affrontare”.
“È stata una polemica un po’ superflua. Mi hanno chiesto la formazione al giovedì, ma c’era ancora un allenamento da fare al venerdì pomeriggio – ha continuato Manghi – Penso che comunque non abbia inciso sull’esito della partita. Se dobbiamo trovare qualcosa su cui polemizzare, ci sono tante altre cose, per esempio il modo in cui ci si rapporta con l’arbitro, ma credo che bisogna avere un rapporto più sereno con lo staff arbitrale”.
In coda a ogni intervista, agli allenatori sono stati chiesti i nomi di tre giocatori dell’attuale Top 12 che potrebbero avere un impatto immediato sul Pro14, se dovessero passare alle franchigie. Ecco le risposte di Manghi e Brunello.
Roberto Manghi – Per quanto riguarda la mia squadra, Panunzi, Amenta e Mordacci sono giocatori che possono fare questo salto di qualità tranquillamente, ma dipende comunque dal loro impegno. Ci sono parecchi giocatori che stanno crescendo, bisogna avere fiducia.
Massimo Brunello – Ne dico uno per squadra tra le semifinaliste. Danilo Fischetti, Matteo Panunzi del Valorugby, poi c’è Massimo Cioffi che ha fatto molto bene con Rovigo. Per il Petrarca non dico Lamaro perché è già confermato, ma Tommaso Coppo e Andrea De Masi possono fare benissimo. Dalle altre squadre direi Giovanni D’Onofrio.
Daniele Pansardi
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