Per Umberto Casellato è stata “una partita surreale”, viste le condizioni del campo. Andrea Marcato elogia l’impatto della panchina
Petrarca-Rovigo è stata una partita d’altri tempi. La pioggia e un campo molto al limite in quanto a praticabilità hanno pesantemente condizionato il primo derby d’Italia valido per le semifinali Scudetto, finito 10-10, tanto da far dichiarare a Umberto Casellato che “diventa quasi superflua un’analisi tecnica del match”. Poche azioni degne di nota, tante mischie, numero di interruzioni ancora maggiore per i tanti falli e in avanti commessi, gioco al piede più che mai accentuato: entrambe le squadre – in misura diversa – hanno dovuto snaturarsi per giocare al Plebiscito domenica pomeriggio, e il pareggio forse rispecchia anche l’impossibilità di giocare il proprio rugby.
Qui Rovigo
Per il Rovigo, in ogni caso, un pareggio in trasferta è una base di partenza piuttosto importante per affrontare il ritorno in casa, tra una settimana. I Bersaglieri non hanno avuto modo di mettere in mostra il rugby proposto durante tutta la stagione regolare, ma avrebbero potuto forse sfruttare meglio la pronunciata superiorità in mischia chiusa. La difesa del Petrarca ha comunque retto la forza d’urto dei rossoblu, che a loro volta hanno pagato dazio i tanti errori in rimessa laterale, una costante in questa stagione.
“Tecnicamente parlando è stata una partita surreale. Abbiamo lavorato un anno per essere al 110% con il nostro gioco, ci siamo un po’ snaturati per via delle condizioni meteo e siamo stati anche bravi, forse avremmo meritato qualcosa in più – ha dichiarato Casellato a fine partita – Il Petrarca ha difeso lo Scudetto che ha sul petto ma è stata nel complesso una partita equilibrata. Domenica prossima saremo tra le mura di casa, sarà una sfida secca e un’altra battaglia. Speriamo che il meteo sia più clemente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il capitano, Matteo Ferro, nominato Man of the Match dopo una partita condotta sempre sul piede avanzante su ogni carica portata contro la difesa petrarchina (e sono state tante). “Una partita davvero difficile, giocata in un campo zuppo d’acqua e con molto freddo – ha detto al Gazzettino – Così come capita per il metro arbitrale, occorre adattarsi anche a condizioni meteo sfavorevoli e penso che Rovigo ci sia riuscito nel migliore dei modi, specie nel primo tempo. Abbiamo provato a produrre il nostro gioco ma è stato impossibile farlo con la massima efficacia. Però siamo riusciti a dimostrare che anche con i primi otto uomini possiamo permetterci avanzamenti importanti quando serve”.
Qui Petrarca
Pareggiare all’ultimo minuto, almeno a caldo, ha senz’altro dato più soddisfazioni al Petrarca di Andrea Marcato, anche se i tuttineri ora saranno costretti a fare l’impresa al Battaglini per tornare in finale e difendere ancora il titolo. A parte un paio di lampi offensivi, la partite dei campioni in carica è stata piuttosto sterile e decisamente confusionaria per 79 minuti, prima dell’azione – semplice ma molto efficace – che ha portato in meta Michieletto.
“Abbiamo avuto grossi problemi ad uscire dal nostro campo – ha detto il tecnico al Mattino di Padova – Un po’ la foga e soprattutto la disciplina ci hanno penalizzato. Basta vedere come siamo partiti, prendendo calcio contro dopo trenta secondi […] Purtroppo abbiamo commesso sei falli solo nei primi dieci minuti di gara e a fine partita il conto era di diciassette infrazioni nostre contro sei avversarie”.
” Per come si era messa, sono soddisfatto del risultato – ha detto al Gazzettino sempre il coach patavino – Nella ripresa abbiamo fatto meglio e credo che se nel finale siamo riusciti a recuperare sia anche per merito dei cambi. Michieletto, Braggiè e anche Zini, che fino all’anno scorso giocava in Serie A, hanno fatto la differenza. […] In certi momenti ho visto qualcuno dei mio giocatori con addosso un po’ di frustrazione, con emozioni negative. Questo non deve più succedere; parlerò molto chiaramente con la squadra. Tra sette giorni a Rovigo non sarà più ‘solo’ una semifinale, ma una vera e propria finale. Partiamo da questo risultato di parità, convintissimi di poter vincere”.
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