Diversi elementi di spicco del rugby britannico, tra i quali Shane Williams, hanno portato avanti questa iniziativa con scopo benefico
Quando si pensa al celeberrimo Monte Everest, abitualmente, l’ultima cosa che vi si associa è una palla ovale ed un campo con le H. Per una volta, però, lo scorso 30 aprile, la cima himalayana ha assunto connotati rugbistici, ospitando sul ghiacciaio East Rongbuk, molto vicino al campo base dell’Everest, la partita di rugby (con contatto) più in quota (6.331 metri) della storia, “vincendo” così a Everest Rugby Challenge.
Un record posto in essere da un gruppo di persone guidato da grandi volti noti del rugby britannico (da Shane Williams, ancora in grande spolvero, nonostante età ed altitudine, ad Ollie Phillips, passando per Tamara Taylor, campionessa del Mondo con l’Inghilterra nel 2014), con lo scopo di raccogliere fondi benefici (già 250mila le sterline raccolte) in favore di Wooden Spoon, un’associazione che si occupa di sviluppare progetti per bambini e giovani in UK.
Il primato ottenuto al campo base (ancora da certificare, va detto, dalla Guinness) non è stato l’unico dell’avventura in Nepal per il team degli LMAX Exchange Everest Rugby Challengers, che, prima di spingersi così in altro, avevano fissato a 5.119 metri la quota più alta a cui sia mai stata giocata una sfida di Touch Rugby.
Raggiungere un simile traguardo, anche e soprattutto alla luce delle impervie condizioni a quella quota, non è stato affatto semplice, a tal punto che uno dei partecipanti all’impresa si è sentito poco bene in quota, venendo evacuato e trasportato in ospedale, anche se fortunatamente le sue condizioni, ora, sono buone.
“L’energia profusa è stata enorme, con tutti gli elementi del gruppo che si sono spronati a vicenda e, anche se siamo esausti, stiamo ancora brindando al successo. Dopo giorni complessi, nei quali abbiamo dovuto affrontare uno degli ambienti più difficili del mondo, non vediamo l’ora di scendere dalla montagna e provare pienamente la sensazione di aver infranto due record mondiali ed aver raccolto tanti di soldi per cause molto importanti”, ha spiegato, chiarendo la difficoltà dell’impresa, Tamara Taylor, impegnata come giocatrice nella gara di touch e come arbitro in quella con contatto.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.