I Dubliners hanno vinto tutti i tre scontri diretti finora giocati e va in caccia della quinta stella, ma il passato oggi non conta
Leinster per il quinto titolo europeo, che manderebbe i Dubliners nella leggenda del rugby europeo come il Club con più titoli in assoluto, cementando il loro posto tra gli immortali di Ovalia. I Saracens, che si sono da qualche anno affacciati all’Olimpo del rugby, per diventare (con il terzo titolo europeo in quattro anni) una sorta di modern classic e diventare, a loro modo, immortali.
La tradizione è tutta dalla parte di Leinster, così come, molto probabilmente, lo saranno quasi tutti i tifosi neutrali che assisteranno alla gara di oggi pomeriggio, perché i Saracens si sono costruiti una nomea particolari che li ha resi ‘antipatici’ ai più.
Questo “mito negativo” nei confronti dei Saracens, visti un più come una franchigia che come un club, è stato confutato negli anni recenti e basti pensare che undici dei ventitré scelti da coach McCall sono cresciuti nella Academy del club per capire quanto i Sarries abbiano saputo crescere ‘dall’interno’ senza seguire l’esempio tracciato dai Galattici di toloniana memoria.
Quando i trenta giocatori scenderanno in campo alle 5pm di Newcastle (le 18 in Italia), tradizione e passato glorioso non conteranno molto, perchè si parte da zero a zero (come sempre) ma mai come stavolta rispecchia il vero dire che la sfida di oggi pomeriggio mette di fronte le due squadre più forti del momento del rugby di club dell’emisfero nord (e, credo, non solo).
Poco conterà, se non per le statistiche, che Leinster ha vinto tutte le tre sfide precedenti giocate contro gli inglesi, poco conterà che i Dubliners giocheranno la 168esima gara europea (solo Munster, con 174, ha fatto meglio) mentre gli avversari saranno alla 98esima presenza nell’Europa “che conta”, poco conterà che Leinster, finora, ha giocato cinque finali europee e non ha mai conosciuto la sconfitta (vincendo quattro Champions Cup e una Challenge Cup, nel 2013, quando per una notte soltanto è stata la prima e finora unica squadra ad essere detentrice di entrambi i trofei europei), mentre i Saracens hanno perso la prima finale cui hanno partecipato (2014, contro Tolone lanciato verso la seconda delle tre coppe consecutive alzate al cielo di Dublino, Cardiff e Londra).
In questa stagione, Leinster e Saracens hanno messo a segno lo stesso numero di mete (32), lo stesso numero di mete in media a partita (4, solo il Racing 92 ha saputo eguagliare le due squadre dominatrici), ma solo i Saracens (come già accaduto nel 2016, record eguagliato lo scorso anno proprio da Leinster) hanno la possibilità di vincere tutte le nove gare della stagione europea (mentre Leinster ha vinto ‘solo’ otto partite, raccogliendo una sconfitta a Tolosa durante la fase a gironi).
Difficile fare pronostici, quasi impossibile forse perchè mai, prima d’ora, si sono sfidate in finale davvero le due squadre migliori d’Europa, almeno negli ultimi sei/sette anni. La differenza la faranno i dettagli, le interpretazioni di Jerome Garces nei momenti-chiave (soprattutto breakdown e mischia chiusa), la disciplina e la capacità (soprattutto dei Saracens) di tenere altissima, per ottanta minuti, l’intensità. I dieci minuti di “passaggio a vuoto” mostrati a fine primo tempo contro Munster, a Coventry, sono un lusso che contro questo Leinster non ti puoi permettere. Le piccole sbavature in fase difensiva, nei rari momenti in cui Munster è riuscito a muovere l’ovale attraverso le fasi, saranno imperdonabili oggi, così come l’indisciplina, che contro un calciatore come Sexton sarebbe letale.
Difficile che la gara non sia ancora aperta nell’ultimo quarto, possibile addirittura che il match vada ai supplementari tanto alto è, almeno alla vigilia e sulla carta, l’equilibrio tra le due avversarie. Chi vincerà stasera avrà davvero diritto a definirsi “il migliore d’Europa”, vediamo chi sarà, alla fine di ottanta minuti che terranno col fiato sospeso il vecchio continente ovale, sarà capace di aggiungersi un’altra stella sul petto.
Dirige il match Jerome Garces, alla prima finale di Champions Cup della sua carriera (dopo aver diretto la semifinale di Coventry), assistito da Romain Poite e Pascal Gauzere. Francese anche il TMO (Philippe Bonhoure), mentre l’Italia sarà rappresentata da Stefano Marrama designato come citing commissioner.
Leinster: 15. Rob Kearney 14. Jordan Larmour 13. Garry Ringrose 12. Robbie Henshaw 11. James Lowe 10. Johnny Sexton (C) 9. Luke McGrath 1. Cian Healy 2. Sean Cronin 3. Tadhg Furlong 4. Devin Toner 5. James Ryan 6. Scott Fardy 7. Sean O’Brien 8. Jack Conan
A disposizione: 16. James Tracy 17. Jack McGrath 18. Michael Bent 19. Rhys Ruddock 20. Max Deegan 21. Hugh O’Sullivan 22. Ross Byrne 23. Rory O’Loughlin
Saracens: 15. Alex Goode 14. Liam Williams 13. Alex Lozowski 12. Brad Barritt (c) 11. Sean Maitland 10. Owen Farrell 9. Ben Spencer 1. Mako Vunipola 2. Jamie George 3. Titi Lamositele 4. Will Skelton 5. George Kruis 6. Maro Itoje 7. Jackson Wray 8. Billy Vunipola
A disposizione: 16. Joe Gray 17. Richard Barrington 18. Vincent Koch 19. Nick Isiekwe 20. Schalk Burger 21. Richard Wigglesworth 22. Nick Tompkins 23. David Strettle
Matteo Mangiarotti
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