Giocatore, poi presidente della federazione inglese, infine figura indispensabile dei Barbarians. Un ricordo a due giorni dalla morte
C’è chi la storia del Gioco l’ha fatta fuori dal campo. E questo non per mancare di rispetto ai trascorsi del compianto Micky Steele-Bodger, terza linea degli Harlequins del secondo dopoguerra e 9 caps con l’Inghilterra fra il 1946 e il 1948, deceduto due giorni fa all’età di 93 anni.
Nel 1949 Steele-Bodger dovette mettere termine alla sua carriera da giocatore, ma l’amore per la palla ovale ne avrebbe fatto una figura cardine del rugby anglosassone: selezionatore dei British & Irish Lions, Presidente della Rugby Football Union e Presidente dell’allora International Rugby Board, oggi World Rugby.
We are deeply saddened to announce the passing of our legendary club President Micky Steele-Bodger.
For 70 years he was a driving forcing in making the club what it is today and the embodiment of our values
He’s a presence and personality we will geatly miss. One of a kind. pic.twitter.com/PpNyIY1hRB
— Barbarian FC (@Barbarian_FC) May 9, 2019
Soprattutto, però, Steele-Bodger è stato un Barbarian: capitano per due volte della selezione a inviti e marcatore della prima meta del club dopo la Seconda Guerra Mondiale, avrebbe sempre mantenuto una grande influenza all’interno dei Barbarians. E’ stato infatti nel board del club fin dal 1946, poi segretario onorario e infine presidente a partire dal 1988.
Nell’ambiente unico dei Barbarians, Steele-Bodger è diventato una figura centrale: il simbolo dello spirito della selezione in bianconero, cameratesco e amicale, al limite del goliardico e a volte oltre. Una persona diretta e schietta, priva del timore di dire ciò che pensava.
Uno degli ultimi esponenti di un rugby passato, lascia in eredità l’incarnazione di un mondo ovale che fu, dentro e fuori dal campo.
In tanti, fra giovedì sera e la giornata di venerdì, hanno speso una parola per ricordare l’uomo e l’amico.
RIP Mickey Steele-Bodger CBE Drank Guinness with his eyes closed, told stories like Ernest Hemingway, critiqued rugby like Moses, suffered no fools, looked you in the eye when he spoke, found your soul when he handed you a @Barbarian_FC jersey, an honour to have Mickey as a mate pic.twitter.com/fq4KGrDKai
— Justin Harrison (@googharrison) May 9, 2019
Fra i più ripresi il messaggio dell’ex Wallaby Justin Harrison, che ricorda così Micky Steele-Bodger: “Beveva Guinness con gli occhi chiusi, raccontava storie come Ernest Hemingway”.
Il centro gallese Jamie Roberts ricorda che ogni anno, dal 1948 in poi, Steele-Bodger era solito selezionare un suo XV a inviti da far scendere in campo a Cambridge, la sua università, per sfidare la squadra in una partita di warm-up al Varsity match. E Roberts ricorda anche: “Sempre l’ultimo a rimanere al bar.”
Bill Beaumont, l’attuale presidente di World Rugby, ha annunciato che indosserà la sua cravatta dei Barbarians presenziando alla finale di Champions Cup a Newcastle, in omaggio a Steele-Bodger.
Il suo vice, Agustin Pichot: “Micky mi ha dato l’opportunità di realizzare uno dei miei sogni, vestire la maglia dei Barbarians, e per questo gli sarò sempre grato. Rest in peace, mi amigo.”
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