Il tecnico dei Bersaglieri ha elogiato la sua squadra e il percorso compiuto fin qui. Il padovano ammette: “Hanno meritato loro”
Terzo derby vinto in stagione, decima finale Scudetto conquistata (la quinta contro il Calvisano. Rovigo è uscito vittorioso da un doppio confronto contro il Petrarca dispendioso ed estenuante, anche perché giocato su due campi molto pesanti sia all’andata sia al ritorno e rimasto sempre in bilico per gran parte dei 160 minuti, quasi tutti senza un padrone. Alla lunga, nel secondo tempo della semifinale di ritorno, i Bersaglieri però hanno dimostrato di essere la squadra più completa e attrezzata, con una mischia di primo livello e una profondità maggiore rispetto ai campioni uscenti.
Umberto Casellato, comprensibilmente, non stava nella pelle in conferenza stampa, almeno stando alle dichiarazioni raccolte dal Gazzettino. “Abbiamo tolto lo scudetto dalle maglie del Petrarca. Non era facile – ha detto l’allenatore – Ci siamo riusciti anche con l’aiuto del nostro splendido pubblico. Ridare l’entusiasmo di una finale Scudetto a tutta questa gente è bellissimo”.
“Quando ho scelto di schierare subito una prima linea con tre giovani (Rossi, Cadorini e Pavesi, ndr) tutti hanno pensato che Rovigo avrebbe sofferto in mischia. Invece, la loro ottima prova è stata l’ennesima dimostrazione di quanto siano state efficaci le rotazioni fatte durante l’intera stagione. La nostra forza è esserci sempre arrangiati con quanto abbiamo a disposizione, senza lamentarci”.
Casellato ha elogiato anche la sua rosa e la loro crescita nel corso della stagione. “Siamo l’unica squadra che non ha preso giocatori nuovi a campionato in corso. In semifinale ci siamo affidati a tre ventenni e a un giocatore che lo scorso anno giocava a L’Aquila (Angelini, ndr) eppure, scusate il francesismo, abbiamo rotto il culo al Petrarca. Abbiamo fatto 110 mete in stagione, il Petrarca la metà. Abbiamo vinto la sfida nel gioco al piede, avuto la meglio nei punti d’incontro e segnato due mete in queste condizioni atmosferiche. Non credo c’entri la fortuna. Ho dei leader in campo, ma il vero segreto è che anche tutti gli altri parlano la stessa lingua rugbistica”.
Con un campo poco adatto alle scorribande dei trequarti e con tanti errori gestuali da una parte e dall’altra, l’importanza della mischia è stata capitale. Se già nel primo tempo i già citati Rossi, Cadorini e Pavesi avevano fatto la differenza, gli ingressi dei titolari Brugnara, Momberg e D’Amico nella ripresa hanno scavato un solco decisivo per il Petrarca, che già nella regular season aveva dimostrato di patire in questa fase statica.
Andrea Marcato, nel post partita, non fa fatica a riconoscerlo. “Credo che la differenza sia stata fatta alla fine, quando Rovigo ha puntato sulla mischia. Con Brugnara, Momberg e D’Amico sono stati superiori – ha detto il tecnico del Petrarca, come riporta il Mattino di Padova – Noi eravamo li, ci abbiamo provato; potevamo fare di più nel primo tempo ma non abbiamo sfruttato le opportunità. Rovigo ha capitalizzato meglio. Sono stati più bravi di noi, bisogna riconoscerlo, anche in una giornata non certo favorevole al bel gioco”.
“L’ho detto ai ragazzi: possiamo uscire a testa alta ma hanno meritato di vincere loro – ha detto Marcato – Fa parte dello sport e credo che dobbiamo essere onesti nel dire che sono stati più bravi. Se in sincerità riusciamo a dire a noi stessi che abbiamo dato il 100% va bene”.
“Il problema nasce se qualcuno, dai giocatori allo staff, pensa che avremmo potuto fare qualcosina in più – ha concluso – In stagione sono stati più forti di noi e dunque giusto così”.
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