La finale contro Rovigo è stata “la partita perfetta” per Brunello. Il vice Giuseppe Mor: “Dopo la fase iniziale, tanti non ci credevano più”
Il settimo Scudetto nella storia del Calvisano è arrivato quasi con le stesse modalità dell’ultimo, ovvero dominando il Rovigo in finale tra le mura di casa. Davanti ai 4025 spettatori del San Michele, i bresciani hanno confermato le impressioni degli ultimi mesi, sfoderando l’ennesima prestazione completa in tutti i reparti e soffocando le iniziative dei rossoblu. Per Massimo Brunello, artefice del percorso calvino e al suo secondo Scudetto sulla panchina giallonera, è stata “la partita perfetta”.
“Temevamo le condizioni meteo per la mischia, che è il punto forte di Rovigo – ha detto l’allenatore campione d’Italia al Giornale di Brescia – Abbiamo interpretato benissimo i punti di incontro; siamo stati cinici, precisi nelle fasi statiche fino a prendere il sopravvento, dopo aver preso un po’ di confidenza; poi in difesa l’attenzione è stata altissima e le touche straordinarie”.
Dopo un campionato iniziato in salita, con quattro sconfitte nelle prime otto partite, i bresciani non si sono più fermati. “È una vittoria frutto di una stagione di lavoro, che è stata un crescendo – ha ribadito il vice allenatore Giuseppe Mor al Giornale di Brescia – Dopo la fase iniziale, tanti non ci credevano più. Noi abbiamo abbassato la testa e lavorato sodo ed è ormai da mesi che riusciamo ad imporre il nostro gioco”.
Da quella sconfitta casalinga contro Rovigo, lo scorso novembre, il Calvisano difatti non si è più fermato mettendo a referto ben diciassette vittorie consecutive. Per i giocatori in procinto di lasciare il club, come Alessio Zdrilich, Michele Andreotti, Agustin Cavalieri, Danilo Fischetti e Enrico Lucchin (questi ultimi dovrebbero andare alle Zebre), è una soddisfazione ancora maggiore. “Dovevo chiudere un anno fa, dopo la sconfitta con Petrarca in finale mi sono convinto a proseguire per un’altra stagione: sono felice di chiudere con questo titolo” – ha detto Cavalieri, che dovrebbe lasciare il rugby al pari dei già citati Andreotti e Zdrilich.
Il quarto Scudetto dovrebbe essere l’ultimo anche per il presidente Alessandro Vaccari, che nel post partita al Giornale di Brescia ha commentato così il suo lustro a capo del club. “Per il momento posso dire che molto probabilmente dalla prossima stagione ci sarà qualcun altro alla guida della società – ha detto al Giornale di Brescia – Vedremo in queste settimane quali saranno le scelte societarie. Qui a Calvisano ha realizzato un sogno: fare cinque anni e vincere tre Scudetti e tutto il resto non può che essere definito un sogno”.
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