I Jaguares hanno sconfitto gli Hurricanes a Wellington, ma Barrett&co. hanno avuto il tempo di segnare una gran meta
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.
La meta al cinquantaduesimo di Hurricanes-Jaguares sembrava far presagire una serata più o meno tranquilla per i neozelandesi, che fino a questo momento in stagione avevano perso solo due partite, per di più entrambe contro gli inarrestabili Crusaders. Anche senza brillare in certi frangenti del torneo, gli Hurricanes hanno infatti mantenuto un ruolino di marcia importante in queste settimane, e il primo giro d’orologio della sfida contro i Jaguares faceva pensare a un prosieguo simile.
Gli argentini tuttavia non sono stati d’accordo con questa chiave di lettura e, sfruttando i tanti errori dei padroni di casa, sono stati capaci di realizzare un’impresa piuttosto rara negli ultimi anni, visto che gli Hurricanes non perdevano in casa contro un avversario estero addirittura dal 2015. La sconfitta per 20-28 però non ci impedisce di parlare lo stesso di quei primi 52 secondi di partita, in cui gli Hurricanes hanno fatto gli Hurricanes, con un Jordie Barrett in particolare grande protagonista.
Come la squadra giallonera in generale, tuttavia, anche l’estremo classe ’97 è man mano calato nel corso del match, tanto da giocare una partita nel complesso insufficiente con 4 turnover e diversi errori di valutazione. Ma per la meta della settimana non si può non passare da lui.
L’azione parte al secondo 26 del match, quando Jordie Barrett entra in possesso del pallone dopo un calcio dei Jaguares in mezzo al campo grande pressione. All’altezza della linea dei 10 metri neozelandesi, Barrett sfida in prima persona i lentigradi un po’ pigri in mezzo al campo e ne batte un paio rientrando con un sidestep verso sinistra che gli apre il campo; Ortega Desio prova a rincorrerlo e desiste, perché il numero 15 converge verso il centro del campo dove viene braccato da Boffelli e Diaz Bonilla.
A quel punto, l’apertura e l’estremo dei Jaguares provano letteralmente ad arrampicarsi sul giocatore degli Hurricanes, che cerca di sfruttare tutti i suoi 196 centimetri per liberare le braccia sopra la testa e servire un suo compagno in sostegno. Barrett riesce nella sua missione e scarica l’ovale senza troppi complimenti per Walker-Leawere, che dopo una frenata e un cambio di direzione riesce a guadagnare dei metri molto preziosi a contatto per continuare a mettere la squadra sul piede avanzante.
Nel frattempo, sia la linea offensiva degli Hurricanes sia la linea difensiva dei sudamericani si riassestano per la prossima fase, ma nonostante un buon riposizionamento i Jaguares vengono ugualmente colti di sorpresa. Il passaggio di Proctor per Laumape attira la salita rapida della difesa ospite, ma il numero 12 degli Hurricanes dimostra di non essere solo uno sfondatore di professione e di avere una buona visione di gioco, piazzando un preciso grubber nell’angolo lasciato scoperto dalla difesa.
Il ricevitore non è Ben Lam, ma per l’occasione è Vaea Fifita, abile a dare ampiezza al gioco degli Hurricanes e a restare largo dopo il contrattacco di Barrett. Il flanker parte praticamente da fermo, ma la sua straordinaria falcata e un’accelerazione devastante (che gli argentini conoscono bene) gli permettono di bruciare di netto le due ali Moyano e Cancelliere, schiacciando oltre la linea bianca l’ovale. Sarà una soddisfazione effimera, ma con stile almeno.
Daniele Pansardi
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