Abbiamo parlato con la terza linea delle Furie Rosse della stagione di Colorno e della sfida con il Valsugana
Giada Franco, punto di riferimento, ormai da un paio di stagioni, della Nazionale azzurra, è una delle giocatrici chiave del Colorno campione d’Italia femminile in carica, che si appresta ad affrontare l’attesissimo duello di semifinale scudetto contro il Valsugana. Per analizzare al meglio la stagione delle Furie Rosse e capire sino in fondo il loro momento, in vista della sfida patavina, abbiamo contattato la terza linea campana, che ci ha tratteggiato nei dettagli lo stato di salute del club emiliano e le emozioni del suo personale ’18/’19.
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Giada, che campionato è stato questo ’18/’19 per le Furie Rosse di Colorno?
Da inizio anno abbiamo cambiato allenatore (Nicola Liguori, ndr) e preparatore, quindi c’è stato un leggero cambio di rotta, anche se il lavoro avviene comunque in sinergia con il vecchio staff, perciò, pur con qualche adattamento, si sta proseguendo su un percorso chiaro, tracciato qualche anno fa.
Questa è stata una stagione particolare, intensa, vissuta probabilmente anche con la responsabilità del favore dei pronostici, avendo vinto lo scorso scudetto. Abbiamo lavorato molto sull’aspetto gestionale delle partite. Spesso, negli scorsi anni, abbiamo peccato di frenesia, sia per quanto concerne il controllo mentale che quello tattico dell’incontro. Tutto sommato, mi sento di poterlo definire come un anno positivo, in continua crescita. In stagione regolare gli scontri al vertice sono andati con fortune alterne. All’andata vincemmo una gara tirata in casa del Valsu che ci diede morale e consapevolezza nelle nostre capacità gestionali di cui abbiamo parlato prima, perdendo, però, in malo modo con Villorba. Al ritorno, invece, si è capovolto il tutto: contro il Valsu abbiamo giocato molto male, patendo la pressione e cedendo al cospetto di una loro prestazione notevole, però ci siamo rifatte con Villorba, un paio di settimane fa, disputando un’ottima gara sotto la pioggia, con una prestazione, in mischia chiusa, dominante. Un buon viatico per questi playoff.
Cosa vi siete portate a casa dal Barrage di Ferrara? Come arrivate a questa semifinale?
Domenica scorsa abbiamo disputato il barrage a Ferrara, giocando una buona gara (vinta 49-5, ndr). Purtroppo la pioggia battente non ci ha consentito di sviluppare al meglio il nostro gioco, ma quello che contava era il successo. C’è stato anche un minimo di turnazione, per far sì che tutte le ragazze potessero arrivare pronte per la semifinale.
Andremo a Padova agguerrite, senza paura o timori, ma con tanta tanta voglia di vincere e dimostrare quale sia il nostro vero valore, consce del fatto di aver di fronte una grande squadra, che, a maggior ragione in casa, ha le armi per mettere in difficoltà chiunque.
Quali saranno, secondo te, le chiavi di volta del duello di Padova?
Premetto che in questi big match trovo siano fondamentali le prestazioni di tutte e 23 le ragazze coinvolte, da una parte e dall’altra. In questi scontri, ciò che fa maggiormente la differenza è la qualità e la forza mentale complessiva di un gruppo. Non nascondo, però, che penso possano essere determinanti le fasi statiche di conquista. Noi possiamo affermare di essere una squadra importante in chiusa, e in quel settore dovremo dare semplicemente il massimo.
Per quanto riguarda la touche, invece, sappiamo che il Valsugana può contare, tra le altre, su una giocatrice del calibro di Elisa Giordano, bravissima nelle rimesse laterali sia in attacco che in difesa. Per lei, in tal senso, parlano le prestazioni superbe fornite a livello internazionale. Sicuramente dovremo marcare al meglio la loro touche in attacco, coprendo i loro drive. Mentre sulle rimesse con l’ovale in nostro possesso stiamo lavorando bene. Al lancio abbiamo Silvia (Turani, ndr), che ha una tecnica incredibile e sta migliorando costantemente. Dobbiamo sfruttare a sua precisione. Poi, ovviamente, anche se sembra quasi scontato, non posso non menzionare il confronto all’apertura tra Madia e Rigoni. Veronica ha giocato un campionato di qualità ed è in crescita esponenziale. Beatrice è un punto fermo del Valsu, metterle buona pressione sarà un aspetto importante per la nostra partita.
Quando ci eravamo sentiti la scorsa estate, ci avevi raccontato della soddisfazione per come era andato il ’17/’18 in senso lato, ma eri già focalizzata su questa annata per confermare le cose positive messe in mostra. Come giudichi questo ’18/’19, nel quale, più che confermarti, hai fatto un altro salto di qualità?
Questa è stata una gran bella stagione per me, sia con i club che con la nazionale. Non posso negare che chiudere al secondo posto il Sei Nazioni sia oggettivamente uno step di crescita, sia individuale che collettivo, importantissimo. Però, come ti ho detto la scorsa estate, non mi accontento, so di poter migliorare ancora, di poter limare alcuni dettagli del mio gioco. Ora voglio chiudere al meglio la stagione, poi non vedo l’ora di rimettermi al lavoro in vista del ’19/’20.
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