Pro14 Final: Leinster batte i Warriors e si conferma campione

Finisce 15-18. Equilibrio nella prima frazione al Celtic Park, poi Dubliners prendono il controllo e tengono le mani sul trofeo

ph. OnRugby

GLASGOW – Leinster dimentica la grande delusione patita due settimane fa a Newcastle e chiude la stagione con il trionfo in Guinness PRO14, battendo i Glasgow Warriors al Celtic Park (che oggi, con 47,128 spettatori, ha fatto registrare il nuovo record per una finale della competizione). I Warriors hanno provato a tenere testa agli avversari e ci sono riusciti, nel primo tempo e a tratti anche nella ripresa, ma salvo rare occasioni non sono quasi mai riusciti ad impensierire la retroguardia irlandese nei secondi quaranta minuti di gioco. Solo nei dieci minuti finali i Warriors riescono davvero a mettere in difficoltà gli avversari ma trovano la meta della speranza troppo tardi.

Complimenti a Leinster, per la sesta volta campione del PRO14 e, per la seconda volta, campione back-to-back, ma applausi anche ai Warriors, che hanno chiuso a testa alta una stagione comunque da ricordare.

Commento

Leinster per il sesto successo in PRO14 e per confermarsi campione, chiudendo una stagione vissuta da protagonista con un trofeo in bacheca (dopo la delusione patita a Newcastle due settimane fa in Heineken Champions Cup). I Warriors, invece, per bissare il trionfo del 2015 a Belfast e chiudere, a loro volta, una stagione domestica che è servita da antidoto alle sofferenze europee ma nella quale Dave Rennie e il suo staff hanno saputo costruire una squadra adesso davvero vicina a quella che, sotto la guida di Gregor Townsend, si impose su Munster al Kingspan Stadium.

La sfida che va in scena al Celtic Park (che è diventato oggi il 46esimo stadio in cui si è giocata una gara di PRO14 – in tutte le sue declinazioni – e la settima struttura in cui si è giocata una PRO14 Final, prima esclusivamente calcistica ad ospitare la gara decisiva della competizione) è, come successo a Newcastle, lo scontro tra le due migliori squadre della competizione, due squadre che hanno chiuso la regular season al primo posto della loro Conference e che non hanno avuto particolari problemi a vincere la semifinale casalinga. Il pedigree dice Leinster favorito, ma i Warriors hanno tutte le carte in regola per fare l’impresa.

Entrambe le squadre scendono in campo senza cambi nei XV annunciati ieri e con la divisa casalinga, i Warriors in tuttonero con inserti tartan, Leinster in all-blue. La chiave della gara, tra le tante: se i Warriors dimostreranno di aver appreso la lezione in fase difensiva impartita loro dai Saracens nel quarto di Champions Cup e risponderanno al ritmo alto che Leinster imprimerà alla gara in ogni area, hanno più di una chance di alzare il trofeo.

Stuart Hogg, che oggi gioca l’ultima gara coi Warriors, ha l’onore di dare il via alla finale col suo drop. La pioggia leggera, scesa però costante per tutto il pomeriggio si ferma poco prima del kick off, quasi in segno di rispetto per le due squadre – che dura poco, però, perchè al 6′ torna a piovere.

La gara non entra subito nel vivo perché entrambe le squadre, pur tenendo ritmi alti, si studiano per cinque minuti con calci tattici e qualche tentativo di sfondamento della linea, prima che una scorrettezza dei Warriors al breakdown sui propri 10m regali a Johnny Sexton la chance di portare avanti i suoi; il capitano di Leinster, da posizione più che centrale, spedisce però l’ovale a lato e i Warriors, sostenuti a gran voce dalla stragrande maggioranza del pubblico presente oggi, possono tirare fiato, salvandosi anche due minuti più tardi quando un pericoloso contrattacco irlandese svanisce per un in-avanti.

Al 10′, Nigel Owens si affida al TMO ma grazia Fraser Brown che, dopo aver sbagliato il lancio in touche, era andato a placcare un avversario senza ovale; il direttore di gara dice che basta un calcio di punizione. Leinster sceglie la penal’touche ma non riesce a costruire la piattaforma che cercava e dopo qualche fase perde l’ovale.

Seymour si avventa su un pallone lasciato libero dagli irlandesi e innesca l’azione da cui nasce la prima meta del match, messa a segno da Matt Fagerson, perfetto nel pick-and-go vincente dopo qualche fase dentro i 22m di Leinster. Hastings, da sotto i pali, trasforma e al 15′ i Warriors conducono 7-0.

Nemmeno il tempo di festeggiare e Leinster si riporta sotto. Hogg si fa murare un calcio di liberazione da McGrath e Ringrose è il primo ad avventarsi sull’ovale finito nell’area di meta, schiacciandolo a terra. Sexton manca la trasformazione ma, adesso, è davvero game on.

Il secondo quarto si apre con un’avanzata pericolosa dei Warriors, innescata da Steyn, bloccata temporaneamente dal provvidenziale placcaggio di Ringrose su DTH van der Merwe ma chiusa con tre punti a referto, perchè dopo numerose fasi Lowe commette una scorrettezza sui propri 5m e i Warriors scelgono i pali (10-5).

Al 25′ i Warriors sono costretti ad effettuare il primo cambio (Fraser Brown esce in barella con la gamba imbragata, al suo posto entra Stewart) e due minuti dopo Leinster trova la seconda meta del suo match. Cian Healy (dopo che DTH si era immolato per fermare Conan ad un palmo dalla linea bianca) raccoglie-e-va oltre la linea avversaria, Sexton rompe l’incantesimo spedendo, al terzo tentativo, l’ovale tra i pali e i Dubliners al 29′ conducono (10-12) per la prima volta nel match.

Il capitano irlandese si ripete poco dopo (35′) stavolta a premiare il grande lavoro del suo pack che vince una mischia poco oltre la metà campo avversaria; Sexton trova i pali e allunga il vantaggio dei suoi, con le squadre che vanno così a riposo sul 10-15.

Il primo tempo è stato, come da attese, molto fisico e molto veloce ma Nigel Owens ha fischiato solo quattro punizioni; certo, il direttore gallese è stato anche aiutato dalla disciplina dei giocatori in campo, che hanno sempre cercato di tenere l’ovale vivo (la prima mischia chiusa, nonostante la pioggia) e limitando al massimo le scorrettezze ma sono numeri che, di solito, non si vedono in una gara così importante.

Nella ripresa i Warriors provano subito a spingere ma è Leinster, al 48′, ad andare per primo vicino alla marcatura; Ringrose recupera l’ovale poco fuori i propri 22m e riparte, sfruttando il sostegno di Lowe solo addentro i 22m avversari. Steyn placca l’ala ma non lo rilascia, costringendo Owens a mostrargli il cartellino giallo e a concedere la prima punizione della seconda frazione ai Dubliners, che scelgono la penal’touche.

Dopo qualche fase, Owens ferma ancora il gioco per un’altra scorrettezza scozzese e stavolta, da sotto i pali, Sexton decide di calciare, portando il vantaggio irlandese oltre il break (51′, 10-18). I prossimi sette minuti potrebbero decidere la finale, se i Warriors non riusciranno a reagire nonostante siano in inferiorità numerica.

I Glaswegians riescono a contenere lo svantaggio ma pagano pegno a livello psico-fisico ed entrano nell’ultimo quarto con le pile un pò scariche dopo il grande sforzo; Rennie toglie Price e Johnson, inserendo i due fratelli Horne (rispettivamente, George e Peter) per cercare di ridare vitalità ai suoi trequarti.

Dopo un primo tempo piuttosto equilibrato, Leinster ha adesso alzato il baricentro e mette sotto pressione i Warriors che, come si temeva alla vigilia, faticano a rispondere. In pillole, Leinster sta riservando ai Glaswegians oggi il trattamento che i Saracens avevano riservato loro a Newcastle.

I Dubliners hanno capito, attorno all’ora di gioco, che il loro pack interpreta meglio i dettami di Owens e si affidano ad una serie di mischie chiuse che fanno passare i minuti sul cronometro e aggiungono pressione sugli avversari. Al 62′ McGrath si fa scappare l’ovale in avanti (uno dei pochissimi errori di handling della gara) e il pubblico si rianima, ma il gioco resta sempre sui 5m scozzesi e si riparte con una mischia chiusa, stavolta con introduzione dei Warriors.

Che vincono una punizione che Hogg calcia in touche, guadagnando però pochi metri e restano sempre al limite della propria “area rossa”, perdendo l’ovale nell’azione successiva. Ad un quarto d’ora dalla fine, senza riuscire a giocare quasi mai un ovale veloce da un raggruppamento, la gara sembra ormai segnata per i Warriors, prima che Rob Kearney vada a contendere la palla in volo con Hogg ma riuscendo solo a colpire l’estremo scozzese in volo che cade picchiando violentemente la spalla sul terreno di gioco.

Owens si affida al TMO prima di mostrare, tra lo scontento generale del pubblico, il giallo a Kearney (65′) e assegnare una punizione ai Warriors, forse l’ultima occasione per gli scozzesi di riaprire la gara – ma che devono fare a meno di Hogg, uscito per HIA e sostituito da Huw Jones.

La penal’touche porta i Warriors, per la prima volta nella ripresa, dentro i 22m avversari ma la difesa di Leinster non ha particolari problemi ad arginare l’avanzata, conquistando anche una punizione che riporta gli irlandesi nella metà campo scozzese quando si entra negli ultimi dieci minuti.

La gara sembra ormai andare, lentamente, verso il suo esito naturale quando una bella avanzata dei Warriors viene premiata con la meta di Grant Stewart, che vola a schiacciare l’ovale nell’angolo alla destra d’attacco. Hastings manca la trasformazione perchè ha fretta di riprendere il gioco e a quattro minuti dalla fine gli scozzesi si portano a tre punti di distacco (15-18).

Il pubblico ruggisce il suo sostegno, ma quando la pioggia torna a battere l’East End di Glasgow, i Warriors si fanno scappare l’ovale in avanti poco fuori dai propri 22m. Sexton, da poco uscito dal campo, festeggia e con lui tutto il pubblico di ‘sangue blu’. Leinster tiene l’ovale, fa passare i secondi sul cronometro prima di calciare, appena diventa rosso, l’ovale sugli spalti con Ross Byrne.

Tabellino

Glasgow Warriors: Stuart Hogg; Tommy Seymour, Kyle Steyn, Sam Johnson, DTH van der Merwe; Adam Hastings, Ali Price; Jamie Bhatti, Fraser Brown, Zander Fagerson, Scott Cummings, Jonny Gray, Rob Harley, Callum Gibbins (capt), Matt Fagerson
A disposizione: Grant Stewart, Oli Kebble, Siua Halanukonuka, Ryan Wilson, Tom Gordon, George Horne, Pete Horne, Huw Jones

Marcatori Glasgow Warriors
Mete: M.Fagerson (14′), Stewart (74′)
Trasformazioni: Hastings (15′)
Punizioni: Hastings (21′)

Leinster Rugby: Rob Kearney; Jordan Larmour; Garry Ringrose, Robbie Henshaw, James Lowe; Johnny Sexton (capt), Luke McGrath; Cian Healy, Seán Cronin, Tadhg Furlong, Scott Fardy, James Ryan, Rhys Ruddock, Josh van der Flier, Jack Conan
A disposizione: Bryan Byrne, Ed Byrne, Andrew Porter, Ross Molony, Max Deegan, Nick McCarthy, Ross Byrne, Rory O’Loughlin

Marcatori Leinster Rugby
Mete: Ringrose (15′), Healy (27′)
Trasformazioni: Sexton (29′)
Punizioni: Sexton (35′, 51′)

Matteo Mangiarotti

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