Disabilità, malattie mentali, carceri e periferie raccontate con un viaggio “ovale” attraverso l’Italia
Il rugby come strumento propedeutico e inclusivo. Del progetto itinerante di Matthias Canapini (scrittore) e Chiara Asoli (fotografa) ne avevamo parlato già qualche tempo fa. Ora, il pellegrinaggio nato per raccontare disabilità, malattie mentali, carceri e periferie tramite la palla ovale si è concretizzato ed è finalmente diventato un libro: “L’ovale storto – ritratto poetico del rugby inclusivo”. Un modo alternativo di raccontare lo Stivale. Un viaggio – da novembre 2016 a ottobre 2018 – realizzato esclusivamente con mezzi pubblici dal nord al sud Italia, perdendo la bussola su campi spelacchiati, minuscole club house e pali storti. Gli autori, unendo sport e reportage narrativo, hanno tentato di condividere e raccontare con taccuino e macchina fotografica numerose realtà che utilizzano il rugby come “mezzo civile” per affermare l’inclusione di soggetti “vulnerabili”. Come il progetto degli Atipici rugby Bari o le Zebre Gialle di Treviso, che avvicinano utenti psichiatrici ai campi da rugby. Il rugby su carrozzina diffuso nella capitale dai Romanes Wheelchair rugby. Il progetto “ovale e autismo” della società Primavera Rugby o quello delle Tre Rose di Casale Monferrato: l’ovale come collante per l’integrazione di richiedenti asilo subsahariani. Passando per le periferie di Librino e Scampia o le carceri di Bollate (MI) e Villa Fastiggi (PU). L’ovale come atto di liberazione.
“L’ovale storto – ritratto poetico del rugby inclusivo” (Aras Edizioni), 183 pagine, 13 euro. Parte del ricavato verrà devoluto in beneficenza. Potete acquistare una copia a questo link o contattare direttamente l’autore: [email protected].
Qui sotto trovate qualche immagine del reportage fotografico di Chiara Asoli.
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