Alla fine la Nuova Zelanda ha portato ancora quattro squadre ai playoff. E poi la vittoria allo scadere degli Sharks, il ritorno dei Bulls e molto altro
L’ultima giornata di Super Rugby non ha deluso le aspettative, anche se probabilmente si pronosticavano delle partite più equilibrate tra quelle che avrebbero dovuto decidere le qualificazioni ai playoff. L’unica sfida risolta al cardiopalma è stata quella di Città del Capo tra Stormers e Sharks alla fine, ma lo spettacolo – seppur a senso unico – non è certamente mancato sugli altri campi.
Un po’ beffardamente, la squadra più forte del torneo è rimasta ferma per un turno di riposo proprio nella settimana che porta ai quarti di finale. I Crusaders hanno osservato da fuori le lotte per accaparrarsi un posto ai playoff, nell’attesa di tornare in campo e – con tutta probabilità – marciare con successo fino alla conquista del terzo titolo consecutivo. Nel frattempo, ecco l’ultimo riassunto stagionale.
Volata – Alla fine della fiera, nonostante le difficoltà e le piccole crisi attraversate durante la stagione, la Nuova Zelanda ha piazzato di nuovo quattro squadre ai playoff. Chiefs e Highlanders dovevano vincere per 5-0 e aspettare risultati favorevoli dagli altri campi, e tutti i pezzi si sono incastrati alla perfezione nel puzzle, visto che le squadre australiane sono risultate non pervenute. Gli Sharks a loro volta hanno strappato la qualificazione dalle mani degli Stormers con una meta all’ultimo secondo di Lukhanyo Am.
125 – I punti subiti dai Rebels nelle ultime due partite della stagione, in cui avrebbero dovuto teoricamente lottare per entrare tra le prime otto del campionato. Dopo la batosta subita a Christchurch dai Crusaders, la squadra di Melbourne è stata spazzata via anche dai Chiefs in quello che doveva essere uno spareggio, ma che invece si è rivelato ben presto una gara a senso unico.
Letali – Solomon Alaimalo, Anton Lienert-Brown e Shaun Stevenson hanno fatto il bello e il cattivo tempo a Melbourne, rendendo estremamente difficile la vita alla difesa dei Rebels. L’estremo ha messo lo zampino in diverse mete e servito un assist, ma è stato soprattutto il contributo di Lienert-Brown e Stevenson a essere devastante: il centro ha battuto 8 difensori e creato 4 break, oltre a segnare una meta, mentre l’ala ha segnato una tripletta, corso per 161 metri, battuto 5 difensori e creato 5 break.
Bulli – Ai Lions sarebbe bastato anche solo un punto di bonus per accedere ai playoff, ma in una partita giocata a chi sbagliava più placcaggi (76% di interventi riusciti i Bulls, 70 i Lions) sono stati i Bulls ad avere nettamente la meglio per 48-27, trascinati da RG Snyman, Pollard e Speckman. Dopo tre finali consecutive, dunque, si chiude un ciclo a Johannesburg, mentre i Bulls tornano ai playoff a sei anni dall’ultima volta.
16 – Il livello di spensieratezza delle difese di Bulls e Lions (in questo caso dei Bulls) si misura anche solo con la meta iniziale segnata da Dayimani, che ha marcato dopo appena 16 secondi con un’azione che manderebbe al manicomio qualunque allenatore.
67 – La partita tra Jaguares e Sunwolves è stata la classica partita di fine stagione con le due squadre già sicure del proprio destino. Argentini e giapponesi hanno rotto 67 placcaggi in ottanta minuti (34 i padroni di casa, 33 gli ospiti), con i sudamericani capaci di bucare la difesa con un break per 22 volte, contro le 14 dei giapponesi. La maggiore classe dei Jaguares è poi emersa prepotentemente con il passare dei minuti, monopolizzando il match con otto mete a due.
19 – I Blues conducevano 5-24 a Wellington alla fine del primo tempo, e sembravano sulla via del successo contro degli Hurricanes peraltro senza i Barrett, Laumape, Proctor, Goosen, Fifita, Toomaga-Allen e, almeno dall’inizio, pure senza Ardie Savea e Perenara. I Blues invece sono riusciti a perdere comunque, subendo tre mete nella ripresa dai Canes e perdendo 29-24. Un finale di stagione molto blue, insomma.
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