Per la prima volta dopo tanto tempo, il tecnico sembra essere appoggiato da gran parte dell’opinione pubblica inglese
E alla fine scoppiò l’amore. Le prime convocazioni di Eddie Jones verso la Rugby World Cup 2019 hanno riscosso un gran successo in Inghilterra. E’ chiaro che il quadro non è completo, visto che mancano ancora i giocatori di Gloucester, Northampton, Exeter e dei Saracens (impegnati nei playoff di Premiership), ma il tecnico può ritenersi soddisfatto del supporto ricevuto da addetti ai lavori, media e soprattutto quello dell’opinione pubblica.
Le “eccellenti” esclusioni
Dylan Hartley, Chris Robshaw e Danny Care: è vero, il tallonatore è alle prese con un grave problema al ginocchio ma è da molto tempo che ormai non è più nel giro della nazionale. Per gli altri due invece la scelta è puramente legata al rendimento sul campo. Eddie Jones ha deciso: l’esperienza non è un criterio determinante per venire in Giappone e cosi i 145 caps (61 il terza linea, 84 per il mediano di mischia; ndr) maturati negli anni dai due protagonisti rimarranno sicuramente a casa.
Largo ai giovani
Alex Dombrandt, Lewis Ludlam, Ruaridh McConnochie e Val Rapava Ruskin: quattro nomi da ricordarsi. Incuriosisce la scelta del tecnico per questi quattro uncapped, ma al tempo stesso dà forza alla sua posizione. Eddie Jones si sta prendendo dei rischi, ma per farlo si sta affidando ai termometri di rendimento più affidabili in circolazione: quelli della Premiership e delle coppe europee. Qualcuno l’ha già ribattezzata la “Meritocrazia di Eddie Jones”, altri invece interpretano il segnale come “una sveglia” al resto del gruppo.
D’altronde si sa, l’Inghilterra in Giappone non vuole andare a fare da corredo all’ennesimo trionfo degli All Blacks; anche perchè nelle ultime due edizioni iridate le delusioni cocenti si sono susseguite. Prima l’eliminazione ai quarti di finale per mano della Francia, nel 2011, poi la bruciante eliminazione nella fase a gironi, nel 2015, del Mondiale organizzato in casa.
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