La franchigia sudafricana denuncia il problema del valore dei contratti e dell’addio, non voluto dal club, di molti giocatori
Aver disputato i playoff del Super Rugby di potrebbe non bastare ai Bulls per avere continuità in vista delle prossime stagioni. Handre Pollard, Jesse Kriel, Duane Vermeulen, RG Snyman, Jason Jenkins, Lood de Jager, Eli Snyman e Hendre Stassen, oltre al ritiro di Schalk Brits, sono infatti tutti in partenza per abbracciare nuovi contratti che si divideranno fra l’Europa e il Giappone.
Un problema questo, che l’head coach dei sudafricani Pote Human ha voluto “denunciare” dopo il ko maturato (35-28) in casa degli Hurricanes la scorsa settimana: “Dieci ragazzi ci lasceranno al termine della stagione, quindi avremo difficoltà a ripeterci l’anno prossimo – afferma – onestamente, a livello, personale non nascondo la mia delusione. Guardando la rosa ho pensato che se l’avessimo confermata, probabilmente l’anno prossimo saremmo potuti almeno tornare a questo punto; se non provare ad ambire a qualcosa di più”.
Incalzato poi sul tema delle partenze, l’allenatore amplia il discorso: “Questo degli addii dei giocatori, sta diventando un problema in tutto il Sudafrica. Il rand, la nostra moneta, è debole rispetto alle valute europee e a quella giapponese. Non riusciamo a formulare offerte che ci consentano di convincere i ragazzi a rimanere qui. Non essendoci più i contratti centralizzati (quelli con la Federazione, ndr), il tutto è lasciato in mano alle franchigie: ripeto, per noi diventa difficile riuscire a pareggiare le offerte che arrivano dalle altri parti del mondo.
Infine un pensiero sulla Coppa del Mondo che attende gli Springboks, i quali saranno rivali fra l’altro dell’Italia nella prima fase: “Penso che la squadra farà un gran Mondiale. Ci sono tanti talenti, come ad esempio RG Snyman, sappiamo che la prima partita contro gli All Blacks sarà dura, ma personalmente non vedo l’ora di guardare questo match”.
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