Oltre 2000 controlli a livello internazionale, con quattro casi di positività e due squalifiche già assegnate
World Rugby ha pubblicato il rapporto sui test antidoping per il 2018. Lo scorso anno sono stati analizzati 2.236 campioni nelle squadre internazionali di XV e di Seven maschili e femminili, di cui il 66% da esami effettuati al di fuori delle competizioni.
Altri 259 campioni, spiega World Rugby, sono stati raccolti per integrare i passaporti biologici degli atleti, ovvero lo strumento attraverso il quale si tiene traccia nel corso del tempo dei parametri di un giocatore per verificarne eventuali alterazioni non fisiologiche.
In tutto ci sono stati quattro casi di positività tra il XV e il Seven: due giocatori sono stati squalificati per quattro anni per aver assunto rispettivamente drostanolone (uno steroide anabolizzante) e metandrostenolone e stanozololo (sempre steroidi anabolizzanti). Gli altri due casi si stanno ancora discutendo.
I punti salienti del programma del 2018
• 86% di controlli prima della Coppa del Mondo di Seven del 2018, percentuale che sale al 98% se si calcolano solo le squadre delle Sevens World Series
• 2,236 controlli totali
• 259 campioni destinati al passaporto biologico degli atleti
• 4 casi di positività
• Prosecuzione del programma di educazione ‘Keep Rugby Clean’, in cui sono stati coinvolti 1.500 giocatori agli eventi come le Sevens Series, i Mondiali Under 20 e i Mondiali Seven
• Prosecuzione del programma di conservazione a lungo termine dei campioni, per eventuali contro analisi in futuro
• Lancio della campagna #BeYourself durante i Mondiali Seven a San Francisco
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