Il numero otto azzurro fotografa la marcia di avvicinamento verso la Rugby World Cup e l’obiettivo da perseguire
Il mese di giugno lo ha visto protagonista del mercato internazionale con il cambio di casacca dallo Stade Francais al Tolone, ma ora per Sergio Parisse è arrivato il momento di tornare a respirare l’atmosfera azzurra e gettarsi a capofitto nel lavoro con la nazionale in vista della Rugby World Cup 2019.
I muscoli del capitano
A Pergine Valsugana infatti, il terza linea si è unito al resto del gruppo scelto da Conor O’Shea per la preparazione verso l’avventura nipponica affermando: “Ritrovo un gruppo con tante certezze, con la consapevolezza dei traguardi che ci siamo posti e con l’attitudine corretta per cercare di raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati: fare la storia e qualificarci ai quarti di finale della Rugby World Cup – fa sapere Parisse al sito FIR – Ho grande fiducia nel lavoro che è stato impostato da Conor e dallo staff, avendo già svolto quattro preparazioni mondiali credo che la scelta di dividere la preparazione tra momenti di raduno e preparazione nei Club e nelle franchigie di Guinness PRO14 non possa che pagare, soprattutto per non rendere l’avvicinamento ai Mondiali troppo stressante dal punto di vista mentale”.
Il mese di agosto
“Ci aspettano quattro test-match estivi prima di volare in Giappone – prosegue nella sua disamina indirizzando lo sguardo verso le sfide contro Irlanda, Russia, Francia e Inghilterra (06/09) – e ci sarà l’occasione per testare tutti sul campo prima della scelta definitiva dei trentuno convocati, ma sono certo che arriveremo in Giappone estremamente carichi mentalmente e ottimamente preparati dal punto di vista fisico”.
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Obiettivo quarti di finale
Parisse ha ambizioni, non si nasconde: vuole centrare coi suoi compagni lo storico traguardo dei quarti di finale.
“La cosa entusiasmante di rientrare in gruppo è la grande energia che circonda la squadra, unita alla volontà di voler centrare i quarti di finale e alla consapevolezza di avere i mezzi per riuscirvi.
Sappiamo che non è facile, perché Nuova Zelanda e Sudafrica sono due grandi squadre e dobbiamo il necessario rispetto a Namibia e Canada, che affronteremo nel volgere di appena quattro giorni, un aspetto che imporrà il necessario turnover per vincere le prime due gare per poi andare a giocarci le nostre chance di qualificazione contro il Sudafrica”.
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