La qualificazione al Mondiale è arrivata grazie alle squalifiche di Spagna e Romania. Gli ‘Orsi’ dovranno dimostrare di non essere lì solo per caso
Nel percorso di qualificazione alla Rugby World Cup 2019, verrebbe da dire che la Russia ha avuto un unico grande merito: non commettere alcuna infrazione nelle equiparazioni dei giocatori. La nazionale dei Bears era arrivata dietro Romania e Spagna nella classifica aggregata dei Rugby Europe Championship 2017 e 2018, valida per le qualificazioni ai Mondiali, ma si è addirittura qualificata direttamente alla Coppa del Mondo dopo le pesanti squalifiche alle avversarie per aver schierato giocatori ineleggibili, senza nemmeno passare per altri playoff.
In un colpo solo, dunque, la Russia si è ritrovata dall’essere completamente fuori dal percorso di qualificazione al prenotare i biglietti aerei per il Giappone. È bastato rispettare le regole, insomma, quello che la stessa Russia non aveva fatto per il Mondiale 2003 per accedere al ripescaggio. La squadra in ogni caso resta la quarta forza del rugby europeo di seconda fascia, squalifiche o meno: lo ha dimostrato di nuovo il Rugby Europe Championship giocato a febbraio e marzo, in cui gli Orsi hanno chiuso in quarta posizione dietro Georgia, Spagna e Romania con vittorie contro Belgio e Germania e sconfitte di soli due punti contro Spagna e Romania.
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Nonostante la casualità della qualificazione, la Russia non dovrebbe essere la squadra più debole nelle gerarchie mondiali, visto il lento declino del Canada negli ultimi tempi e i rapporti di forza con la Namibia, battuta due volte a novembre 2018 e lo scorso giugno. Sempre nella Nations Cup giocata in Uruguay, invece, la Russia ha ottenuto una vittoria prestigiosa e non scontata contro l’Argentina XV, dimostrando di avere qualche carta da giocarsi alla Rugby World Cup.
Contro le squadre di pari livello, gli uomini di Lyn Jones spesso cercano di far valere soprattutto la forza fisica del proprio pack, che può contare su una mischia solida ed efficace. Il rugby proposto dalla Russia è comunque piuttosto grezzo e non particolarmente complicato, ancora principalmente alle basi: vittoria della collisione e dei punti d’incontro e allargamento del pallone solo quando c’è la sicurezza di poterlo fare, senza troppi fronzoli. Anche tra i trequarti – specie tra i centri – le doti che spiccano di più sono la potenza fisica e la capacità di rompere le linee, essenziali per poter mantenere la verticalità che cerca la Russia.
A guidare la squadra ci sarà il solito Yuri Kushnarev: il 34enne mediano d’apertura è il recordman di presenze e di punti fatti nella storia della nazionale russa e prevedibilmente sarà il titolare in Giappone, come lo fu anche della Russia del Mondiale 2011 – l’unico giocato dagli Orsi – per due partite su quattro.
Ambizioni e obiettivi
Nel 2011, nonostante le quattro sconfitte, la Russia si fece notare per un particolare record: con 8 mete segnate, è stata la nazione esordiente a marcarne di più nella storia della Rugby World Cup. Paradossalmente, la Russia segnò le sue 8 mete contro Italia, Irlanda e Australia, ma riuscì a marcare solo dalla piazzola nella partita più abbordabile contro gli Stati Uniti, persa 6-13.
Fatta questa premessa, per la Russia l’unico obiettivo possibile sarà ripetere i numeri offensivi di otto anni fa, cercando di evitare il più possibile le imbarcate come i 68 punti presi dall’Australia, i 62 dall’Irlanda e i 53 dall’Italia. La partita in cui i russi dovranno cercare di concentrare tutte le proprie forze per un eventuale exploit sarà contro le Samoa, la seconda più debole del Girone A, contro cui gli Orsi partiranno comunque da sfavoriti.
Anche l’ultimo precedente contro il Giappone (sconfitta per 32-27 a novembre) sarebbe in qualche modo incoraggiante, visto che i nipponici la spuntarono solo grazie a una meta segnata negli ultimi dieci minuti. Riuscire a tenere viva il più possibile la partita inaugurale della Rugby World Cup sarebbe già un buon punto di partenza.
Il calendario
Come detto, la Russia avrà l’onore di aprire il Mondiale contro i padroni di casa il 20 settembre. Meno onorevole, invece, è stato il calendario con gli Orsi: solo quattro giorni più tardi gli uomini di Lyn Jones dovranno scendere di nuovo in campo a Kumagaya per sfidare le Samoa, una vicinanza che potrebbe pregiudicare le chance di poter avvicinarsi a una vittoria.
A quel punto ci sarà la pausa lunga per i russi, che nove giorni più tardi dovranno indossare l’elmetto e la corazza più resistenti in assoluto per sfidare l’Irlanda di Joe Schmidt, per la quale è facile ipotizzare un discreto turnover. Il 9 ottobre la Russia chiuderà la propria Rugby World Cup a Fukuroi contro la Scozia, che sarà a caccia di 5 punti fondamentali per giocarsi la qualificazione ai quarti.
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Giocatori da seguire
L’estremo Vasily Artemyev è il miglior realizzatore di mete (30) nella storia della Russia ed è anche il capitano della nazionale, per cui sarà uno dei giocatori che catalizzerà maggiormente l’attenzione tra gli Orsi. Un’altra colonna della trequarti russa sarà Vladimir Ostroushko, anche lui over 30 come Artemyev e Kushnarev: il centro ha giocato spesso anche per la nazionale a 7 nelle World Series ed è un corridore potente su cui Lyn Jones farà come minimo grande affidamento, oltre a essere solido in difesa.
Nel pack spicca soprattutto il nome del pilone Valery Morozov, classe 1994 e di stanza ai Sale Sharks con cui ha giocato 8 partite da febbraio a fine stagione. In terza linea potrebbe mettersi in mostra Tagir Gadzhiev, anche lui classe 1994 e con un passato nelle MMA, tanto da dichiarare di non aver mai giocato a rugby prima dei 18 anni.
Scenari migliori e peggiori
Nella migliore delle ipotesi, la Russia tiene a riposo tutti i titolari nella sfida contro il Giappone, perdendo comunque senza subire troppo nella partita inaugurale, e nella seconda partita tiene in scacco le Samoa per tutto il match. Alla fine, sarà Yuri Kushnarev a risolvere una partita sempre sul filo del rasoio con un drop all’ultimo minuto, decretando il suo ingresso definitivo nella leggenda del rugby russo. Contro Irlanda e Scozia arrivano due imbarcate, ma a chi importa a quel punto?
Ma potrebbe anche andare diversamente. La Russia non riesce né a contenere l’entusiasmo del Giappone nella prima giornata né a tenere testa alle Samoa, che negli ultimi venti minuti prendono il largo dopo un match abbastanza equilibrato e rifilano 30 punti ai russi. Demoralizzati e con le due partite più difficili all’orizzonte, gli Orsi subiscono lo stesso trattamento di otto anni prima dall’Irlanda e vengono sopraffatti nettamente anche dalla Scozia, senza segnare nemmeno una meta negli ultimi due match.
La storia della Russia nella Rugby World Cup
1987: non invitata
1991: non ha partecipato
1995: non qualificata
1999: non qualificata
2003: squalificata dalle qualificazioni per eleggibilità irregolari
2007: non qualificata
2011: quinta nel girone
2015: non qualificata
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