John McKee è alla guida di un gruppo che oltre al talento puro sta anche affrontando una delle preparazioni migliori della sua storia
Australia e Galles sono avvertite: non considerate le Fiji fuori dal discorso di qualificazione ai quarti di finale prima del tempo, perché a questa edizione della Rugby World Cup i ragazzi del Pacifico fanno sul serio.
La vittoria contro i Maori All Blacks, netta e inconfutabile seppure con le dovute proporzioni di preparazione alla partita delle due compagini, è stata il primo avvertimento di una nazionale che non è forse mai stata così zeppa di talento, pur non avendo sfigurato in molteplici edizioni della coppa del mondo.
Anzi, l’ultima volta che le Fiji si sono qualificate ai quarti di finale era il 2007, sopravanzando proprio il Galles in un girone che includeva anche l’Australia.
Anche se il livello medio di talento è addirittura più alto che in passato, specie in certi ruoli come la terza linea (Mata, Yato, Kunatani, Waqaniburotu, Nagusa) o i centri (Botia, Radradra, Tuisova, Matavesi, Sau), è la preparazione ad affrontare questa coppa del mondo che rende la spedizione figiana senza precedenti, e ancor più temibile.
“Questo gruppo tecnico può pianificare e mettere in pratica un programma di rugby totale che porti le Fiji a un nuovo livello” ha detto l’head coach John McKee.
“Abbiamo la conoscenza e l’affiatamento per portare questa nazionale ad essere la squadra figiana meglio preparata ad affrontare una Rugby World Cup.”
Il gruppo a cui fa riferimento McKee è composto da Tabai Matson, già nello staff dalla coppa del mondo 2015 e assistente ai Chiefs neozelandesi; Alan Muir, assistente per la mischia chiusa ed ex coach di Wellington; Neil Barnes, anch’egli membro dello staff anche dei Chiefs; John Pryor, ex preparatore atletico di Eddie Jones.
Inoltre, negli ultimi anni, la federazione figiana ha provato a costruire una infrastruttura tecnica per produrre costantemente giocatori per l’alto livello, al di là della miriade di talenti esportati in tutte le parti del mondo. Ecco dunque che i Fijian Drua hanno incominciato a portare i migliori giocatori locali a giocare nell’Australian Rugby Championship, il campionato domestico australiano che la selezione ha anche vinto nel 2018.
Ci sono anche i Fijian Latui, selezione che ha affrontato le Pacific Showcase Series del circuito Global Rapid Rugby. In questo modo le Fiji hanno ampliato la rosa a disposizione del coach e alzato il proprio livello medio.
Come preparazione finale alla coppa del mondo, le Fiji potranno contare sulla Pacific Nations Cup, che li vedrà giocare contro Giappone, Canada e Samoa. Tutte squadre sulla carta inferiori ma abbastanza probanti perché il gioco istintivo, di continui offloads anche molto rischiosi visto contro i Maori All Blacks possa essere messo alla prova.
“Se vogliamo essere la miglior nazionale figiana di sempre, dobbiamo fare la miglior preparazione di sempre – ha insistito John McKee – Sono contento di vedere che i giocatori che militano in Europa sono molto concentrati sulla coppa del mondo. Stanno lavorando duramente per fare sì che tutti siano pronti. Ma sia Australia che Galles avranno comunque più tempo insieme rispetto a noi e questa sarà una sfida ulteriore che stiamo lavorando per vincere.”
“Dovremo concentrarci sulle cose che facciamo intorno alla ruck e nell’area del contatto perché per giocare il nostro gioco abbiamo bisogno di avere palloni veloci. Abbiamo bisogno di essere efficienti su questi temi contro le squadre di prima fascia e contro la Georgia, visto che anche loro sono molto forti in quelle aree del gioco. La nostra difesa è stata abbastanza buona nel 2018, ma dovrà essere ancora migliore alla Rugby World Cup.”
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