I Pumas sfiorano una storica vittoria contro i campioni del mondo. A decidere sono i calci di Barrett
A Buenos Aires il match comincia subito sotto il segno dell’Argentina, che si porta in vantaggio per 3-0 grazie al piazzato di Sanchez. Lo stadio trascina i Pumas che appaiono carichi e organizzati, al contrario di una formazione All Blacks piuttosto confusa. Nuova punizione, questa volta dalla distanza: Boffelli si incarica della trasformazione andando a segno. E’ 6-0.
Il ritmo dei sudamericani è tambureggiante, Fifita commette un nuovo fallo placcando alto un avversario. Touche per i padroni di casa che cercano di andare per il bersaglio grosso: sfondamento della cassaforte, poi carica delle terze linee, ma Cane e compagni riescono a sbrogliare costringendo i rivali all’in avanti.
I campioni del mondo respirano per la prima volta in corrispondenza del quarto d’ora. In tre minuti gli uomini di Hansen ribaltano il fronte di gioco: multifase e spinte abrasive costringono la difesa albiceleste ad arretrare e a commettere tanti falli. Aaron Smith poi batte veloce premiando la corsa di taglio di Laumape che resiste al placcaggio avversario per andare in meta a schiacciare sotto ai pali. Beauden Barrett converte: al ventesimo arriva il sorpasso sul 6-7.
La contesa è frizzante, il botta e risposta al piede sull’asse Sanchez-Barrett sposta lo score immediatamente sul 9-10, ma il finale di primo tempo è tutto di marca neozelandese.
I numeri uno del ranking assaltano infatti i ventidue avversari senza trovare la via della meta, ma portandosi a casa il macinato del 9-13.
Manca pochissimo al riposo, l’Argentina cerca una nuova fiammata: la palla inizia andare al largo, nella trasmissione però c’è un’imprecisione. Le tenaglie di Retallick si mettono in movimento intercettando l’ovale. Il seconda linea fiuta odore di realizzazione pesante mettendosi in moto e andando a marcare. Barrett converte, ancora una volta, a tempo praticamente scaduto: si va negli spogliatoi con un pesante 9-20.
Il restart vede la formazione di Ledesma tornare a premere sul pedale dell’acceleratore per cercare di accorciare le distanze. E al quarantasettesimo su un up & under di Sanchez, indirizzato nella “zona rossa”, Boffelli salta più in alto di Ben Smith schiacciando nella fase di atterraggio al suolo: è meta, seguita dalla conversione. Si va sul 16-20.
Gli All Blacks tornano sotto pressione. Retallick concede un fallo in touche prendendo in volo la torre degli argentini. Sanchez si presenta dalla piazzola per accorciare sul meno uno, ma sbaglia. Il pubblico torna a farsi sentire, i campioni in carica si scoprono indisciplinati come mai prima all’interno della partita. Matera e soci provano a forzare i tempi rischiando anche il “fuori giri”: è lotta senza quartiere, a tutto campo.
In corrispondenza dell’ora di gioco, inizia e si intensifica una prima girandola di cambi dalle panchine.
L’incontro vive una fase indecifrabile. Al sessantasettesimo de la Fuente sfrutta il riciclo di un compagno per scappare al largo scambiando l’ovale con Moyano, che restituisce il pallone al suo primo centro. I Pumas sembrano andare in maniera rocambolesca in meta, ma l’arbitro e il TMO sono pronti subito ad intervenire e ad annullare l’azione.
Hansen e il suo staff iniziano a scomporsi nel loro box tecnico, la Nuova Zelanda nel secondo tempo non ha mai visto i ventidue avversari. Si entra negli ultimi seicento secondi, il tempo scorre veloce. Nuovi avvicendamenti aiutano gli ospiti a respirare e a guadagnare metri.
Ultimi tre minuti: l’Argentina recupera la palla. I Pumas con determinazione, voglia e tecnica risalgono il campo. Altro fallo degli All Blacks: punizione. Touche sui cinque metri. Tempo scaduto, ultimo tentativo di maul. Le guardie dei neozelandesi si inseriscono in mezzo al drive rallentando il ritmo dell’avanzamento. Il pack sudamericano pasticcia commettendo l’in avanti che sancisce il termine della contesta. Gli All Blacks espugnano Buenos Aires ottenendo quattro punti in classifica, mentre i Pumas conquistano il punto di bonus difensivo lasciando l’ultimo posto della graduatoria del Rugby Championship all’Australia.
Argentina: 15 Emiliano Boffelli, 14 Matías Moroni, 13 Matías Orlando, 12 Jerónimo de la Fuente, 11 Ramiro Moyano, 10 Nicolás Sánchez, 9 Tomás Cubelli, 8 Javier Ortega Desio, 7 Marcos Kremer, 6 Pablo Matera, 5 Tomás Lavanini, 4 Guido Petti, 3 Juan Figallo, 2 Agustín Creevy, 1 Nahuel Tetaz Chaparro
A disposizione: 16 Julián Montoya, 17 Mayco Vivas, 18 Santiago Medrano, 19 Matías Alemanno, 20 Tomás Lezana, 21 Felipe Ezcurra, 22 Joaquín Díaz Bonilla, 23 Joaquín Tuculet
Marcatori Argentina
Mete: Emiliano Boffelli (47)
Conversioni:
Punizioni: Nicolás Sánchez (2), Emiliano Boffelli (7), Nicolás Sánchez (21)
All Blacks: 15 Ben Smith, 14 Sevu Reece, 13 Anton Lienert-Brown, 12 Ngani Laumape, 11 Jordie Barrett, 10 Beauden Barrett, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane (c), 6 Vaea Fifita, 5 Patrick Tuipulotu, 4 Brodie Retallick, 3 Angus Ta’avao, 2 Dane Coles, 1 Ofa Tuungafasi
A disposizione: 16 Liam Coltman, 17 Atu Moli, 18 Nepo Laulala, 19 Jackson Hemopo, 20 Luke Jacobson, 21 Brad Weber, 22 Josh Ioane, 23 Braydon Ennor
Marcatori All Blacks
Mete: Ngani Laumape (18), Brodie Retallick (39)
Conversioni: Beauden Barrett (19, 40)
Punizioni: Beauden Barrett (23, 37)
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