Gli Springboks dilagano al debutto chiudendo la gara con cinque mete realizzate
La partita inizia in maniera assai fisica, con molti placcaggi e poche corse avanzanti. Dopo i primi seicento secondi però, ecco arrivare lo squillo dei padroni di casa: la palla arriva al largo per Nkosi che batte il suo diretto avversario e ricicla verso l’interno per Herschel Jantjies. Il mediano di mischia mette il turbo e nello spazio accelera andando in meta in mezzo ai pali. Elton Jantjies converte per il 7-0.
Il match fatica comunque a decollare, c’è qualche errore di troppo. L’Australia nel frattempo accorcia le distanze dalla piazzola con Foley, prima di andare a segno con la corsa di Salakaia-Loto: sarebbe la meta del sorpasso ospite, se non fosse che al terza linea pervenga l’ovale da un passaggio in avanti di Kerevi. L’arbitro si consulta col TMO decidendo di annullare la meta. Lo score si sistema sul 7-3.
Si scollina oltre il ventesimo minuto e un altro accadimento modifica gli equilibri in campo: ad Esterhuizen infatti viene sventolato in faccia un cartellino giallo per un placcaggio alto all’indirizzo di Banks.
Gli Springboks si ritrovano in quattordici, ma non si abbattono. Dalla propria metà campo riescono a ripartire con un calcetto che scavalca la rete difensiva dei rivali trovando sul rimbalzo dell’ovale le gambe di Herschel Jantjies. Il trequarti corre venendo bloccato a pochi centimetri dalla bandierina. Arrivano gli avanti, Lood de Jager ci mette tutti i suoi chili per andare oltre. E’ meta. Si va sul 14-3.
Il passivo diventa pesante per gli uomini di Cheika, i quali però reagiscono immediatamente. Sugli sviluppi di una touche offensiva, i Wallabies mettono in piedi un multifase che ribalta il campo da sinistra a destra riuscendo a mettere in moto la furia di Haylett-Petty che con gambe e forza esplosiva arriva in “zona rossa”. Foley converte per il 14-10.
Etzebeth e compagni vanno alle corde, Haylett-Petty prova a rendersi ancora protagonista ma sul più bello non riesce a raccogliere un grubber in profondità per andare nuovamente a marcare pesante. Si torna intanto in parità numerica. L’Australia prova ancora ad alzare il volume della radio, ma non riesce a raccogliere nulla – in termini di punti – prima che suoni la sirena della fine del primo tempo.
La ripresa viene inaugurata da una serie di mischie, più volte resettate, che vedono alla fine prevalere il Sudafrica. L’Australia va in difficoltà: in prima linea cominciano i cambi. Al cinquantunesimo Elton Jantjies prova la bomba con un piazzato da oltre cinquanta metri andando vicino ai pali, ma senza trovare soddisfazione. E’ il segnale che i padroni di casa vogliono andare a mettere nuovi punti a referto. Tupou, tre minuti dopo commette una sciocchezza entrando in maniera scomposta su Elstadt. La squadra arbitrale ravvisa la scorrettezza ammonendo il pilone subentrato. I vicecampioni del mondo si ritrovano a difendere, molto sotto pressione, in quattordici. Un metro dopo l’altro, un passaggio dopo l’altro i padroni di casa pescano la combinazione vincente sull’asse Etzebeth-Gelant-Nkosi; con l’ala che va a schiacciare. Elton Jantjies si conferma perfetto nel fondamentale della conversione. E’ 21-10.
Il solco è scavato nuovamente, ma questa volta in modo più netto. I rappresentanti della Rainbow Nation fiutano la chance per allargare ulteriormente il gap e poco dopo l’ora di gioco colpiscono con la corsa, ancora una volta dirompente, di Herschel Jantjies che finta il passaggio arretrato dal raggruppamento aggirando le guardie rivali per poi sprintare alla bandierina. Si va sul 28-10.
A un quarto d’ora dal termine si torna a uomini pari sul prato dell’Ellis Park. Il match sembra destinato a scivolare via, ma l’ingresso di Kurtley Beale lo ravviva: il trequarti estroso dell’Australia trova il varco giusto per infilarsi nel buco lasciato dalla difesa sudafricana e imbeccare in maniera perfetta l’accorrente Foley che va in meta indisturbato andando anche a convertire. Distanze accorciate: 28-17, a otto minuti dalla fine.
Gli ospiti cercano di tornare in partita un’altra volta, ma la frenesia e il tempo che scorre inesorabile diventa un loro nemico e un alleato degli uomini di Erasmus che arrivano all’ottantesimo sigillando prima il pallone e poi trovando lo spazio per andare nuovamente in meta, grazie al guizzo di Reinach. Si chiude sul 35-17. Il Sudafrica apre quindi il suo Rugby Championship ottenendo cinque punti buoni per la classifica.
Sudafrica: 15 Warrick Gelant, 14 S’bu Nkosi, 13 Jesse Kriel, 12 Andre Esterhuizen, 11 Makazole Mapimpi, 10 Elton Jantjies, 9 Herschel Jantjies, 8 Francois Louw, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Rynhardt Elstadt, 5 Lood de Jager, 4 Eben Etzebeth (capitano), 3 Trevor Nyakane, 2 Bongi Mbonambi, 1 Tendai Mtawarira
A disposizione: 16 Schalk Brits, 17 Lizo Gqoboka, 18 Vincent Koch, 19 Marvin Orie, 20 Marcell Coetzee, 21 Cobus Reinach, 22 Frans Steyn, 23 Dillyn Leyds
Marcatori Sudafrica
Mete: Herschel Jantjies (9, 62), Lood de Jager (24), S’bu Nkosi (56), Cobus Reinach (80)
Conversioni: Elton Jantjies (12, 25, 58, 63, 81)
Punizioni:
Australia: 15 Tom Banks, 14 Dane Haylett-Petty, 13 Tevita Kuridrani, 12 Samu Kerevi, 11 Reece Hodge, 10 Bernard Foley, 9 Nic White, 8 Isi Naisarani, 7 Michael Hooper (c), 6 Lukhan Salakaia-Loto, 5 Rory Arnold, 4 Izack Rodda, 3 Sekope Kepu, 2 Folau Fainga’a, 1 James Slipper
A disposizione: 16 Jordan Uelese, 17 Harry Johnson-Holmes, 18 Taniela Tupou, 19 Rob Simmons, 20 Jack Dempsey, 21 Will Genia, 22 Matt To’omua, 23 Kurtley Beale
Marcatori Australia
Mete: Dane Haylett-Petty (29), Bernard Foley (71)
Conversioni: Bernard Foley (72)
Punizioni: Bernard Foley (17, 30)
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.