Oltre alla vittoria, s’intende. Gli Springboks fanno turnover, i Wallabies cercano soluzioni nuove in tempi brevi
A Johannesburg comincia il Rugby Championship 2019, ma lo sguardo di Sudafrica e Australia – come anche di All Blacks e Argentina – è più che mai rivolto verso il Giappone e la Coppa del Mondo. Il torneo dell’emisfero Sud, ridotto a tre giornate quest’anno, non è l’obiettivo primario della stagione per nessuna delle due quattro squadre, ma sarà un’occasione per cominciare a definire le strategie definitive in vista del Mondiale, oppure per le sperimentazioni dell’ultimo momento.
È il caso di Springboks e Wallabies, che si trovano in due momenti storici piuttosto differenti per quanto riguarda le rispettive nazionali. Il Super Rugby giocato dalle franchigie australiane e sudafricane non è stato brillante, eccezion fatta per i momenti positivi di Brumbies e Bulls, eppure il Sudafrica di Rassie Erasmus può comunque essere considerato una possibile candidata alla vittoria della Rugby World Cup 2019. Non si può dire lo stesso almeno per il momento per l’Australia di Michael Cheika, che sembra ancora alla ricerca dell’assetto giusto e di un XV titolare di cui potersi fidare.
Turnover ed esperimenti
L’infortunio di Dyantyi è sembrato l’unico imprevisto del percorso di avvicinamento degli Springboks a questa prima partita del 2019. Per il resto, lo staff tecnico ha voluto approcciare la partita dell’Ellis Park contro i Wallabies pensando anche alla prossima sfida in Nuova Zelanda contro gli All Blacks. A Johannesburg mancheranno Malcolm Marx, Duane Vermeulen, Faf de Klerk, Handré Pollard, Cheslin Kolbe e Willie le Roux per scelta tecnica, oltre al capitano Siya Kolisi assente per precauzione dopo essersi infortunato qualche settimana fa.
La costruzione di una squadra sempre più profonda e coperta in tutti i ruoli del resto è uno dei principali obiettivi di Erasmus. E anche senza tutti quei big, gli Springboks possono permettersi di schierare una formazione decisamente competitiva e con diversi elementi interessanti come Gelant, Herschel Jantjies ed Elstadt per esempio, con questi ultimi due al debutto assoluto con la nazionale. È anche un rischio, guardando da un’altra prospettiva, ma calcolato, anche perché poi gli uomini di esperienza come Etzebeth, Mtawarira, Louw e du Toit non mancano.
Gli Springboks hanno vissuto un 2018 molto incoraggiante, nonostante le sconfitte contro Inghilterra e Galles a novembre, e hanno accumulato un buon numero di indicazioni favorevoli sia a livello di uomini sia a livello tattico.
L’Australia sembra invece costretta a fare una sorta di corsa contro il tempo per mettere in ordine tutti i pezzi del puzzle. I Wallabies giocheranno per la prima volta in Sudafrica con il nuovo coach dell’attacco, Shaun Berne, che ha preso il posto di Stephen Larkham dopo quattro anni in un’area di gioco piuttosto critica durante la scorsa stagione, mentre in alcune zone del campo Cheika dovrà necessariamente trovare al più presto soluzioni efficaci.
L’infortunio di David Pocock, la coperta apparentemente sempre troppo corta in terza linea e l’esclusione di Israel Folau per le note vicende sembrano essere i principali problemi. Nel corso dell’ultimo quadriennio, lo staff tecnico ha sempre faticato a trovare il giusto equilibrio in terza linea negli uomini da affiancare a Hooper e – quando è sano – Pocock. Con solo uno dei due flanker a disposizione, la questione è diventata ancor più intricata, visto che Salakaia-Loto e il debuttante Naisarani non sono due certezze né due fuoriclasse.
Sulla trequarti, la prima maglia n° 15 del post-Folau sarà di Tom Banks, estremo classe 1994 di ottime qualità ma inferiore al suo predecessore per talento puro. Le speranze di Cheika sono riposte soprattutto nelle combinazioni dei trequarti che spesso e volentieri hanno illuminato i Wallabies, anche se in Sudafrica in mezzo al campo ci saranno due carro armati come Kuridrani e Kerevi. Solo in panchina To’omua e Beale, i due giocatori a cui saranno presumibilmente affidati i compiti creativi della squadra. Ma per il momento, insomma, i dubbi superano le certezze.
Kick-off previsto per le 17.05 (diretta Sky Sport Uno).
Le formazioni di Sudafrica v Australia
Sudafrica: 15 Warrick Gelant, 14 S’bu Nkosi, 13 Jesse Kriel, 12 Andre Esterhuizen, 11 Makazole Mapimpi, 10 Elton Jantjies, 9 Herschel Jantjies, 8 Francois Louw, 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Rynhardt Elstadt, 5 Lood de Jager, 4 Eben Etzebeth (capitano), 3 Trevor Nyakane, 2 Bongi Mbonambi, 1 Tendai Mtawarira
A disposizione: 16 Schalk Brits, 17 Lizo Gqoboka, 18 Vincent Koch, 19 Marvin Orie, 20 Marcell Coetzee, 21 Cobus Reinach, 22 Frans Steyn, 23 Dillyn Leyds
Australia: 15 Tom Banks, 14 Dane Haylett-Petty, 13 Tevita Kuridrani, 12 Samu Kerevi, 11 Reece Hodge, 10 Bernard Foley, 9 Nic White, 8 Isi Naisarani, 7 Michael Hooper (c), 6 Lukhan Salakaia-Loto, 5 Rory Arnold, 4 Izack Rodda, 3 Sekope Kepu, 2 Folau Fainga’a, 1 James Slipper
A disposizione: 16 Jordan Uelese, 17 Harry Johnson-Holmes, 18 Taniela Tupou, 19 Rob Simmons, 20 Jack Dempsey, 21 Will Genia, 22 Matt To’omua, 23 Kurtley Beale
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