Il mediano di mischia di Exeter mancava dai Wallabies da 4 anni, adesso può insidiare la maglia numero 9 di Will Genia
Nic White non è il tipo che si accontenta.
La partita giocata da titolare contro il Sudafrica nella prima giornata del Rugby Championship è stata la prima del mediano di mischia dal 2015, anno in cui prese armi e bagagli e si trasferì a Montpellier. Oggi gioca negli Exeter Chiefs, ed è stato uno dei migliori mediani di mischia della Premiership nelle ultime due stagioni.
La sua convocazione in nazionale è dovuta al contratto firmato con Rugby Australia lo scorso maggio, che prevede il suo ritorno in patria dopo la fine della stagione europea 2019/2020. Ancora non è nota la sua destinazione in termini di Super Rugby, anche perché sarà comunque difficile che riesca a prendere parte al campionato del prossimo anno.
Per Cheika la presenza di White aumenta il tasso tecnico complessivo e incrementa la competizione interna: il giocatore ha tutte le carte in regola per provare a scalzare Will Genia dalla maglia numero 9, e lo ha subito dimostrato giocando un’ottima gara al suo ritorno con i Wallabies, nonostante la pesante sconfitta.
“Nonostante la nostra prestazione possa essere stata un po’ goffa, sappiamo che se riusciamo a mettere a posto due o tre cose non siamo così lontani dal livello necessario. Abbiamo provato a fare le cose in maniera un po’ diversa, quindi sapevamo che ci sarebbero stati alcuni tentennamenti, ma secondo me quando nel primo tempo siamo stati pazienti abbiamo saputo creare le nostre opportunità” ha detto alla stampa australiana White, che ora attende con il resto del gruppo l’arrivo dei Pumas a Brisbane.
“Se qualcuna di queste opportunità fosse andata a segno, quella partita sarebbe stata completamente diversa. Quindi non siamo in una situazione di panico. Dobbiamo lavorare su alcune cose e assicurarci di sfruttare i momenti buoni. E’ una cosa che possiamo riuscire a compiere già in questa settimana.”
White, appunto, non è il tipo che si accontenta. Non si accontenta della prestazione contro gli Springboks, così come non si accontenterà di fare da controfigura a Genia, com’è accaduto spesso nelle sue precedenti esperienze in green and gold, e se il mediano di mischia dei Rebels dovesse non essere al massimo, le sue possibilità sono destinate ad innalzarsi bruscamente.
Qualche settimana fa, riflettendo sulla sua carriera, aveva dato fiato proprio alla sua mancanza di compiutezza come Wallaby e alla voglia di dare qualcosa in più alla sua nazionale.
“Sento davvero di essermene andato senza avere mostrato il meglio di me stesso. E questa è stata probabilmente la cosa più dura con la quale convivere. Non penso di aver dato il meglio con la maglia dei Wallabies, e la colpa non è di nessun altro se non mia. A Exeter, però, ho trovato un modo nel quale volevo giocare e la via per dimostrare quello che so fare in campo, e questo mi ha aiutato molto.”
“Sono stato fortunato a vestire la maglia di una squadra di successo. Mi ha dato una grande mano come giocatore e come persona. Ho trovato un modo di giocare che è come penso che si debba giocare, e mi sto davvero, davvero godendo il mio rugby. Passo la palla più che in ogni altro posto dove ho giocato: da passare la palla 50-60 volte a partite sono arrivato a passarla circa 100.”
Il lavoro di White con la maglia dei Wallabies non è finito, dunque. Adesso sta a Michael Cheika scegliere quante possibilità dargli per provare a redimere il suo passato.
“E’ bello essere tornato, ma ora voglio i risultati.”
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