Gli uomini di Gatland si stanno preparando dormendo oltre i duemila metri e scendendo a mille per le tre sessioni quotidiane
C’è una squadra, fra le partecipanti alla Rugby World Cup, che troppi opinionisti lasciano in fondo alle loro liste di favoriti per la vittoria del torneo nipponico, ed è determinata a ribaltare i pronostici e fare il colpaccio: è il Galles.
Mentre l’Inghilterra è discesa in terra italica per affrontare la preparazione al caldo di Treviso, e l’Italia si gode l’aria leggermente più fresca di Pergine Valsugana, Warren Gatland ha fatto fare le valigie ai suoi per affrontare un ritiro di preparazione atletica in Svizzera, sulle Alpi.
La squadra campione del Sei Nazioni è a Fiesch, un piccolo comune che stenta ad arrivare a 1000 abitanti, e supera i mille metri di altezza. E’ una cittadina del Canton Vallese, di lingua tedesca, soprattutto nota per le stazioni sciistiche.
Il Galles fa base oltre i duemila metri, e scende poi in paese per gli allenamenti agli ordini di Huw Bennett, l’ex tallonatore degli Ospreys e della nazionale che oggi si occupa di preparazione atletica e impartisce ordini ai giocatori come il sergente di ferro che il suo viso tagliato nel legno suggerisce che sia.
“Abbiamo sessioni concepite per metterli in difficoltà. Riceviamo i benefici di vivere in altura, ma per allenarci scendiamo ad una altitudine che ci permette di lavorare ad alta intensità.”
In realtà, il ritiro sulle Alpi svizzere non è una novità per Alun Wyn Jones e soci, visto che venne organizzato anche 4 anni fa. Oggi di quella squadra rimangono diciotto dei 42 convocati da Gatland.
Tutti gli osservatori, e gli stessi giocatori, hanno descritto come infernale la preparazione messa in atto dallo staff tecnico.
“Sicuramente è durissima – ha detto Hadleigh Parkes, uno dei novizi – C’è stato un discreto numero di sessioni molto difficili da superare, ma alla fine di questo percorso fatto di bastonate ci aspetta una carota piuttosto grossa.”
Intanto, Bennett racconta la filosofia dietro tutto il lavoro svolto dai gallesi: “Con Gatland abbiamo un manta, lavorare più duramente degli altri. I ragazzi devono applicarlo ed esserne convinti.”
“Se tagliano una curva o se non arrivano al termine dell’ultima ripetizione, dentro la loro testa sanno di non essere al giusto standard.”
“Tanto del successo ottenuto è arrivato a seguito di questa filosofia e i giocatori sanno che se faranno il lavoro, ne avranno un ritorno.”
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