Gli africani, alla sesta partecipazione Mondiale, andranno a caccia della prima vittoria nel torneo iridato
La sesta Coppa del Mondo (consecutiva) potrebbe essere quella della storia per la Namibia. Il team africano proverà a riscrivere il libro delle statistiche con la ricetta consueta. Gli ingredienti primari saranno, come sempre, tradizione, (tanto) orgoglio e tonnellaggio, miscelati all’esperienza maturata da gran parte del gruppo tra le fila dei Weltwischias, franchigia federale che milita nella seconda serie della Currie Cup, in Sudafrica.
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La qualificazione alla Rugby World Cup 2019 è arrivata in scioltezza lo scorso anno, grazie al primo posto archiviato nella Africa Gold Cup, competizione letteralmente dominata dove la Namibia si è dimmostrata ancora di livello troppo alto per tutte le squadre del continente che non si chiamino ovviamente Sudafrica.
Ambizioni ed obiettivi
Nelle precedenti cinque edizioni della Coppa del Mondo, quelle a cui la Namibia ha preso parte (il debutto avvenne nel torneo del 1999), la squadra africana ha archiviato 19 sconfitte su 19 gare complessive. Un digiuno da successi che, tuttavia, in Inghilterra, quattro anni fa, fu ad un passo dall’essere spezzato. Al termine di una battaglia gagliarda, i namibiani persero per una solo lunghezza contro la Georgia nella fase a gironi, raccogliendo il primo punto della loro storia.
L’obiettivo questa volta sembra essere invece alla portata, visto che la Namibia affronterà il Canada con i favori del pronostico (nonostante il World Rugby Ranking veda i canadesi al 21esimo posto ed i namibiani al 23esimo, classifica più bassa tra le partecipanti al Mondiale).
I nordamericani si sono infatti qualificati con l’ultimo posto disponibile, solo vincendo il torneo di ripescaggio dello scorso novembre e, alla luce dei risultati recenti del team di Phil Davies, unica squadra capace di battere l’Uruguay padrone di casa nella recente Nations Cup, la terra giapponese potrebbe regalare una storica prima volta per le Welwitschias.
Difficile, invece, ipotizzare altri exploit contro le prime tre del raggruppamento, almeno sulla carta. Nuova Zelanda e Sudafrica sono su un altro pianeta, ed anche gli azzurri vantano un livello di competitività troppo elevato per permettere agli africani di impensierire realmente il team di Conor O’Shea.
Il calendario
Il debutto nella competizione nipponica del team africano sarà il 22 settembre a Higashiosaka, contro l’Italia. Un incontro delicato dove i namibiani proveranno ad affidarsi all’effetto sorpresa, cercando di sfruttare a pieno il fatto di non avere niente da perdere rispetto agli azzurri, chiamati subito a esprimersi al meglio delle loro possibilità.
Nelle due settimane successive, poi, i ragazzi di Phil Davies affronteranno le due sfide contro le corazzate del girone: il 28 settembre ecco il Sudafrica a Toyota, il 6 ottobre la Nuova Zelanda a Tokyo. La partita più importante del Mondiale, per la Namibia, arriverà quindi all’ultimo stop, il 13 ottobre, in quel di Kamaishi, contro il Canada. Un sfida di difficile lettura, che, verosimilmente, definirà in maniera inequivocabile la qualità del torneo portato a termine dagli uomini di Davies.
Giocatori da seguire
Sotto la lente d’ingrandimento ci sarà Torsten van Jaarsveld, dinamico tallonatore del Bayonne, club francese con cui ha conquistato la promozione nella massima serie transalpina, contribuendo personalmente con 28 presenze e 6 mete. Sulle qualità del ragazzo, del resto, non c’erano grossi dubbi, anche e soprattutto alla luce della brillante stagione ’17/’18 disputata in Pro14 con la maglia dei Cheetahs, nel corso della quale fu uno dei grandi protagonisti della cavalcata sino ai playoff del team di Bloemfontein.
Da seguire anche Janco Venter, seconda o terza linea dei Jersey Reds nel Championship inglesi. In mediana proverà a far valere la sua esperienza il 33enne Eugene Jantjies, alla quarta Rugby World Cup della carriera.
Scenari migliori e peggiori
Nella migliore delle ipotesi pensabili ed immaginabili per il team africano, la Namibia parte fortissimo contro gli azzurri, disputando un primo tempo all’arma bianca, restando in qualche modo attaccata al match, prima di perdere contatto e cedere in modo netto alla distanza. Archiviate senza pretese, con passivi pesantissimi le improbe battaglie con Sudafrica e Nuova Zelanda, i ragazzi di Davies scrivono la storia, sconfiggendo il Canada al termine di una prestazione memorabile ed ottenendo la prima vu doppia iridata. Un successo che varrebbe anche un botto nel ranking mondiale.
Esiste, tuttavia, anche uno scenario ben più negativo, con la Namibia che viene sconfitta pesantemente in apertura di rassegna iridata, sommersa dalle mete azzurre nel corso di tutti gli 80′, cedendo poi di schianto anche al Canada, con i nordamericani che trovano la quadratura del loro cerchio nel corso del Mondiale, arrivando alla sfida decisiva con automatismi insospettabili alla vigilia.
La storia della Namibia nella Rugby World Cup
1987: non invitata
1991: non ha partecipato
1995: non qualificata
1999: quarta nel girone
2003: quinta nel girone
2007: quinta nel girone
2011: quinta nel girone
2015: quinta nel girone
Le schede delle squadre della RWC 2019
– Canada
– Uruguay
– Tonga
– Samoa
– Georgia
Matteo Viscardi
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