Perché Rory Best non canta mai gli inni irlandesi

Il capitano della nazionale irlandese, senza mancare d’ironia, ha spiegato il motivo per cui rimane sempre in silenzio

Rory Best al fianco di Jack McGrath e Simon Zebo durante l’esecuzione dell’inno irlandese (ph. Reuters)

Chi ha guardato qualche volta dell’Irlanda, soffermandosi sui giocatori al momento dell’inno, avrà notato che Rory Best non canta mai né l’Amhrán na bhFiann (l’inno della Repubblica) né Ireland’s Call, la canzone che rappresenta l’intera isola.

Il capitano della nazionale, con 118 cap all’attivo, si ritirerà al termine della Rugby World Cup dopo una carriera lunga 15 anni, durante i quali in tanti si sono chiesti il motivo della curiosa scelta di rimanere in silenzio durante gli inni (che vengono suonati entrambi quando l’Irlanda gioca in casa; in trasferta c’è solo Ireland’s Call, invece).

Prima di congedarsi con il rugby, a Best è stata fatta la fatidica domanda: perché?. A porla sono stati Jim Hamilton e Andy Goode duranta una puntata di The Rugby Pod, il podcast di RugbyPass, ma inizialmente la risposta di Best è stata soprattutto ironica. “Non l’ho mai cantato perché in realtà adoro essere massacrato sui social media dopo la partita per non averlo fatto – ha scherzato Best – È uno dei punti più importanti: andare su Twitter e vedere gli insulti delle persone. Giocare per l’Irlanda non sarebbe lo stesso senza quest’enorme incoraggiamento che ricevo”.

“È curioso che io riceva tanti insulti per non cantare l’inno, ma che nessuno si sia mai fermato a pensare «ma perché non canta?»” – ha continuato Best, che a quel punto è passato alla vera spiegazione del suo gesto.

“Stai giocando per l’Irlanda. Provenendo da famiglie di rugby, pensi che tutto questo sia incredibile. Sei così carico emotivamente. Poi parte Ireland’s Call, che tu hai già sentito tante volte nel vecchio Lansdowne Road o guardando la tv. Canti a squarciagola – ha cominciato Best – Giocavamo forse contro Francia o Inghilterra. Calcio d’inizio. Corriamo verso il pallone, che viene raccolto dagli avversari e calciato fuori. Vado a raccogliere il pallone e nel frattempo penso (prima della touche): «Qualcuno lo prenderà dai».

“Lancio questa rimessa laterale, che va.. Tre volte in più alto dell’altezza del giocatore a cui stavo mirando. Non è stato poi così male!” – ha continuato Best – Da quel momento, non ho più cantato. Ireland’s Call fa diventare tutto troppo emozionale per me”.

“Mi preoccupo che (un episodio come quello di prima, ndr) possa succedere in una grande partita. Magari contro gli All Blacks. “È un po ‘come il portiere. Devi abbassare la frequenza cardiaca, devi concentrarti, riprendere il respiro e concentrarti per quella frazione di secondo per lanciare il tiro perfetto. Questo è solo il motivo per cui l’ho fatto. Non so se mi avrebbe influenzato tanto ora, ma non sono disposto a cogliere l’occasione.

“È un po’ come il discorso dei calci piazzati. Devi abbassare la frequenza cardiaca, devi riprendere il respiro e concentrarti in quella frazione di secondo per lanciare in modo perfetto. Questo è il solo motivo per cui l’ho fatto. Non so se possa influenzarmi ancora tanto, ma non sono disposto a correre il rischio”.

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