Sbu Nkosi ha realizzato una doppietta a Pretoria mettendo in mostra un arsenale offensivo infinito
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.
Sbu Nkosi sta provando a guadagnarsi una maglia da titolare. Al fianco degli oramai certi Willie le Roux e Cheslin Kolbe, nella formazione tipo degli Springboks rimane libero un posto nel triangolo allargato, per il quale sono in competizione in tre: Aphiwe Dyantyi, finora tenuto in bacino di carenaggio da un infortunio; Makazole Mapimpi, che ha ben figurato nel Rugby Championship; Sbu Nkosi, le cui quotazioni sono in rapida ascesa dopo la doppietta di sabato contro l’Argentina.
Nkosi forse non è il più diligente tatticamente dei trequarti a disposizione di Rassie Erasmus, e nemmeno il più efficace nella difesa uno contro uno. E’ però un attaccante nato, i cui mezzi fisici e atletici lo aiutano a realizzare azioni da far strabuzzare gli occhi, come quelle completate con la meta al Loftus Versfeld di Pretoria.
Nel primo tempo, l’ala degli Sharks ha finalizzato una buona azione al largo dei suoi con un potente step verso l’interno, battendo la difesa argentina per la prima meta dell’incontro. Quello che però combina in apertura di ripresa è ancora meglio.
Da una mischia chiusa oltre i 10 metri avversari, gli Springboks muovono il pallone con Cobus Reinach. La difesa è stretta, anche grazie alla finta carica di Andre Esterhuizen e alla presenza di Elton Jantjies sul lato chiuso della mischia, a sinistra fuori dall’inquadratura.
La palla passa a Jesse Kriel, che ha il tempo per pensare e scegliere l’opzione che gli sembra più proficua, ovvero quella di operare un salto per portare la palla a Sbu Nkosi, libero sulla destra. Da lì, incomincia lo show.
L’ala sudafricana si libera del diretto avversario con uno step di potenza verso l’interno, come nella prima meta segnata, poi riguadagna immediatamente velocità in pochi passi, per caricare il secondo difensore e sfuggire al suo placcaggio.
Rallentato dall’impatto, Nkosi si libera nuovamente del suo marcatore, che nel contempo era rinvenuto, grazie a una giravolta. La gran conclusione è un tuffo con una parabola pazzesca, che gli consente di atterrare in area di meta volando letteralmente sopra il tentativo estremo di placcaggio.
Sabato pomeriggio, Nkosi ha messo in mostra un arsenale offensivo che ha visto pochi eguali durante l’estate. La concorrenza per guadagnarsi quel posto in squadra è assai agguerrita, ma dopo la doppietta all’Argentina la sua candidatura è davvero forte.
Lorenzo Calamai
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