Il sindacato dei giocatori del Pacifico ha chiesto ufficialmente alle Union europee di condividere una piccola parte delle entrate legate alle partite
Daniel Leo è un ex giocatore samoano, ora presidente del Pacific Rugby Players Welfare (PRPW), l’associazione sindacale che prova a difendere gli interessi dei giocatori e delle Federazioni del Pacifico come Fiji, Samoa e Tonga. Leo si è spesso distinto in questi anni per le dichiarazioni contro l’eccessivo divario economico esistente tra le grandi Federazioni e le Union ‘pacifiche’, raccontate di recente da un documentario della tv neozelandese, accentuato tra le altre cose dal sistema di distribuzione dei ricavi delle partite internazionali e dall’atteggiamento a volte spregiudicato – e spesso denunciato – da parte dei club europei per tenere con sé i giocatori isolani.
Proprio in merito alla distribuzione dei ricavi delle partite, Leo ha fatto una proposta ufficiale alle Federazioni inglesi, irlandesi, francesi, gallesi e scozzesi per cambiare il sistema attualmente in vigore, che al momento garantisce il 100% delle entrate alla squadra di casa. Il PRPW ha chiesto alle maggiori Union europee (che non vanno mai a giocare nel Pacifico in estate) di rinunciare al 10% dei ricavi per le partite organizzate a novembre e destinarlo alla Federazione ospite, una percentuale che garantirebbe alla nazioni del Pacifico di sostenere la propria attività internazionale per i tre anni successivi.
“Un nuovo modello di ridistribuzione garantirebbe nuovi fondi alle nazioni Tier 2 – ha scritto Leo nella lettera – che potrebbero essere utilizzati per rafforzare i tornei interni e aumentare l’appeal internazionale di questo sport. Finanziariamente, tutti ne uscirebbero vincitori. Alcuni dei problemi che stiamo affrontando, come la perdita dei giocatori migliori, l’assenza di un percorso per diventare professionisti, la dipendenza da fondi statali e questioni come la depressione dei giocatori che devono lasciare la propria nazione, sarebbero alleviati”.
Parlando della proposta del 10%, Leo ha detto di sapere che “alcune Federazioni in passato hanno fatto delle «donazioni», che hanno fatto una grossa differenza. Ma bisogna formalizzare e standardizzare questa pratica. La Federazione e il governo samoano appoggiano questa iniziativa”.
“Vi invito a dimostrare che i veri valori del mondo del rugby come il rispetto, il lavoro di squadra, il divertimento, la disciplina e la sportività sono ancora vivi e sani – ha concluso Leo – Attendo di poter ascoltare le vostre risposte e di incontrarvi quando lo riterrete opportuno per portare avanti queste discussioni”.
Secondo il PRPW, una ripartizione del 10% dei ricavi a favore delle nazioni pacifiche permetterebbe anche un’altra serie di cose: organizzare dei campionati semi-professionistici nelle isole, estendere i raduni di preparazione per i Test Match e garantire delle diarie migliori. Nel comunicato che ha accompagnato la lettera firmata da Leo, il sindacato ha scritto che alcune Federazioni hanno mostrato comprensione per questi problemi in passato. “Un nuovo modello non aiuterebbe solo le regioni del Pacifico a crescere, ma avrebbe effetti positivi sul gioco a livello globale”.
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