Top 14: alla prima cadono Tolosa e Racing 92, partenza col botto per il Lione

Torna il massimo campionato francese, fra mete, cartellini, azioni spettacolari e partite decise all’ultimo minuto

ph. Action Images via Reuters/Lee Smith

Chi ha rugby non aspetti rugby. Dev’essere questo il motto della Ligue Nationale Rugby, che a dispetto degli impegni internazionali dei propri giocatori e dell’imminente Rugby World Cup, non ne ha voluto sapere di perdere tempo e, puntuale come le vacanze che finiscono, ha lanciato l’edizione 2019/2020 del Top 14, il massimo campionato francese.

Leggi anche: Guida al Top 14 2019/2020

Il primo turno ha dato subito un senso alla stagione, con un paio di risultati a sorpresa, tante mete e partite indecise fino all’ultimo minuto. Ripartiamo allora anche noi a raccontare la prima giornata della nuova stagione francese, a partire da Parole e numeri.

Boom – Il rumore che ha fatto la sconfitta del Racing 92 a La Defense Arena contro il Bayonne, neopromosso e con ben altre aspirazioni rispetto alla squadra parigina. I biancocelesti non sono nuovi a capitomboli del genere, sia in casa sia in trasferta, e l’assenza di tanti giocatori impegnati con la nazionale non ha fatto altro che alimentare le difficoltà per Labit e Travers. Al resto ci ha pensato Djibril Camara, che ha mandato al manicomio i difensori di casa.

Caduta – Quella dei campioni in carica, il Tolosa del rugby champagne meraviglioso e celebrato. A Bordeaux gli uomini di Ugo Mola – ovviamente senza tante punte di diamante – hanno perso dai girondini 30-25, con la meta decisiva segnata da quel Matthieu Jalibert di cui potreste avere un fugace ricordo in maglia Bleu dal Sei Nazioni 2018. Per il Tolosa ci sarà tempo per rialzarsi, per il Bordeaux è un inizio decisamente incoraggiante dopo un finale deludente nella scorsa stagione.

43 – Il Lione ha ricominciato esattamente da dove era rimasto: ovvero dal segnare 40+ punti a chi si presenta allo Stade de Gerland senza la giusta attitudine. Quando la squadra di Pierre Mignoni è in giornata, non ce n’è quasi per nessuno: lo ha capito il malcapitato Stade Francais, che sabato si è beccato 43 punti e 7 mete. Non esattamente il preludio a una stagione migliore della precedente.
(Bastareaud alert: è entrato dalla panchina, ha giocato numero 8.)

Rosso – La prima giornata ha visto gli arbitri sventolare ben 3 cartellini rossi, di cui due nella stessa partita, quella fra Pau e la neopromossa Brive. La squadra di casa è stata la prima a rimanere in inferiorità numerica, con il flanker Mathieu Ugena espulso al 20′. In 14 contro 15, Pau è riuscita a mantenersi sempre in vantaggio, chiudendo il primo tempo sul 16-7. Proprio quando gli avversari sembravano rifarsi sotto, con la meta di Richard Fourcade a dieci minuti dal termine, ecco che l’estremo Joris Jurand colpisce un avversario con il gomito e si vede sventolare il rosso a sua volta. Pau ne approfitta per marcare un uno-due letale negli ultimi tre minuti che consente loro di portare a casa 5 punti.

10 – E’ il numero dei giocatori del Clermont che ha toccato il pallone almeno una volta nei 36 secondi in cui si è svolta l’azione che ha portato alla meta di Peter Betham, la prima della stagione dei gialloblu. I finalisti della scorsa stagione hanno avuto la meglio di un La Rochelle troppo indisciplinato, che ha giocato per mezz’ora in 14: prima un giallo a Tawera Kerr-Barlow, poi un rosso a Sila Puafisi hanno compromesso un incontro terminato 28 a 10. Betham è stato eletto man of the match ed ha segnato due mete.

Fuori – Ovvero dov’è finito il calcio di Aaron Cruden che avrebbe voluto dire vittoria a Castres per il suo Montpellier. Nella riedizione della finale 2018, partita più tirata della prima giornata e caratterizzata da continui ribaltamenti del punteggio, gli uomini del nuovo tecnico Mauricio Reggiardo l’hanno spuntata grazie al piede preciso di Rory Kockott prima e Julien Dumora dopo, autori in combinato dei 21 punti al piede che, insieme alla meta di Jody Jenneker permettono di raggiungere quota 26. Montpellier invece segna tre mete, firmate da Jim Nagusa, Caleb Timu e Gabriel Ngandebe. Proprio quest’ultimo realizza da posizione defilata sul suono della sirena la segnatura del possibile sorpasso, ma il numero 10 neozelandese metterà la trasformazione a lato dei pali.

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