La squadra di Townsend è la prima nazionale di tier-1 a giocare in Georgia, alla ricerca di risposte convincenti dopo i due incontri con la Francia
Lo scorso novembre, i tifosi italiani hanno toccato con mano quanto possa essere contagiosa la febbre da rugby georgiana, che nonostante i chilometri di distanza aveva valicato valli e montagne per arrivare fino allo Stadio Franchi di Firenze, in una partita per la quale c’era grande clamore in patria e in spogliatoio, ma anche sugli spalti, intorno alla squadra allenata da Milton Haig. Una fame di arrivare al palcoscenico tanto ambito che si riprodurrà in scala assai maggiore alla Dinamo Arena, lo stadio di Tbilisi.
La capitale georgiana ha già assistito al primo dei due incontri casalinghi della preparazione dei Lelos, vinto con una esaltante rimonta sabato scorso contro i Southern Kings per 24-20 (5-17 il primo tempo), ma adesso c’è davvero da fare sul serio, perché arriva una grande del rugby internazionale.
Nonostante sette giorni fa la Scozia abbia portato a casa il successo nel secondo confronto con la Francia, sono più i dubbi che le certezze quelli accumulati da Gregor Townsend nel corso di questo lungo pre-mondiale in dirittura d’arrivo.
Gli ultimi due incontri prima di volare in Giappone vedranno Russell e compagni affrontare appunto la Georgia, prima a Tbilisi e poi a Edimburgo. Si tratta della prima trasferta di una nazionale di prima fascia nel paese dell’Europa orientale, e anche per questo è circondato di grande entusiasmo e aspettativa da parte del pubblico locale.
Si tratta di un crocevia importante per buona parte della rosa scozzese, come ha ricordato in settimana il capitano Stuart McInally: “Tutti sanno che la rosa [per la World Cup] sarà definita dopo la partita, e questo ci porterà grande energia. I giocatori vogliono scendere in campo domani e proporre la loro candidatura a Gregor e agli allenatori per essere scelti.”
Dopo una partenza difficile nel pre-mondiale, con il 32-3 rimediato in terra francese, la Scozia si è rimessa in piedi la scorsa settimana, seppur non brillando particolarmente in attacco, ma riportando in alto il proprio livello difensivo. La sfida contro la Georgia di domani si baserà principalmente su tre aspetti chiave: l’approccio mentale, non sempre perfetto dei ragazzi di Townsend, in una situazione calda come quella della Dinamo Arena; la capacità di tenere a bada la brutalità fisica dei georgiani in fase difensiva; la vittoria della lotta tra i due pacchetti di mischia, sia nelle fasi statiche che nel gioco aperto.
Non c’è nessun dubbio che la Scozia abbia le caratteristiche per vincere la partita, ma è convincere l’interesse principale della squadra. In campo ci sarà un gruppo di giocatori variegato. Potenziali prime scelte affollano il pacchetto di mischia, ad eccezione di Matt Fagerson, mentre nella linea arretrata c’è qualche scommessa in più: interessante il ritorno di Sam Johnson, che dopo un grande Sei Nazioni si ripresenta per conquistare definitivamente la maglia numero 12; Rory Hutchinson parte titolare per giocarsi le proprie possibilità di andare in Giappone dopo l’esordio nelle scorse settimane; Blair Kinghorn deve confermare il proprio grande talento, dopo una stagione complicata.
La Georgia si presenta con una formazione che conterà sui giocatori di maggiore esperienza, fra cui il capitano Mikheil Nariashvili e la coppia mediana formata da Vasil Lobzhanidze e Tedo Abzhandadze. Il centro Davit Kacharava, inoltre, otterrà il proprio cap numero 115, eguagliando il record di presenze con la maglia dei Lelos. Coloro da tenere maggiormente d’occhio sono il potente flanker Otar Giorgadze e il suo compagno di reparto, quasi omonimo, Beka Gorgadze, oltre all’eclettico numero 15 Soso Matiashvili.
Nell’ultimo ciclo mondiale la Scozia ha vinto solo 8 delle 20 partite in trasferta giocate, con due soli successi contro squadre di prima fascia, in Australia nel 2017 e contro i resti dell’ultima Argentina di Hourcade nel 2018. Vincere a Tbilisi sarà anche un modo per scacciare le ansie da trasferta e recuperare fiducia nel proprio sistema, apparso arrugginito nelle scorse settimane.
La Scozia ha i favori del pronostico, ma un’intera, orgogliosa, Georgia che le si oppone.
Georgia: 15 Soso Matiashvili, 14 Mirian Modebadze, 13 Zurab Dzneladze, 12 Davit Kacharava, 11 Alexander Todua, 10 Tedo Abzhandadze, 9 Vasil Lobzhanidze, 8 Beka Gorgadze , 7 Beka Saghinadze, 6 Otar Giorgadze, 5 Konstantin Mikautadze, 4 Shalva Sutiashvili, 3 Beka Gigashvili, 2 Shalva Mamukashvili, 1 Mikheil Nariashvili (c)
A disposizione: 16 Giorgi Chkoidze, 17 Karlen Asieshvili, 18 Levan Chilachava, 19 Giorgi Nemsadze, 20 Lasha Lomidze, 21 Gela Aprasidze, 22 Lasha Khmaladze, 23 Tamaz Mchedlidze
Scozia: 15 Blair Kinghorn, 14 Darcy Graham, 13 Rory Hutchinson, 12 Sam Johnson, 11 Sean Maitland, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw, 8 Matt Fagerson, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay, 5 Grant Gilchrist, 4 Ben Toolis, 3 Willem Nel, 2 Stuart McInally (c), 1 Allan Dell
A disposizione: 16 Grant Stewart, 17 Jamie Bhatti, 18 Zander Fagerson, 19 Scott Cummings, 20 Josh Strauss, 21 Ali Price, 22 Adam Hastings, 23 Huw Jones
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.