È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo
Quando vengono annunciati i convocati di una competizione così importante come la Rugby World Cup – uno degli eventi sportivi più seguiti del pianeta – è quasi naturale che l’attenzione sia rivolta anche verso chi non parteciperà al torneo: un po’ perché criticare le scelte di un CT è quasi una prassi, un po’ perché non è raro che a restare fuori siano giocatori di straordinarie qualità, tagliati per l’eccessiva competizione, per mantenere un certo equilibrio nella rosa o per motivi meno chiari.
Visto che degli esclusi si parla tanto, insomma, neanche noi di OnRugby ci siamo sottratti al famoso giochino di individuare un XV dei migliori giocatori che non andranno alla Rugby World Cup 2019 in Giappone. Le regole d’ingaggio sono state semplici: non sono stati considerati i giocatori infortunati o non convocati per altri motivi (per esempio Dyantyi o Squire) ma solo quelli non selezionati per scelta tecnica nel percorso d’avvicinamento alla competizione, tra chi ha almeno partecipato a dei raduni allargati da giugno in avanti.
A eccezione del ruolo di tallonatore, infatti, tutti gli altri fino a qualche settimana fa si allenavano nei raduni allargati delle rispettive nazionali, prima di essere tagliati fuori.
Il XV degli esclusi dalla Rugby World Cup
15 – Will Addison (Irlanda)
Quanto poteva essere utile: 7/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 6/10
Addison ha perso il ballottaggio con Chris Farrell del Munster per un posto sulla trequarti. Giocatore tecnico, abile con la palla in mano e dotato di un buon passaggio, Addison avrebbe potuto ricoprire più ruoli, come dimostra il fatto che è stato inserito a estremo in questa formazione. Schmidt ha probabilmente premiato la maggiore solidità di Farrell, ottimo corridore e difensore solido nella cerniera.
14 – Santiago Cordero (Argentina)
Quanto poteva essere utile: 10/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 10/10
Una delle esclusioni più pesanti tra quelle inserite in questo XV. Cordero era reduce da una stagione impressionante a Exeter per continuità e impatto sui match, tant’è che non sembravano esserci molti dubbi sulla sua titolarità nei Pumas nel momento in cui Ledesma avrebbe aperto le porte agli overseas. Invece, dopo due partite di Rugby Championship giocate dall’inizio, il CT ha deciso di lasciarlo fuori, preferendogli chi ha giocato con la maglia dei Jaguares nell’ultimo Super Rugby.
13 – Huw Jones (Scozia)
Quanto poteva essere utile: 6/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 8/10
Fino al Sei Nazioni 2018 poteva essere considerato uno dei secondi centri più forti d’Europa. Nella stagione decisiva per la Rugby World Cup, tuttavia, Jones è incappato in una piccola crisi personale anche a causa di alcuni infortuni, che ne hanno condizionato le prestazioni. Negli ultimi Test Match estivi non è apparso in gran forma, e nell’ambiente scozzese si vociferava già di una sua possibile esclusione. In quelle condizioni non poteva essere un’arma letale per Townsend.
12 – Ngani Laumape (Nuova Zelanda)
Quanto poteva essere utile: 8/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 5/10
Laumape è stato devastante nell’ultimo Super Rugby con gli Hurricanes, come mai nella sua carriera finora. Le gerarchie degli All Blacks e forse la maggiore completezza tecnico-tattica dei suoi colleghi di reparto lo hanno penalizzato, scatenando comunque tante critiche in Nuova Zelanda e sollevando tanti dubbi nel resto del mondo. Visti i recuperi di Williams e Crotty e la considerazione di Hansen verso Lienert-Brown e Goodhue, tuttavia, era naturale che Laumape fosse il quinto del reparto.
11 – Steff Evans (Galles)
Quanto poteva essere utile: 3/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 2/10
Per ora, Evans ha vissuto i suoi grandi momenti di gloria nelle stagioni 2016/2017 e 2017/2018, guadagnandosi la titolarità nel Galles al Sei Nazioni 2018. Dall’inizio della stagione scorsa, tuttavia, l’elettrica e fulminea ala degli Scarlets ha perso credito nella franchigia, anche a causa delle sue debolezze in difesa, e non è riuscito ad avere la stessa continuità. Nel frattempo ha perso anche il treno della nazionale e Gatland, che lo ha schierato in un solo Test estivo, gli ha preferito Hallam Amos nei 31.
10 – Danny Cipriani (Inghilterra)
Quanto poteva essere utile: 9/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 1/10
Eddie Jones ha sempre fatto capire con le sue scelte di non voler puntare su Danny Cipriani, nemmeno come terzo mediano d’apertura dietro Ford e Farrell. Il CT ha convocato il miglior giocatore dell’ultima Premiership per i raduni allargati di luglio, ma a inizio agosto era già certo che Jones non lo avrebbe più considerato per il resto dell’estate. Non si può essere sorpresi dalla sua esclusione insomma, ma all’Inghilterra non avrebbe che potuto far comodo uno con il suo talento.
9 – Kieran Marmion (Irlanda)
Quanto poteva essere utile: 8/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 8/10
È vero che Luke McGrath ha giocato un’ottima stagione con Leinster, ma l’impatto avuto da Kieran Marmion ogni qualvolta ha indossato la maglia verde è stato sempre superiore a quello del suo collega di reparto. Titolare contro gli All Blacks nella vittoria del 2018, Marmion sembrava essere il candidato numero uno per ricoprire il ruolo di vice Murray. Ma Schimidt, che ha deciso di portare solo due, è stato di un altro avviso.
8 – Facundo Isa (Argentina)
Quanto poteva essere utile: 10/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 10/10
Non ci sono grandi dubbi sul fatto che Isa sia il miglior ball carrier argentino in circolazione. Come per Cordero, tuttavia, anche Ledesma ha deciso di mettere in secondo piano chi gioca all’estero per puntare sui giocatori dei Jaguares, nonostante abbiano evidentemente delle potenzialità inferiori al numero 8 del Tolone. È senz’altro una delle esclusioni eccellenti, anche perché la competizione era accesa ma non così di alto livello.
7 – Jordi Murphy (Irlanda)
Quanto poteva essere utile: 5/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 5/10
Rispetto a Rhys Ruddock, con cui Murphy si è presumibilmente giocato il posto in terza linea, il flanker di Ulster aveva giocato con più continuità nel corso degli ultimi anni, ma – come sappiamo – a Schmidt il recente passato non poteva importare più di tanto. In ogni caso, parliamo di due giocatori che di fatto si equivalgono. Al Mondiale però ci andrà Ruddock.
6 – Vaea Fifita (Nuova Zelanda)
Quanto poteva essere utile: 6/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 8/10
Dopo gli scoppiettanti esordi dell’estate 2017, Fifita non ha avuto forse la continuità che ci si aspettava nelle sue prestazioni, ma è comunque rimasto nel giro delle convocazioni di Steve Hansen. Con la rinuncia di Liam Squire, insomma, ci si aspettava che fosse lui il quinto terza linea dietro Cane, Read, Savea e Todd. In Giappone invece andrà Luke Jacobson dei Chiefs, dopo appena 23 minuti in carriera con la maglia tutta nera, preferito a Fifita forse per la sua maggiore efficacia nel gioco sporco.
5 – Devin Toner (Irlanda)
Quanto poteva essere utile: 8/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 10/10
50 partite su 67 durante la gestione Schmidt non sono bastate a Devin Toner, professore della rimessa laterale irlandese, per garantirsi un biglietto mondiale. Al suo posto il CT neozelandese ha preferito chiamare Jean Kleyn, equiparato sudafricano, una scelta che è diventata rapidamente un caso internazionale con le dichiarazioni di Agustin Pichot, vice presidente di World Rugby.
4 – Félix Lambey (Francia)
Quanto poteva essere utile: 9/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 9/10
Il ‘rosso’ si era guadagnato meritatamente la titolarità nel corso del Sei Nazioni, dopo essere emerso come una delle migliori seconde linee del Top 14 con la maglia del Lione. Lambey non è la classica seconda linea da 130kg, ma a differenza dei colleghi di reparto ha delle tendenze nakarawesche che lo rendono un giocatore davvero speciale. Ciò nonostante, Brunel lo ha escluso a causa di una condizione fisica ancora in ritardo rispetto agli altri, più pronti a scendere in campo a detta del CT dei Bleus.
3 – Owen Franks (Nuova Zelanda)
Quanto poteva essere utile: 9/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 10/10
Era difficile negare il calo di rendimento di Franks nell’ultimo Rugby Championship. Nessuno però probabilmente pensava di vederlo addirittura fuori dalla lista dei 31 convocati, anche perché Franks è passato dall’essere titolare all’essere fuori dalla squadra più forte del mondo nel giro di nemmeno tre settimane. Hansen ha preferito giocatori più duttili, mobili e talentuosi palla in mano come Moli e Ta’avao, lasciando sul piatto una notevole dose di esperienza.
2 – Tatafu Polota-Nau (Australia)
Quanto poteva essere utile: 5/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 1/10
Tra i tallonatori non ci sono state sorprese nelle varie convocazioni se consideriamo i nostri parametri, ma l’esclusione di Polota-Nau addirittura dai pre-convocati è stata senza dubbio inaspettata. Cheika fin da subito gli ha preferito Fainga’a, Latu e soprattutto Uelese, ancora una sorta di oggetto misterioso.
1 – Rob Evans (Galles)
Quanto poteva essere utile: 10/10
Quanto ci ha sorpresi l’esclusione: 9/10
L’infortunio alla spalla subito ad aprile è costato carissimo a Evans, che a detta di Gatland non è riuscito a recuperare in tempo la piena condizione fisica per essere convocato. Stiamo parlando però di un pilone sinistro di grande tecnica in mischia e fuori, bravo con il pallone in mano e sulla cui titolarità nel Galles non c’erano dubbi fino allo scorso Sei Nazioni. Il fatto che Gatland lo avesse schierato solo contro l’Irlanda e per meno di un tempo, tuttavia, aveva fatto destare qualche sospetto.
La panchina: 16 Dylan Hartley, 17 Jack McGrath, 18 Samson Lee, 19 Yoann Maestri, 20 Shannon Frizell, 21 Martin Landajo, 22 Ross Byrne, 23 Scott Williams
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