I Bleus sono ancora tutti da registrare: hanno grandi talenti, ma altrettanti problemi da sistemare. Dove potranno arrivare?
Da ormai due lustri la Francia restituisce costantemente un senso di fragilità e incompiutezza quasi paradossali, se pensiamo alle potenzialità del movimento nazionale e alla forza economica del massimo campionato, il Top 14. Dopo la finale della Rugby World Cup 2011, ormai otto anni fa, i Bleus sono entrati in un tunnel di mediocrità e incostanza da cui ancora oggi non riescono a uscire del tutto.
Non a caso non vincono un Sei Nazioni dal 2010 e, da allora, hanno conquistato solo un 2° posto e un 3° posto, rimediando diverse brutte figure come il pareggio contro il Giappone e la sconfitta contro le Fiji (entrambe a Parigi) negli ultimi due anni. La Federazione nel frattempo ha provato anche a cambiare allenatore, affidandosi a Jacques Brunel, che al momento dell’assegnazione dell’incarico era il coach del Bordeaux, squadra di metà classifica in Top 14. I migliori allenatori francesi, d’altro canto, non volevano sporcarsi troppo le mani in un affare così complicato come la gestione della nazionale transalpina.
Alla fine Brunel in estate è stato affiancato da Fabien Galthiè, che tra l’altro lo sostituirà dopo la Rugby World Cup, e Laurent Labit. Uno staff tecnico più allargato e competente era senz’altro una delle necessità per questa squadra, a cui il talento non manca di certo e in alcuni casi è straordinario. Sia Novès sia Brunel inoltre hanno sempre cambiato molto da una partita all’altra per cercare di trovare una quadra generale, fallendo a ripetizione e infilandosi in una spirale di continui cambi poco produttiva.
Con l’ingresso stabile in squadra di alcuni giovani davvero brillanti e il ritorno in auge di alcuni giocatori più esperti, Brunel infine è riuscito finalmente a mettere dei cardini alla sua Francia tra l’ultimo Sei Nazioni e quest’estate pre-mondiale, ma i segnali arrivati dalle sfide contro Scozia e Italia non sono stati tutti così incoraggianti.
La Francia ha confermato di avere qualità raffinate nel gioco al largo, quando riesce a muovere la palla con una batteria di trequarti impressionante a prescindere dai nomi (tanto sono tutti molto forti), e naturalmente in fase di contrattacco. Il pack – dove da tempo mancano delle figure di spicco – è ben assortito e di grande fisicità, ma sembra pagare dazio essenzialmente in termini di talento, astuzia e intelligenza rugbistica rispetto alle altre nazioni europee e australi, mentre la mischia chiusa è sempre stata di ottimo livello.
Parliamo dunque di una squadra ancora con diversi punti deboli, molto indisciplinata e in difficoltà quando deve adeguarsi a dei contesti poco favorevoli. Anche il sistema difensivo non è esente da crepe per esempio, specie quando il triangolo allargato deve coprire il campo nella profondità.
Tra meno di due settimane, in ogni caso, tanti dubbi sulla Francia verranno sciolti, perché ci sarà subito lo scontro diretto – e decisivo – per la qualificazione contro l’Argentina.
Ambizioni e obiettivi
La Francia sembra essere una squadra senza troppe mezze misure: quando gioca bene sa essere coinvolgente ed efficace, come nel recente 32-3 contro la Scozia, ma nelle giornate peggiori sa essere un completo disastro. A volte questa doppia personalità può emergere anche nel corso della stessa partita – emblematica la sconfitta contro il Galles a inizio Sei Nazioni -, per cui è sempre piuttosto difficile leggere e prevedere il futuro di una squadra tanto umorale quanto talentuosa.
I Bleus partiranno con i favori del pronostico contro i Pumas il prossimo 21 settembre, ma la pericolosità dell’Argentina – e della stessa Francia – non può essere sottovalutata. In ogni caso, l’obiettivo minimo è arrivare ai quarti di finale, cosa che non è affatto scontata: ai transalpini non è mai successo finora di restare fuori dalla fase a eliminazione diretta, ma in Giappone il rischio è quantomeno concreto.
Aspirare a qualcosa di più del secondo posto nel girone è piuttosto difficile, vista la presenza dell’Inghilterra, ma una volta ai quarti di finale per i transalpini potrebbero aprirsi anche scenari interessanti. In ogni caso, sarebbe una notevole sorpresa se questa Francia riuscisse ad arrivare tra le prime quattro del mondo.
Il calendario
Detto della sfida contro l’Argentina il prossimo 21 settembre, la Francia avrà poi un lungo riposo prima di scendere nuovamente in campo contro gli Stati Uniti, mercoledì 2 ottobre. A una pausa così lunga, per forza di cose, fa seguito un break molto più corto: ed ecco che i Bleus saranno in campo già il 6 ottobre contro Tonga.
Dopo cinque giorni – e 1167 km di viaggio – infine ci sarà la sfida contro l’Inghilterra il 12 ottobre. In generale, saranno 18 i giorni di completo riposo per gli uomini di Brunel all’interno della fase a gironi: il fatto che le due partite molto ravvicinate siano contro le due squadre più deboli del girone permetterà allo staff tecnico di gestire con più facilità la rosa.
Giocatori da seguire
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Una delle recenti rivelazioni della nazionale francese si chiama Gregory Alldritt, che grazie a un’ottima stagione a La Rochelle ha convinto Brunel a dargli la maglia numero 8 nei due Test Match contro la Scozia. Il 22enne ha risposto con partite di grande energia e sostanza, mettendo in mostra le sue ottime qualità di ball carrier e (forse) vincendo una volta per tutte la concorrenza di Picamoles. In mischia saranno importanti anche le qualità e la solidità di Jefferson Poirot, pietra angolare della mischia e punto fermo per Brunel.
Tra i trequarti, come detto, per il CT c’è l’imbarazzo della scelta: sono tutti da tenere d’occhio, per un motivo o per un altro. A quasi 33 anni, però, è bello sottolineare quanto sia ancora importante per questa squadra un giocatore della classe di Maxime Médard, mentre Damian Penaud potrebbe essere uno degli attaccanti più esaltanti della Rugby World Cup 2019.
La coppia titolare in mediana sarà composta con tutta probabilità da Antoine Dupont e Camille Lopez, che è rientrato in nazionale proprio durante l’estate dopo un grave infortunio che lo ha tenuto ai margini. Lopez è l’apertura più affidabile e completa al momento, anche se forse meno talentuosa di Ntamack, mentre Dupont è davanti a Serin per la sua maggiore imprevedibilità palla in mano.
Scenari migliori e peggiori
La Francia, nel migliore dei casi, batte senza problemi l’Argentina mostrando un gioco brillante e coinvolgente, in cui i trequarti si esaltano come nel Tolosa campione di Francia. Dopo le larghe vittorie contro Tonga e USA, i Bleus provano a prendersi una rivincita contro l’Inghilterra e a riscattare l’umiliazione dell’ultimo Sei Nazioni, ma ci vanno solo vicini.
È comunque secondo posto. Ai quarti di finale riescono nell’impresa di battere Australia o Galles, approdando addirittura in semifinale, dove però i francesi devono fermarsi di fronte alla Nuova Zelanda o al Sudafrica. La sconfitta è onorevole, la squadra ha una spina dorsale ben definita e Fabien Galthiè può lavorare con serenità per il prossimo futuro.
Il disastro potrebbe essere però dietro l’angolo. Sabato 21 settembre l’Argentina mette quasi una pietra tombale sopra le speranze di qualificazione della Francia, battendola all’esordio come già accaduto dodici anni prima nel Mondiale 2007. I media francesi insorgono, mentre Picamoles guida una piccola rivolta nello spogliatoio contro Brunel, con l’obiettivo di delegittimarlo definitivamente.
In un clima sempre più teso, la Francia vince contro Stati Uniti (a fatica) e Tonga, per poi essere sconfitta brutalmente dall’Inghilterra nell’ultima partita, venendo eliminata per la prima volta ai gironi di una Rugby World Cup.
La storia della Francia nella Rugby World Cup
1987: sconfitta in finale
1991: quarti di finale
1995: semifinale, terzo posto
1999: sconfitta in finale
2003: semifinale, quarto posto
2007: semifinale, quarto posto
2011: sconfitta in finale
2015: quarti di finale
Le schede delle squadre della RWC 2019
– Canada
– Uruguay
– Russia
– Tonga
– Samoa
– Georgia
– Namibia
– USA
– Sudafrica
– Nuova Zelanda
– Australia
– Inghilterra
– Fiji
– Galles
– Irlanda
– Scozia
– Argentina
Daniele Pansardi
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