I Pumas al Mondiale hanno una storia recente davvero entusiasmante, ma riusciranno a ripetersi anche in Giappone?
“Va tutto secondo i piani”, ha detto Mario Ledesma qualche giorno fa, parlando del percorso di avvicinamento dell’Argentina alla Rugby World Cup 2019. I Pumas sono riconosciuti per essere degli animali da Mondiale visti i recenti risultati, che li hanno portati due volte in semifinale nelle ultime tre edizioni e a perdere solo dagli All Blacks nei quarti di finale del 2011.
L’Argentina, insomma, va presa come minimo sul serio quando Ledesma dice che “questi giocatori si sono preparati tutto l’anno per diventare campioni del mondo. Dobbiamo sognare in grande e fissare gli obiettivi che ci porteranno lì”. È molto improbabile ovviamente che gli argentini riescano in quest’impresa, ma sottovalutare gli albiceleste sarebbe un errore madornale per Inghilterra e soprattutto Francia, contro cui i Pumas dovrebbero giocarsi la qualificazione ai quarti.
Le aspettative attorno all’Argentina sono dunque piuttosto alte, ma bisogna anche chiedersi quanto siano giustificate. La squadra di Mario Ledesma aveva iniziato in maniera brillante il Rugby Championship, sfiorando un grande risultato contro gli All Blacks, ma contro Australia e Sudafrica ha poi fornito due prestazioni molto scialbe e poco consistenti.
Un periodo senza partite – a eccezione del test contro una squadra australiana – potrebbe aver fatto bene ai Pumas, visto che parliamo sempre di una nazionale che è la diretta espressione dei Jaguares giramondo nel Super Rugby, ma la nazionale argentina ha comunque bisogno di trovare degli argomenti convincenti da presentare al 21 settembre.
L’Argentina è una squadra che soprattutto in mischia chiusa necessita di trovare delle risposte il prima possibile, perché sia Inghilterra sia Francia potrebbero crearle difficoltà insormontabili. Più in generale, invece, i Pumas avrebbero bisogno di alzare il livello del proprio gioco d’attacco e di maggiore organizzazione offensiva, perlomeno rispetto ai Jaguares del Super Rugby.
Al momento, il fiore all’occhiello dei Pumas è la capacità di attaccare da situazioni di turnover, sfruttando le qualità individuali di un reparto arretrato dotato tecnicamente e atleticamente e delle terze linee più mobili come Pablo Matera. Chiaramente è troppo poco, anche perché vorrebbe dire affidarsi molto alle qualità dei singoli (e a questo punto Cordero e Isa sarebbero serviti parecchio). Molti dei miglioramenti argentini passeranno anche dalle prestazioni di Nicolas Sanchez, fin qui totalmente incolore, e dalla capacità dei Pumas di restare concentrati e disciplinati per tutti gli ottanta minuti, cosa che spesso sfugge dalle mani degli albiceleste.
Ambizioni e obiettivi
“Abbiamo discusso del fatto di porci degli obiettivi” ha raccontato Mario Ledesma.
“Secondo le neuroscienze, c’è l’80% in più di possibilità di raggiungere un obiettivo se lo condividiamo prima, lo visualizziamo e ci lavoriamo ogni giorno. Il nostro primo obiettivo è raggiungere i quarti di finale. In una World Cup così aperta, dopo i quarti può succedere qualsiasi cosa e dipenderà, a quel punto, da noi.”
Al di là dell’approccio di Ledesma, le sue parole sono significative: l’Argentina deve subito battagliare contro altre due grandi, Francia e Inghilterra, per riuscire a superare il girone, e non sarà una battaglia facile. Le sfide contro Tonga e Stati Uniti, sebbene dal risultato tendenzialmente scontato, richiederanno comunque di produrre uno sforzo fisico notevole, e lasceranno scorie in una formazione che non gode di una particolare profondità.
Per questo motivo il raggiungimento dei quarti di finale è l’obiettivo principale dei sudamericani, che poi una volta in ballo, sicuramente balleranno. Due semifinali nelle edizioni 2007 e 2015 sono un biglietto da visita importante.
Il calendario
Matera e soci partono subito con il botto: battaglia contro la Francia sabato 21 settembre alle ore 9:00 italiane. Partita subito decisiva, supponendo un’Inghilterra superiore ad entrambe e regina del girone. Si gioca a Tokyo.
Una settimana più tardi arriva Tonga, ad Osaka, quindi ritorno a Tokyo per affrontare l’Inghilterra sabato 5 ottobre. A quel punto i verdetti del girone dovrebbe essere già più o meno tratti, e l’ultima sfida agli Stati Uniti potrebbe essere meno significativa, ma attenzione ai soli tre giorni di riposo: si gioca il 9 settembre a Kumagaya.
Giocatori da seguire
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Il gioco dell’Argentina, come già sottolineato, si basa spesso sulle individualità, e nessuna è più determinante di quella del capitano Pablo Matera. Il terza linea ha vissuto una delle migliori stagioni della sua carriera, e viene spesso utilizzato dai Pumas come arma letale per aprire le difese. La sua capacità di avanzare sempre, la sua accresciuta dinamicità e la maggiore fiducia a livello tecnico ne fanno una sorta di super-giocatore, destinato a caricarsi le fortune dei suoi compagni sulle spalle.
Chi può dargli man forte sono due degli uomini più in vista dello scorso Super Rugby: uno è il seconda linea Guido Petti, cresciuto tantissimi negli ultimi due anni e atleta fenomenale capace di eccellere tanto nel gioco fisico che in quello allargato, grazie a delle doti di corsa davvero impressionanti. L’altro è il folletto Ramiro Moyano, un attaccante con la dinamite sotto ai piedi, capace di eludere le difese grazie ai suoi appoggi elettrici e alle compatte dimensioni fisiche.
Sulla linea dei trequarti, la coppia dei centri sarà formata presumibilmente da Jerónimo de la Fuente e Matías Orlando, titolari anche nei Jaguares: entrambi hanno vissuto una stagione di alto livello nel Super Rugby (soprattutto il secondo), ma per fare la differenza anche al Mondiale servirà quel qualcosa in più anche da loro, che spesso non c’è stato.
Scenari migliori e peggiori
L’Argentina, nel migliore dei casi, si rimette in sesto proprio in procinto di arrivare alla Rugby World Cup, ritornando sul livello espresso dai Jaguares e anzi aumentando i giri del motore. Questo vuol dire che per la Francia di fatto non c’è scampo e i Bleus soccombono con le mete di Matera, Boffelli e Moroni, mentre Sanchez infila tre drop.
Ai quarti di finale, i Pumas trovano l’Australia: nonostante i Wallabies siano arrivati primi nel girone, l’Argentina tiene testa agli avversari per tutta la durata del match e riesce nel finale a spuntarla, conquistando la seconda semifinale consecutiva. I sogni di gloria si infrangono, ma resa la gloria della grande cavalcata.
Ma c’è anche un caso in cui l’Argentina non riesce a presentarsi al Mondiale nel modo migliore possibile. I Pumas non riescono a evolvere dal recente Rugby Championship, faticano a costruire gioco e sono molto indisciplinati. In una brutta partita, la Francia riesce ad avere la meglio nel match decisivo ed estromette l’Argentina dai quarti di finale per la prima volta dal 2003.
La storia dell’Argentina alla Rugby World Cup
1987: fuori ai gironi
1991: fuori ai gironi
1995: fuori ai gironi
1999: quarti di finale
2003: fuori ai gironi
2007: semifinali (3° posto)
2011: quarti di finale
2015: semifinali (4° posto)
Le schede delle squadre della RWC 2019
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