RWC Best XV: il miglior pilone destro è Adam Jones

Spezzata l’egemonia degli All Blacks nel pacchetto di mischia. Mancano solo due ruoli per completare la formazione

Italrugbystats

Adam Jones è stato votato come il miglior pilone destro nella storia della Rugby World Cup. Nei sondaggi di OnRugby e Italrugbystats, il gallese ha battuto in finale il due volte campione del mondo Owen Franks per 477 voti a 335. I migliori highlights della sua carriera con la maglia del Dragone ai Mondiali riguardano senz’altro la cavalcata del 2011, quando Jones fu uno dei trascinatori nel Galles che arrivò per la seconda volta alle semifinali.

È senz’altro stato uno dei piloni più iconici al mondo negli anni Duemila, oltre a rappresentare al meglio l’evoluzione del pilone nel corso degli anni: forte non solo in mischia ordinata, ma anche presente e reattivo in campo aperto.

I risultati dei sondaggi per i piloni destri

Semifinali
Owen Franks v Phil Vickery 515-254
Adam Jones v CJ van der Linde 672-130

Finale
Adam Jones v Owen Franks 477-335

Come funziona il nostro sondaggio

Nel corso delle settimane, per ciascuno dei quindici ruoli proporremo quattro nomi, con due semifinali e una finale per definire ogni volta il vincitore. A deciderlo sarete voi utenti con il vostro voto, che potrete esprimere in due modi sui nostri social: su Facebook, scegliendo la reaction abbinata al giocatore nei post che pubblicheremo, oppure attraverso i sondaggi che inseriremo nelle nostre Stories su Instagram (a proposito: seguiteci anche lì se ancora non lo fate, perché durante la Rugby World Cup condivideremo diversi contenuti “live” dal Giappone che non troverete sul sito).

Al termine di ogni finale, pubblicheremo un articolo sul vincitore e allo stesso tempo lanceremo i nomi scelti per le semifinali dell’altro ruolo da votare.

I nomi verranno selezionati dalla redazione di OnRugby e dai ragazzi di Italrugbystats: terremo conto delle valutazioni tecniche dei giocatori ma anche della loro eredità storica all’interno delle Rugby World Cup di cui sono stati protagonisti.

Il prossimo ruolo: tallonatore

I quattro candidati

Sean Fitzpatrick
Nuova Zelanda
Anno di nascita: 1963
Rugby World Cup giocate: 1987, 1991, 1995

In Nuova Zelanda non sono in molti ad avere la stessa considerazione di Sean Fitzpatrick, superbo tallonatore che prima e all’avvento dell’era professionistica era uno degli All Blacks più talentuosi in assoluto. Era una riserva nel 1987, ma è diventato titolare e le ha giocate tutte fino al trionfo, dovendosi accontentare invece nelle altre due, con i tanti rimpianti del 1995. Ma la sua legacy è stata enorme e indiscutibile.

Mario Ledesma
Argentina
Anno di nascita: 1973
Rugby World Cup giocate: 1999, 2003, 2007, 2011

È stato IL tallonatore degli anni 2000 in Argentina. Ha giocato quattro Rugby World Cup e tutte da titolare: ha costituito uno dei perni della tremenda mischia dei Pumas, ma Ledesma non era solo un ingranaggio di una macchina perfetta, visto che era anche un gran giocatore per le sue doti atletiche e tecniche. Un giocatore moderno, perfettamente al passo con i tempi che erano ormai arrivati.

Keven Mealamu
Nuova Zelanda
Anno di nascita: 1979
Rugby World Cup giocate: 2003, 2007, 2011, 2015

È stato alla testa degli All Blacks per quattro Rugby World Cup. Nelle prime due i dispiaceri sono stati notevoli, ma nella terza il tallonatore si è tolto la soddisfazione più grande alzando la Webb Ellis Cup al cielo. Come ogni All Black che si rispetti, Mealamu in campo aveva grandi qualità in ogni fondamentale: aveva una corsa agile, una tecnica notevole e conoscenza certosina del gioco. L’All Black ideale: non a caso lo è stato per 132 volte.

John Smit
Sudafrica
Anno di nascita: 1978
Rugby World Cup giocate: 2003, 2007, 2011

Il capitano del Sudafrica mondiale del 2007 è stato un gran capitano. Leader naturale, Smit è stato un tallonatore che oltre alle qualità nelle fasi statiche aveva tra le proprie armi la solita grande fisicità da Springbok, conservando comunque un’ottima agilità. Un giocatore potente e duro, che non poteva che essere a capo di una squadra brutale come gli Springboks del 2007.

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