Scozia: ​David Denton è costretto al ritiro dal rugby

L’internazionale lascia l’attività a soli 29 anni a causa di problemi con le concussion

ph. Sebastiano Pessina

Il rugby saluta lo scozzese David Denton, che in data odierna ha deciso di ufficializzare il suo ritiro dall’attività agonistica. Il terza linea è costretto ha lasciare i terreni ovali a seguito di problemi fisici, che non trovano risoluzione.

A 29 anni quindi l’avanti – che ha collezionato 42 caps con la maglia della Nazionale del Cardo – dice basta. A essergli “fatale” è stata una concussion subita l’anno scorso, nel mese di ottobre, quando in una partita con i suoi Leicester Tigers uscì in condizioni difficili dal rettangolo di gioco.

Le parole di Denton
“Dopo l’incidente ho incontrato un neurologo – afferma –  che mi ha detto che giocare a rugby non sarebbe stata una cosa buona per il mio futuro e, non nascondo, di aver provato anche un po’ di sollievo nel saperlo. Era una decisione che covavo dentro di me da quattro, cinque mesi ormai e sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento di farlo sapere a tutti: ho attraversato un po’ tutti gli stati emotivi possibili, e ora mi sento preparato a dirlo”.

“E’ devastante smettere di giocare – prosegue – anche perchè, dopo alcuni anni di infortuni pregressi, ero tornato in ottima forma ed ero convinto di poter giocare il miglior rugby della mia vita. Sono uno sportivo da quando avevo 14 o 15 anni e questo ritiro è arrivato prima di quanto mi aspettassi.
Voglio ringraziare tutti, il rugby scozzese mi ha aiutato in passato e negli ultimi mesi. Ora però spero di iniziare una nuova carriera nel mondo aziendale. Non voglio guardarmi indietro con tristezza, ma voglio andare avanti”.

Il ringraziamento della nazionale scozzese
“Ci dispiace che David non possa più regalarci le sue prestazioni sul campo – dichiara l’head coach della nazionale Gregor Townsend, che al momento è in Giappone per l’imminente inizio della Rugby World Cup 2019 – ma il primo pensiero in questo caso deve essere rivolto alla salute dell’atleta, dell’individuo, della persona. Speravo che una “pausa” dal campo potesse restituirci un giocatore in grado di essere poi disponibile per altre battaglie, ma purtroppo non è andata cosi. Ci mancherà: con il mio staff, posso dire che è stato bello lavorare con lui. Gli auguriamo il meglio”.

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