Il capitano delle Zebre, che tornerà in campo a novembre, ci ha parlato di un “ambiente positivo” e dei giovani impegnati a Parma fin qui
MILANO – Se non fosse stato per il grave infortunio subito al perone lo scorso marzo contro l’Inghilterra, Tommaso Castello probabilmente sarebbe volato in Giappone per vestire la maglia azzurra alla Rugby World Cup 2019. La lunga riabilitazione a cui si sta ancora sottoponendo, tuttavia, non gli ha permesso di poter essere dei giochi e ora l’unico obiettivo del capitano delle Zebre Rugby è rientrare in campo con la maglia multicolor della franchigia ducale. Abbiamo intervistato il centro genovese al Pogue’s Mahone di Milano, dove lunedì è stato presentato il Pro14 2019/2020.
“Sto recuperando. Per il ritorno in campo non credo di potercela fare prima di due mesi – ha detto Castello, 54 presenze in quattro stagioni – Se procederà al meglio, sarò in campo tra la metà e la fine di novembre. Avevo iniziato a fare le cose un po’ più velocemente possibile per andare al Mondiale, però quando si è resa necessaria la seconda operazione ho voluto prenderla con calma, senza fretta”.
A Parma, invece, per Castello “l’ambiente è molto positivo. Lo vedo da esterno, ma spesso da fuori riesci ad avere una visione più oggettiva della situazione e di come stanno le cose. Devo dirti che al di là della vittoria di venerdì (contro il Benetton, ndr) sera ho notato tanta voglia di fare bene, sia individualmente da chi è a Parma solo per qualche mese come i permit player, sia da chi è rimasto fuori dalla selezione per il Mondiale come Licata, Giammarioli, Tuivaiti… Hanno la possibilità di far vedere qualcosa in più. E poi la chiamata in nazionale può essere sempre dietro l’angolo, facendo tutti gli scongiuri possibili. Devono farsi trovare pronti”.
Nel gruppo allargato che ha preparato fin qui la stagione delle Zebre, in cerca di riscatto dopo un 2018/2019 deludente, ci sono tanti elementi giovani provenienti dall’Accademia nazionale, di cui abbiamo chiesto un giudizio a Castello. “Questi ragazzi di 20-21 anni sono già pronti da un certo punto di vista. Sanno come comportarsi in un club professionistico molto più di quanto potevo saperlo io alla loro età. Ci sono stati passi in avanti in questo senso”.
Sul campo, invece, le Zebre rispetto allo scorso anno dovranno necessariamente migliorare in attacco, specie nell’esecuzione e nell’applicazione del game plan. “Il nostro è un gioco piuttosto ambizioso e siamo tutti d’accordo nel portarlo avanti e nel proporlo”.
“Essendo ambizioso e rischioso, bisogna avere la massima cura nei dettagli e nei gesti tecnici, perché più di una volta è capitato che da una possibile buona occasione per noi abbiamo subito una meta – ha continuato Castello – Allo stesso tempo, abbiamo spesso segnato da situazioni impensabili grazie appunto a questa voglia di giocare da tutte le parti del campo. Se riusciremo a essere più precisi, potremo toglierci tante soddisfazioni”.
In merito alla partita giocata contro il Benetton venerdì, invece, da Giovanbattista Venditti è stata sottolineata soprattutto l’ottima difesa delle Zebre, che hanno sempre avuto un sistema piuttosto riconoscibile (ma non sempre efficiente) in fase di non possesso. “Ho notato una buona aggressività e la voglia di non lasciare spazio e tempo all’attacco e di muovere la palla, che è la caratteristica principale per una difesa efficace”.
“La nostra difesa tende a essere aggressiva: a volte finiamo un po’ in fuorigioco, ma fa parte della nostra mentalità. Questo tipo di sistema è un po’ anche l’unico modo per essere competitivi a questo livello, perché se lasci giocare queste squadre senza aggredirle prima o poi una meta la fanno. Prenderli in contro tempo è fondamentale”.
Per l’ultimo tema dell’intervista, abbiamo ripreso una statistica quantomeno curiosa che riguarda le Zebre: senza Carlo Canna, i ducali non vincono una partita dal gennaio 2016. Ora che per alcune settimane il beneventano, sempre molto centrale e totalizzante nel gioco delle Zebre, non potrà esserci perché impegnato alla Rugby World Cup, toccherà alla coppia Brummer-Biondelli farne le veci.
Due giocatori piuttosto diversi fra di loro per capacità di interpretare il ruolo: più ordinato e composto Brummer, più elettrico e imprevedibile Biondelli. “Brummer è un giocatore affermato e con tanta esperienza alle spalle – ha detto Castello – Per Biondelli il discorso è diverso ovviamente, è un giocatore di ottime prospettive e che avrà la possibilità di mettersi in luce. Tu mi hai parlato di questa statistica e speriamo di interrompere al più presto questa striscia”.
– Leggi anche: la profondità delle Zebre Rugby 2019/2020
Daniele Pansardi
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