Il terza linea ha debuttato nel Mondiale con Tonga, a poco più di un anno dall’operazione per rimuovere il tumore
Al minuto 58 di Inghilterra-Tonga, per entrambe la prima partita della Rugby World Cup 2019, Nasi Manu ha realizzato il suo sogno. Il terza linea del Benetton partiva dalla panchina ed è entrato al posto di Vaipulu per giocare gli ultimi 22 minuti di un match dall’esito già scritto (vittoria degli inglesi per 35-3, ma che ha regalato agli appassionati di palla ovale e a Manu l’ennesimo capitolo della più grande storia di questo Mondiale.
Una storia iniziata il 30 agosto 2018, con la scoperta di un tumore all’apparato uro-genitale, a cui ha fatto seguito l’operazione, la convalescenza e dei cicli di chemioterapia, e che si è idealmente conclusa nel migliore dei modi domenica a Sapporo con la maglia della sua nazionale. Il numero 8 era già tornato in campo a fine luglio nella Pacific Nations Cup con Tonga, ma era solo un piccolo passo: per Manu l’obiettivo più importante era la Rugby World Cup, l’apice per ogni giocatore di rugby. Per lui in particolar modo.
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Dopo la partita, Manu ha raccontato le sue sensazioni delle ultime ore prima del ritorno in campo. “L’intera giornata è stata davvero molto difficile per me, per controllare i miei nervi. Non riuscivo a dormire la scorsa notte, ero troppo emozionato. Dicevo a mia moglie di non sapere cosa fare. Ho preparato le mie cose cinque volte”.
Negli ultimi venti minuti di gioco, per Tonga – che ha disputato un match molto battagliero contro un avversario di gran lunga superiore – non c’è stato molto da dire, perché l’Inghilterra ha preso proprio nel finale il controllo della situazione. Lo stesso Manu non ha avuto modo di farsi notare, né in positivo né in negativo. “Dopo cinque minuti le mie gambe faticavano già. Non c’è preparazione che possa servire per questo livello. Non so che piani abbia Toutai (Kefu, l’head coach, ndr) per me nel resto del torneo, ma gli altri ragazzi stanno giocando molto bene”.
“Ho realizzato il mio sogno di giocare in una Rugby World Cup – ha continuato il terza linea classe 1988 – Avrei tante persone da ringraziare, ma non faccio nomi perché potrei dimenticarne qualcuno”.
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