Nonostante la solita prestazione d’orgoglio, gli argentini, per più di un’ora in 14, non riescono a venire a capo di una partita che era già proibitiva fin dall’inizio
TOKYO – Quello andato in scena oggi allo stadio Ajinomoto di Tokyo è stato il terzo confronto tra le due formazioni in una Coppa del Mondo. I precedenti sono stati entrambi vinti di misura dagli inglesi: 24-18 nel 1995 a Durban (Sudafrica) e 13-9 nel 2011 a Dunedin (Nuova Zelanda).
L’avvio di partita è fin da subito entusiasmante con entrambe le squadre che non perdono tempo e provano a portarsi in attacco ad ogni occasione.
Un ottimo cross kick argentino trova in ricezione l’ala Moroni che con una corsa rientrante crea un bel break, poi, impossibilitato a trovare sostegno, tenta un calcetto a seguire, ma la palla viene ben recuperata da Daly, che è però costretto ad annullare in area di meta. Mischia ai 5 per l’Argentina, che dagli sviluppi dell’azione si procura un calcio di punizione che il numero 10 Ben Urdapilleta decide di piazzare per i primi 3 punti del match.
Gli inglesi rispondono subito ed in maniera pesante. Un’ottimo grubber di Daly regala una preziosa touche nei 22 avversari agli inglesi, da cui impostano una devastante maul per poi aprire sul lato chiuso per la facile marcatura da parte di Jonny May. Farrell manca l’appuntamento con i pali e si va sul 5 a 3 per i britannici.
E’ l’Inghilterra a condurre il gioco, ma l’argentina è presente e pronta a ribattere, specialmente in difesa, tuttavia un placcaggio veramente scomposto al 17′ da parte di Tomas Lavanini, che va a centrare in pieno volto Owen Farrell, costa agli argentini un pesantissimo cartellino rosso. L’inghilterra manca l’occasione di allungare con un errore di Farrell dalla piazzola.
Non passa nemmeno un minuto e gli inglesi rischiano grosso con un placcaggio in aria da parte di Manu Tuilagi, ma se la cavano con una semplice punizione, tra i fischi del pubblico argentino che non gradisce la scelta.
È un’Argentina che non si lascia abbattere dal cartellino rosso e come ha spesso fatto in passato butta il cuore oltre l’ostacolo e offre una prestazione tutta grinta e determinazione, ma la foga a volte li punisce facendogli commettere errori di handling che fermano le loro folate offensive.
Al 33′ è l’Inghilterra a rendersi pericolosissima con un paio di sventagliate a largo che la portano a ridosso dei 5 metri argentini, qualche carica dritto per dritto e si aprono gli spazi a largo per la meta di Elliot Daly, ancora una volta non trasformata da Farrell. 10 a 3 per gli inglesi che si portano a distanza di break per la prima volta nella partita.
Il finale di primo tempo vede gli inglesi imbastire un abrasivo attacco a suon di cariche degli avanti nel tentativo di marcare un’importante solco prima dello scadere del primo tempo. A tempo ormai scaduto, e dopo un’azione da 20 fasi, ben Youngs beffa le guardie argentine e va da solo a schiacciare la terza meta inglese, con Farrell che stasera non riesce a prendere la misura ai pali e sbaglia la terza trasformazione su tre.
È un uno-due, quello messo a segno dagli inglesi nel giro di soli 4 minuti, che abbatterebbe il morale della maggior parte delle squadre. Il primo tempo si chiude sul 15 a 3 per gli inglesi e per l’Argentina sembra davvero impossibile ribaltare la situazione.
Il riavvio di match vede il XV della rosa partire subito con l’acceleratore schiacciato, con la volontà di chiudere la questione bonus offensivo il prima possibile, e dopo alcuni cambi di lato in attacco è Ford a trovare la via della meta al 46′. Farrell sembra aver calibrato il suo piede durante l’intervallo e centra i pali per a prima volta nell’incontro. 22 a 3 per gli inglesi.
Dopo la meta del bonus inglese, girandola di cambi per gli argentini che inseriscono forze fresche per provare a dare fastidio fino alla fine ai britannici, anche se il risultato non è più in dubbio.
Al 53′, su un fuorigioco argentino, Farrell trasforma un facile piazzato per il 25 a 3.
Attorno all’ora di gioco il ritmo della partita si abbassa sensibilmente, con gli inglesi che gestiscono il risultato senza eccessivi problemi.
È Matias Moroni a regalare la meta della bandiera all’Argentina al 71′, bucando la difesa inglese in mezzo ai pali. Meta che va a premiare la determinazione dei Pumas, e che Boffelli trasforma per il 25 a 10.
La gioia dura poco però, perchè l’appena entrato Jack Nowell, uno dei migliori finisher di Eddie Jones, rompe un placcaggio al largo ed elude il tentativo di recupero da parte della difesa argentina, involandosi verso la bandierina. Farrell risponde presente e si va sul 32 a 10.
L’Inghilterra rincara ancora la dose ed all’80’ Luke Cowan-Dickie marca un’altra meta da drive, che con la trasformazione finale porta il risultato sul pesante 39 a 10.
In una partita sicuramente molto condizionata dal cartellino rosso, l’Argentina non è mai stata in grado di venire a capo di un’Inghilterra che ha vinto di nuovo senza mostrare molto del suo gioco. I Pumas, dopo due Coppe del Mondo sorprendenti, dicono così addio (presumibilmente) all’edizione 2019 senza passare il turno.
Inghilterra: 15 Elliot Daly, 14 Anthony Watson, 13 Manu Tuilagi, 12 Owen Farrell (c), 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Billy Vunipola, 7 Sam Underhill, 6 Tom Curry, 5 George Kruis, 4 Maro Itoje, 3 Kyle Sinckler, 2 Jamie George, 1 Joe Marler
A disposizione: 16 Luke Cowan-Dickie, 17 Mako Vunipola, 18 Dan Cole, 19 Courtney Lawes, 20 Lewis Ludlam, 21 Willi Heinz, 22 Henry Slade, 23 Jack Nowell
Mete: Jonny May (9′), Elliot Daly (36′), Ben Youngs (40′), George Ford (46′), Jack Nowell (74′), Luke Cowan-Dickie (80′)
Trasformazioni: Owen Farrell (47′, 75′, 81′)
Punizioni: Owen Farrell (53′)
Drop:
Cartellini:
Argentina: 15 Emiliano Boffelli, 14 Matías Moroni, 13 Matias Orlando, 12 Jeronimo de la Fuente, 11 Santiago Carreras, 10 Benjamin Urdapilleta, 9 Tomas Cubelli, 8 Javier Ortega Desio, 7 Marcos Kremer, 6 Pablo Matera (c), 5 Tomas Lavanini, 4 Guido Petti, 3 Juan Figallo, 2 Julian Montoya, 1 Nahuel Tetaz Chaparro
A disposizione: 16 Agustín Creevy, 17 Mayco Vivas, 18 Santiago Medrano, 19 Matias Alemanno, 20 Tomas Lezana, 21 Felipe Ezcurra, 22 Lucas Mensa, 23 Bautista Delguy
Mete: Matias Moroni(71′)
Trasformazioni: Emiliano Boffelli (72′)
Punizioni: Ben Urdapilleta (7′)
Drop:
Cartellini: Tomas Lavanini (cartellino rosso 18′)
Arbitro: Nigel Owens
Roberto Neri
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