Gli avvocati dell’ex estremo Wallabies hanno reso noti alcuni particolari interessanti sulla vicenda legata al licenziamento del loro assistito
Israel Folau si sarebbe offerto di fornire scuse pubbliche per i suoi post anti-gay apparsi sui suoi profili social nella scorsa primavera, oltre ad essersi dichiarato disponibile a farsi controllare i social dalla federazione prima di scrivere un qualsivoglia stato, pur di sistemare la questione che aveva portato il 30enne trequarti ad un “low-level breach of the governing body’s code of conduct” della federazione australiana
Questa è la notizia più interessante emersa dai documenti resi pubblici negli scorsi giorni, in aula, dagli avvocati dell’ex estremo dei Wallabies, nel corso del processo in atto per l”azione legale intrapresa dal trequarti australiano contro la federazione australiana e i Waratahs, franchigia in cui militava, per “licenziamento ingiusto” alla luce delle leggi in vigore, che, a detta sua e del pool di legali che lo sostengono, non consentirebbero di allontanare dal posto di lavoro un individuo per le sue credenze religiose.
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