Dopo giorni in cui si è parlato molto di meteo e poco di rugby, la tempesta è passata: a Yokohama va in scena la battaglia per i quarti di finale
Dopo un giorno di tempesta furibonda, di edifici scricchiolanti sotto la spinta delle raffiche di vento e degli acquazzoni incessanti portati dal tifone Hagibis e conditi anche da un terremoto pomeridiano, Yokohama si è svegliata con un’alba tersa e arancione, dando i primi barlumi di speranza che il tanto atteso, decisivo incontro fra Giappone e Scozia del girone A potesse giocarsi.
Fin dalle prime ore del mattino (giapponese), l’organizzazione ha profuso lo sforzo massimo per far sì che la gara potesse essere giocata, ma ci sono volute le 11:00, quando in Italia era piena notte, per prendere una decisione definitiva, infine positiva.
Hagibis e il suo ingente carico di distruzione possono essere lasciati alle spalle, e lo sport tornare il protagonista del fine settimana. Un weekend che si chiude con l’ultima delle partite della fase a gironi, che così come sperato nei piani originali risulta essere cruciale per il passaggio del turno.
E’ una corsa a tre fra Scozia, Giappone e Irlanda, che a questo punto ha 3 possibili esiti: la Scozia deve vincere senza concedere bonus agli avversari, o concederlo ma segnando il bonus offensivo anch’ella, per poter passare il turno in seconda posizione dietro l’Irlanda (4-0, 5-0, 5-1 gli esiti favorevoli); se la Scozia vince senza bonus, mentre il Giappone ottiene un punto, l’Irlanda si qualifica come prima e i padroni di casa come seconda; in tutti gli altri casi, il Giappone sarà la prima classificata del girone, con l’Irlanda alle spalle e la Scozia eliminata.
Il Giappone arriva in piena fiducia all’evento: dopo un avvio un po’ zoppicante segnato soprattutto dalla grande tensione per il mondiale casalingo, la squadra guidata da Jamie Joseph ha ottenuto una vittoria contro l’Irlanda che ne ha infiammato il morale, e poco importa se contro Samoa la prestazione non è stata perfetta.
La Scozia invece è partita decisamente col piede sbagliato in questo suo cammino mondiale, uscendo con le ossa rotte dal confronto contro l’Irlanda. Ciononostante la squadra di Gregor Townsend si è rimessa in piedi segnando 95 punti a Samoa e Russia ed uscendo da entrambe le partite con uno 0 nella colonna punti subiti. L’ex mediano di apertura scozzese, oggi head coach, non ha fatto prigionieri nel fare le scelte per questo incontro: tra gli avanti dentro la terza linea, composta da Ritchie, Bradbury e Thomson, che ha dato più garanzie durante il torneo e che ha visto la luce per la prima volta solo nella partita contro Samoa; fuori il capitano Stuart McInally per far spazio a Fraser Brown; nella linea arretrata escluso Sean Maitland, acciaccato ma dato per arruolabile, e spazio a un Darcy Graham autore di una buona prova contro la Russia.
Joseph, da par suo, fa buon viso a cattivo gioco godendosi un Kazuki Himeno fra i migliori giocatori del torneo, pur dovendo rinunciare ad Amanaki Mafi, di nuovo infortunato. Chi torna per la prima volta dal primo minuto è Kenki Fukuoka, pronto a essere l’arma in più con la maglia numero 11.
Sarà una partita che si gioca sulla capacità della Scozia di rallentare il tambureggiante ritmo dell’attacco giapponese. Fondamentale in questo il lavoro di Jamie Ritchie e Magnus Bradbury, scelti probabilmente proprio per la loro capacità di guastare la serenità del possesso altrui. E’ la sfida fra le due terze linee, infatti, la chiave di volta della partita, con il trio giapponese formato da Leitch, Labuschagne e Himeno che rappresentano i più affidabili portatori di palla avversari e che gli scozzesi dovranno cercare di arginare in primo luogo per tarpare le ali agli avversari.
La Scozia avrà poi bisogno di un Finn Russell con indosso il vestito delle grandi occasioni, capace di prendere per mano la squadra in fase offensiva e condurla come ha dimostrato di saper fare non più tardi di sette mesi fa, quando annichiliva l’Inghilterra nel secondo tempo di quella oramai celebre sfida del Sei Nazioni.
Con una sostanziale equivalenza, almeno sulla carta, a livello di fasi statiche, l’importanza del lavoro al breakdown sarà massimizzata e potrà spuntarla la squadra che commetterà meno errori dell’avversaria.
Date le caratteristiche dell’incontro e la cornice in cui si va a giocare, la sfida fra Scozia e Giappone sembra poter essere affare da decidere sul filo dei punti: una circostanza che induce a propendere per un pronostico di passaggio del turno a favore dei padroni di casa.
Ai posteri l’ardua sentenza, o meglio agli spettatori che alle 12:45 saranno sintonizzati su Rai Sport Web per seguire in diretta l’incontro che chiude la fase a girone della Rugby World Cup 2019 con l’ultimo, atteso verdetto.
Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Tommy Seymour, 13 Chris Harris, 12 Sam Johnson, 11 Darcy Graham, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw (capt.), 8 Blade Thomson, 7 Jamie Ritchie, 6 Magnus Bradbury, 5 Jonny Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Willem Nel, 2 Fraser Brown 1 Allan Dell
A disposizione: 16 Stuart McInally, 17 Gordon Reid, 18 Zander Fagerson, 19 Scott Cummings, 20 Ryan Wilson, 21 George Horne, 22 Pete Horne, 23 Blair Kinghorn
Giappone: 15 William Tupou, 14 Kotaro Matsushima, 13 Timothy Lafaele, 12 Ryoto Nakamura, 11 Kenki Fukuoka, 10 Yu Tamura, 9 Yutaka Nagare, 8 Kazuki Himeno, 7 Pieter Labuschagne, 6 Michael Leitch (c), 5 James Moore, 4 Luke Thompson, 3 Jiwon Koo, 2 Shota Horie, 1 Keita Inagaki
A disposizione: 16 Atsushi Sakate, 17 Isileli Nakajima, 18 Asaeli Ai Valu, 19 Uwe Helu, 20 Hendrik Tui, 21 Fumiaki Tanaka, 22 Rikiya Matsuda, 23 Ryohei Yamanaka
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