Allenatore e capitano non cercano scuse analizzando i motivi della sconfitta e dell’eliminazione subita
L’altra faccia della medaglia. Se c’è un Giappone che fa la storia approdando ai quarti di finale per la prima nella sua storia ovale, dall’altra parte v’è una Scozia che saluta la Rugby World Cup 2019 nella fase a gironi.
Al termine della partita l’head coach della Nazionale del Cardo Gregor Townsend e il capitano Greig Laidlaw hanno provato a fotografare la partita di Yokohama.
Townsend: “C’è delusione: siamo partiti bene, ma poi – riferendosi al primo tempo – abbiamo avuto pochissimo il possesso del pallone. Questo è sicuramente merito del Giappone, ma anche noi ci abbiamo messo del nostro concedendo due mete soft: una delle quali addirittura quando avevamo l’ovale fra le mani. I giocatori comunque hanno fatto un grande sforzo, a venti minuti dalla fine eravamo sotto di soli sette punti ma nell’ultimo quarto non siamo riusciti ad andare a prenderci la vittoria.
Eravamo qui con grandi aspettative e al termine di un periodo di preparazione intenso: l’obiettivo era quello di superare la pool, ma non ce l’abbiamo fatta. Queste sono esperienze che ti rendono gruppo – continua pensando al futuro – dobbiamo pensare a come migliorare a partire dal prossimo Sei Nazioni.
Cosa penso del Giappone? E’ un gruppo molto coeso. Stanno insieme da tempo e conoscono i loro punti di forza, giocano veloce ed eseguono i loro set molto bene. Per il Sudafrica il quarto di finale sarà molto duro, mi aspetto una partita con le squadre vicine nel punteggio”.
Laidlaw: “Dobbiamo dare credito al Giappone per quello che ha fatto stasera e in generale – ammette il mediano di mischia – per quando sono progrediti dal 2016, anno in cui venimmo qui a misurarci con loro l’ultima volta. Come sempre però l’analisi deve guardare al nostro interno. In una sfida da vincere non si possono concedere 28 punti, con due mete facili: sono troppi.
Se non indosserò più la maglia della Scozia a livello internazionale? Adesso è difficile dirlo, a caldo. Mi prenderò un po’ di tempo, lontano da qui, per rifletterci”.
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