Rugby World Cup 2019: chi ci mancherà della fase a gironi

Ci hanno fatto sognare con quattro grande recite, ma il sipario, sul loro Mondiale, è già calato

ph. Sebastiano Pessina

In ventitré giorni ci sono state trentasette partite di Rugby World Cup 2019, con una media di 1,6 partite al giorno. Per un qualunque appassionato di rugby, le ultime tre settimane sono state paradisiache: un periodo del genere del resto capita solo una volta ogni quattro anni ed è irripetibile. Abbiamo assistito ad alcuni match straordinari, altri sono stati meno sofisticati (diciamola così), ma l’atmosfera di un Mondiale rende anche le partite più brutte ugualmente affascinanti e appassionanti.

Ora il Mondiale assumerà un ritmo regolare, con le partite collocate solo nei weekend come da tradizione, ma la scorpacciata di rugby fatta finora è di fatto un po’ la vera essenza di un torneo iridato. Squadre come Uruguay, Russia, Georgia, Stati Uniti, Canada, Namibia, Tonga e Samoa hanno questa esposizione mediatica solo una volta ogni quattro anni: a rendere irripetibile questo evento è anche la mescolanza di ciascuno stile di gioco e di tutte le culture rugbistiche, oltre che la possibilità di vedere da vicino squadre sconosciute al grande pubblico.

Per ognuna di quelle nazionali, poi, l’occasione di confrontarsi con squadre di molte categorie superiori può accadere anche solo una volta nella vita per quei giocatori. A nessuno verrebbe in mente di provare a vincere o di tenere testa a certi avversari, ma forse non abbiamo nemmeno idea della passione e dell’orgoglio che si provano scendendo in campo per rappresentare il proprio Paese contro All Blacks, Springboks, Wallabies, Irlanda, Inghilterra, Francia o Galles.

(E allo stesso modo, non abbiamo nemmeno idea di cosa possano aver provato Namibia e Canada alla notizia della cancellazione della loro partita, l’unica che una delle due squadre avrebbe potuto vincere in questo Mondiale. Se c’è un sogno a essere stato distrutto, è sicuramente il loro.)

Per questi motivi, tutte queste squadre (a cui aggiungiamo le Fiji) ci mancheranno un po’: ci mancheranno le loro debolezze e le loro inadeguatezze, i parvenu ritrovatisi davanti a sfide di altissimo livello, l’istintività e l’improvvisazione di tante giocate e tutti i giocatori di culto che abbiamo imparato a riconoscere. Ecco di chi sentiremo maggiormente la mancanza.

Michele Cassano
La squadra che mi mancherà di più sarà sicuramente l’Uruguay, che probabilmente è candidata a prendersi il titolo – dietro al Giappone (?) – di squadra rivelazione del torneo, con la storica affermazione sulle Fiji e le belle prove offerte contro Galles e Australia.

Se dovessi dire un giocatore invece penserei all’apertura statunitense AJ MacGinty capace, secondo me, di coniugare un buon gioco alla mano e un discreto gioco al piede, tradottosi anche in ottime percentuali dalla piazzola.

Lorenzo Calamai
Le squadre delle isole del Pacifico sono le spezie sopra il sugoso arrosto del rugby internazionale, e senza di loro il piatto rimane incantevole, ma senza quell’imprevedibile piccantezza data dalla fantasia, dalla particolare fisicità, dal focoso orgoglio messo in campo. Nessuna tra Fiji, Tonga e Samoa è riuscita a qualificarsi alla fase finale del mondiale, lasciando un languido vuoto.

Samoa è stata forse la più anonima dal punto di vista del gioco, ma nell’ardore delle terze linee TJ Ioane e Jack Lam ha mostrato la voglia di onorare la maglia della propria nazionale nonostante mille ostacoli, mentre l’eleganza e la classe di Tim Nanai-Williams ha ricordato il talento sopito della squadra che fra le isolane da qualche anno fa più fatica. Tonga è la meno spettacolare delle tre sorelle del Pacifico, la più ordinata e anche la più concreta: della Ikale Tahi ci rimane negli occhi il talento offensivo di Telusa Veainu, 3 mete in 3 partite, e il placcaggio di Zane Kapeli su Billy Vunipola.

Infine, Fiji. Una squadra costruita per minacciare la serenità di Australia e Galles, che ha dimostrato di poter vincere e perdere davvero contro chiunque: di essere all’altezza di sfidare le migliori squadre del mondo e di mancare ancora di quella applicazione attitudinale necessaria a vincere senza patemi sfide contro avversari di livello inferiore. Alla fine chiudono con una solo vittoria in quattro partite, ma saranno la squadra che ci mancherà di più: l’inarrestabile Tuisova, le botte distribuite da Levani Botia, Semi Radradra che semina il panico, i placcaggi del durissimo seconda linea Tex Cavubati, l’onnipresenza del triatleta Semi Kunatani, il brio di Frank Lomani.

 

Daniele Pansardi
“È una partita di rugby. Una bella sfida con i nostri fratelli samoani, dalla grande Russia alle molto più piccole isole di Samoa. Ai nostri avversari dico grazie per la partita”. Capitan Vasily Artemyev, dopo la sfida piuttosto dura contro Samoa, non ha voluto saperne di fare polemiche per i placcaggi alti degli avversari, ma con il sorriso di chi ha dato tutto in campo si è presentato con un’eleganza unica alla rituale intervista post partita.

I russi si sono rivelati una formazione decisamente migliore di quella vista durante l’estate, sebbene abbiano segnato solo 19 punti (nessuno contro Irlanda e Scozia) e ne abbiano subiti 160, e forse erano contenti solo per il fatto di essere lì a prendersi a botte con altri ragazzi in calzoncini e maglietta. Per certi versi, anche la loro è stata una Rugby World Cup sopra le aspettative.

Ma se la Russia ci ha strappato solo un sorriso, l’Uruguay ci ha letteralmente strappato il cuore. Hanno fatto e sbagliato tanti placcaggi, ma ogni volta che hanno potuto preparare al meglio una partita sono stati immensi per cattiveria agonistica, struttura difensiva e abilità individuale. Non è solo passione, ma anche preparazione adeguata a un grande evento.

Kessler, Leindekar, capitan Gaminara, Civetta, Dotti, Berchesi, Vilaseca, Cat, Arata, Freitas e tutti gli altri. Sono nomi che potrebbero non dirci molto nei prossimi anni, perché i Teros sono stati più grandi della somma del talento individuale, ma che contribuiranno invece a lasciare un segno.

Matteo Viscardi

L’impresa non è arrivata. Fisiologicamente. Ma la prima ora dei Teros contro il Galles è stata una delle gemme di questo Mondiale. La rappresentazione esatta di cosa sia stata questa squadra in Giappone. Non solo orgoglio, fame e garra charrua, caratteristiche individuate dai più, dopo l’impresa contro le Fiji, come peculiari della formazione sudamericana. Dentro la sostanziosa campagna nipponica di Berchesi e compagni, infatti, c’è stato molto di più: un’eccellente organizzazione difensiva, corroborata da sana scaltrezza/malizia sportiva nei momenti chiave dei match, ed offensiva, e uno standard di prestazione fisica decisamente più vicino, rispetto alla scorsa edizione, alle severe esigenze del rugby internazionale.

Arata, Berchesi, Mieres e compagnia ci mancheranno molto, così come Semi Radradra, probabilmente (opinione diffusa sul pianeta Ovalia, ndr) il miglior giocatore del torneo a 360 gradi. Uno di quelli che sa sempre dove, come e quando lasciare il segno, e che segno, su un campo da rugby.

Per essere sempre aggiornato sulle nostre news metti il tuo like alla pagina Facebook di OnRugby e/o iscriviti al nostro canale Telegram.
onrugby.it © riproduzione riservata

Cari Lettori,

OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.

Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.

item-thumbnail

Nigel Owens ha temuto di non andare alla Rugby World Cup 2019

Un'eventualità poi fugata: Owens è stato l'arbitro della semifinale fra All Blacks e Inghilterra

27 Luglio 2020 Rugby Mondiale / Rugby World Cup / RWC 2019
item-thumbnail

Rugby World Cup 2019: tutte le cifre del più grande evento sportivo dell’anno scorso

Una Coppa del Mondo vinta soprattutto fuori dal campo. Impatto eccezionale del turismo

24 Giugno 2020 Rugby Mondiale / Rugby World Cup / RWC 2019
item-thumbnail

OnRugby Relive: Inghilterra v All Blacks, Rugby World Cup 2019 semifinal

Rivivi una delle partite rimaste nella storia della Coppa del Mondo

3 Maggio 2020 Rugby Mondiale / Rugby World Cup / RWC 2019
item-thumbnail

Richie Mo’unga e quei pochi attimi fatali

Il numero 10 è tornato nel dettaglio su un'azione della semifinale mondiale contro l'Inghilterra: un raro spaccato di cosa significa giocare a tale li...

14 Aprile 2020 Rugby Mondiale / Rugby World Cup / RWC 2019
item-thumbnail

Eddie Jones: “La nostra Rugby World Cup stava per impolodere”

Ma poi, svela l'head coach, la psicologa della squadra ha risolto la situazione

8 Aprile 2020 Rugby Mondiale / Rugby World Cup / RWC 2019
item-thumbnail

Rugby World Cup 2019: 5 mete incredibili del Mondiale giapponese

Dalla realizzazione di Kenki Fukuoka a quella di George Bridge: la possibilità di rivivere alcuni momenti iridati

20 Marzo 2020 Rugby Mondiale / Rugby World Cup / RWC 2019