Slow Motion – Speciale RWC: il dominio tecnico delle Fiji

Abbiamo scelto le tre mete più belle della fase a gironi. Questa di Frank Lomani contro la Georgia è sul gradino più basso del podio

fiji rugby world cup 2019

ph. Sebastiano Pessina

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. In questa settimana ci sarà un’edizione speciale di Slow Motion, in cui parleremo delle tre mete più belle della fase a gironi della Rugby World Cup: oggi c’è la terza classificata, domani la seconda e venerdì la prima. Qui invece trovate tutte le altre puntate. Buon divertimento.

Fiji-Georgia era una partita molto attesa nel girone D, perché c’era la percezione che le due squadre fossero più vicine nei propri valori assoluti di quanto non lo siano in realtà. C’era anche il fascino di due nazionali completamente agli antipodi per stile di gioco: chiuso e conservativo quello georgiano, da Harlem Globetrotters del rugby quello figiano. E soprattutto le due squadre si giocavano il terzo posto nel girone e la qualificazione diretta alla prossima Rugby World Cup.

Per l’importanza della partita, probabilmente il primo tempo è stato al di sotto delle aspettative, con tanti errori da una parte e dall’altra e la sensazione che il match non sarebbe mai decollato per davvero. Nel secondo tempo, tuttavia, le cose sono state stravolte direttamente dalle Fiji, che hanno scaraventato la Georgia nella loro centrifuga fatta di corse devastanti, offload spettacolari e giocate di puro istinto punendo tutte le inadeguatezze dei Lelos contro un rugby e degli atleti di questo livello.

I figiani sono riusciti a marcare ben sei mete nella ripresa, dominando ogni aspetto del gioco, anche quelli più impensabili forse in una sfida del genere. La mischia, per esempio, in cui Campese Ma’afu e Manasa Saulo hanno splendidamente tenuto a bada i più quotati dirimpettai georgiani. Proprio da questa fase statica a inizio secondo tempo è nata la meta di Frank Lomani, che ha messo in discesa il match per le Fiji e si è guadagnata il terzo posto nella nostra speciale classifica.

Da quella mischia sul lato destro, le Fiji avevano tutto il campo a propria disposizione, il che faceva già aumentare di parecchio l’indice di pericolosità di questa situazione. Sull’introduzione di Lomani, i due pack di fatto restano immobili e la spinta figiana permette un tallonaggio veloce e sicuro. Il mediano di mischia fa uscire l’ovale e serve Tuisova, che va a puntare dritto sull’apertura Khmaladze.

Come quasi tutti gli esseri umani, Khmaladze non riesce a fermare nell’uno contro uno Tuisova e servono altri due georgiani per mettere a terra l’ala avversaria. La Georgia in qualche modo (illegalmente, in ogni caso) riesce a rallentare parecchio il pallone e non permette alle Fiji di avere continuità, tant’è che il primo punto d’incontro dura più di cinque secondi.

Quando Lomani apre di nuovo per Volavola, il mediano d’apertura – come previsto spesso dal piano di gioco delle Fiji – allarga il più possibile il raggio d’azione, sfruttando anche una difesa georgiana rimasta in attesa. Si va da Murimuriwalu, che punta nell’uno contro il malcapitato Kveseladze: a fine partita l’ala georgiana farà segnare 8 placcaggi sbagliati su 12, ma uno dei quattro completati è proprio questo sull’estremo in maglia bianca.

Indovinate? Non basta. Mentre Kveseladze lo accompagna a terra, Murimuriwalu tira fuori dal cilindro uno strano passaggio rovesciato a due mani, eseguito in maniera perfetta per Semi Radradra. Radradra, con palla in mano e spazio davanti a sé, sarà per sempre uno degli incubi ricorrenti della Georgia.

L’ala rompe con irrisoria facilità il tentativo di placcaggio di Matiashvili e supera sullo slancio anche Gorgadze, ma a quel punto anche lui dovrebbe arrendersi all’intervento deciso che sta per arrivare da Lobzhanidze. Un attimo prima però Radradra ha la reattività per fare un delicato passaggio a una mano all’interno per Frank Lomani, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Lomani, da buon mediano di mischia già oltre la linea del vantaggio per il sostegno, deve solo controllare l’ovale, dare un’ultima accelerazione e schiacciare oltre la linea bianca.

In un momento delicato della partita, dove ogni episodio avrebbe portato a un punto di rottura, le Fiji sono riuscite ugualmente a trovare lo spazio per delle piccole follie, come nel caso del passaggio avventato (ma bellissimo) di Murimuriwalu, e a eseguire gesti tecnici piuttosto complicati sotto enorme pressione. Forse non è la meta più spettacolare di quella partita: ce ne sarà un’altra, di Api Ratuniyarawa, ancora più iconica, ma arriva a match già indirizzato. In questa, invece, c’è tutto: la bellezza, la complessità, l’audacia e la capacità di non scendere mai a compromessi nemmeno più importanti.

La Top 3 delle mete nella fase a gironi della Rugby World Cup 2019

1.
2.
3. Frank Lomani – Fiji v Georgia (45-10)

Daniele Pansardi

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