Il governo mondiale intraprenderà azioni legali contro la SRU dopo le dichiarazioni del CEO Mark Dodson prima di Giappone-Scozia
World Rugby ha deciso di intraprendere un’azione legale nei confronti della Federazione scozzese dopo i commenti fatti dalla SRU (Scottish Rugby Union) prima della sfida decisiva Giappone-Scozia, a rischio a causa del tifone Hagibis fino alla mattina di domenica.
Ad annunciarlo è stato il direttore operativo di World Rugby e capo dell’organizzazione della Rugby World Cup 2019, Alan Gilpin, nel corso di una conferenza stampa tenuta martedì. “Abbiamo riferito a un comitato indipendente le dichiarazioni e i comportamenti della Federazione scozzese. Su tale base ci sembra inopportuno commentare ulteriormente”.
Gilpin fa riferimento alle parole di Mark Dodson, CEO della SRU, in una conferenza stampa di venerdì scorso, quando il rischio che la partita non si giocasse era piuttosto alto. Dodson non aveva escluso delle eventuali azioni legali nel caso il match non si fosse disputato, nel tentativo di mettere pressione su World Rugby affinché l’organizzazione facesse tutto il possibile per lo svolgimento della sfida decisiva.
“Non lasceremo alla Scozia gli effetti collaterali per una decisione presa con eccessiva fretta – aveva detto Dodson – Per questo agiremmo per vie legali. È per dire che abbiamo due opinioni differenti sulla rigidità di questo programma”.
Come ha scritto il Guardian, World Rugby accusa la Scozia di aver screditato il gioco con quelle dichiarazioni. Non è chiaro ancora quale sanzione potrebbe essere subita dalla Federazione, visto che non ci sono precedenti in questo senso.
Nel corso della conferenza, Gilpin è poi tornato anche sulle decisioni di cancellare tre partite della fase a girone del Mondiale (Nuova Zelanda-Italia, Namibia-Canada e Inghilterra-Francia) a causa del tifone, che dopo il suo passaggio ha lasciato quasi 70 morti.
“Ribadiamo la nostra solidarietà alle famiglie colpite dal tifone, ricordando a tutti che prima dell’inizio del torneo siamo stati molto chiari sui piani d’emergenza e sulla possibilità di cancellazione delle partite – ha detto Gilpin – Le regole del torneo dicono che la data di un match programmato per un determinato giorno non può essere spostata. Non è una cosa che abbiamo deciso nel 2019: è sempre stato così”.
“Il tifone, con un impatto diametrale di 1400 km, ha coinvolto tutto il territorio del Giappone lasciando solamente tre sedi di gara agibili. Per noi è stato difficile prendere la decisione di annullare le partite, ma non potevamo implementare i nostri piani d’emergenza per garantire un trattamento consistente ed equo a tutte le squadre. Avremmo dovuto cambiare le regole per garantire equità, ma non potevamo”.
Avevamo dei piani d’emergenza per le tre partite di domenica, ma dipendevano sempre dai danni causati dal tifone – ha continuato Gilpin – Siamo stati coerenti con quanto previsto in questa circostanza. Abbiamo parlato con un certo numero di federazioni (quelle interessate dalle possibili cancellazioni, ndr) e nessuna decisione è stata presa sotto pressione di qualcuno”.
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