I campioni del mondo ritrovano lo spauracchio degli ultimi tre anni, l’Irlanda di Joe Schmdit
Nessuna altra squadra, oltre all’Irlanda è riuscita a battere gli All Blacks in due delle ultime tre occasioni in cui li hanno affrontati. La squadra di Joe Schmidt, oltre ad essere indiscutibilmente stata una delle regine del rugby internazionale negli ultimi tre anni, ha anche dimostrato di avere tutte le carte in regola per battere i tuttineri.
Nonostante non sia passato neanche un anno dalla loro ultima affermazione contro i campioni del mondo, però, i Trifogli sono sembrati appassiti nelle loro ultime uscite. Un Sei Nazioni deludente, un premondiale non perfetto, parzialmente nascosti dietro i dubbi del pubblico: si staranno nascondendo per la World Cup?
Probabilmente la verità è un’altra: l’Irlanda non è più quella squadra fisicamente straripante che ha toccato l’apice a novembre del 2018. D’altronde i pregi e i difetti della squadra di Joe Schmidt sono ben noti, il loro gioco è piuttosto monotono e da sempre è possibile incepparlo battendo il pacchetto degli avanti negli scontri fisici, in maniera continuativa.
Lo stato di forma degli All Blacks è sembrato per contro assai positivo, in particolare nel pacchetto avanzato, dove il vigore di Ardie Savea guiderà lo scontro a tutto campo contro gli otto avanti irlandesi. Ritorna anche un ulteriore valore aggiunto della formazione neozelandese, Brodie Retallick, per controbilanciare uno dei giocatori più continui dell’Irlanda nell’ultimo anno, James Ryan.
La gara starà tutta nella capacità degli irlandesi di rispolverare gli antichi fasti, rimanere disciplinati sia in termini di falli concessi che in quelli di applicazione tecnica, non concedendo errori di cui i neozelandesi potrebbero approfittare, sfruttando le inimitabili capacità di sfruttare le situazioni di gioco rotto.
Obiettivo dell’Irlanda, insomma, è quello di replicare le prestazioni del 2016 e del 2018: sarà per questo che Joe Schmidt si è affidato a una formazione ipercollaudata, lasciando in panchina uno come Jordan Larmour, probabilmente il Trifoglio più rigoglioso della World Cup.
Attenzione però: se la partita rimane a punteggio basso e arriva all’ultimo quarto ancora aperta, la qualità della panchina irlandese potrebbe dare una scossa in più rispetto a quella neozelandese.
Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Sevu Reece, 13 Jack Goodhue, 12 Anton Lienert-Brown, 11 George Bridge, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Ardie Savea, 5 Sam Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Nepo Laulala, 2 Codie Taylor, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Dane Coles, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Angus Ta’avao, 19 Scott Barrett, 20 Matt Todd, 21 TJ Perenara, 22 Sonny Bill Williams, 23 Jordie Barrett
Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Keith Earls, 13 Garry Ringrose, 12 Robbie Henshaw, 11 Jacob Stockdale, 10 Johnny Sexton, 9 Conor Murray, 8 CJ Stander, 7 Josh van der Flier, 6 Peter O’Mahony, 5 James Ryan, 4 Iain Henderson, 3 Tadhg Furlong, 2 Rory Best (c), 1 Cian Healy
A disposizione: 16 Niall Scannell, 17 Dave Kilcoyne, 18 Andrew Porter, 19 Tadhg Beirne, 20 Rhys Ruddock, 21 Luke McGrath, 22 Joey Carbery, 23 Jordan Larmour
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