Il 52enne ha deciso di non ricandidarsi per un nuovo contratto dopo l’eliminazione dei Wallabies dai quarti di finale del Mondiale
Michael Cheika ha annunciato che non sarà più l’allenatore dell’Australia. La decisione è arrivata un giorno dopo la sconfitta nei quarti di finale della Rugby World Cup 2019 contro l’Inghilterra. Classe 1967, Cheika è stato l’head coach dei Wallabies per cinque anni: era entrato in carica nell’ottobre 2014 al posto di McKenzie, trascinando l’Australia alla finale del Mondiale 2015 e alla vittoria del Rugby Championship 2015.
Nell’ultimo quadriennio i Wallabies hanno ottenuto alcune importanti vittorie contro gli All Blacks, ma non sono mai riusciti mai a riconquistare la Bledisloe Cup che in Australia manca dal 2002. Più in generale, dopo il Mondiale 2015 l’Australia non ha mai avuto una grande continuità di risultati e ha perso un numero importante di partite, come dimostrano le statistiche complessive della gestione Cheika: in 68 match, i Wallabies hanno vinto 34 volte, pareggiato 2 e perso 32.
“Non è un segreto il fatto che io non abbia alcun rapporto con il CEO (Raelene Castle, ndr) e con il presidente della Federazione” – ha detto Cheika, annunciando le sue dimissioni. Prima del Mondiale, Cheika aveva detto che avrebbe lasciato l’incarico se non avesse vinto la Coppa. “Sono il tipo di persona che mantiene sempre la parola. Sapevo fin dal fischio finale (di Inghilterra-Australia, ndr), ma volevo solo un po’ di tempo per parlarne con alcune persone e chiarirmi le idee”.
La carriera di Cheika come allenatore era iniziata a fine anni ’90 con il Petrarca, in Italia, prima di tornare in Australia e allenare il Randwick. Successivamente è tornato in Europa come head coach di Leinster (un Pro14 e un Heineken Cup in bacheca) e Stade Francais, per poi prendere il comando dei Waratahs nel 2013, con cui ha vinto un Super Rugby.
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