“Stanno filmando i nostri allenamenti” allarma il coach inglese in conferenza stampa, calandosi nel ruolo di uno dei suoi personaggi preferiti
Certe volte viene da pensare che la stampa sportiva dovrebbe corrispondere a Eddie Jones e a quelli come lui una parte dei propri pur esigui introiti: ad ogni conferenza stampa, state pur certi che Eddie il distrattore manderà a dire qualcosa di eccentrico, magari roboante, seguendo alla fin fine una precisa strategia, quella di essere egli stesso a menare le danze, portare l’incontro sul proprio terreno ed evitare di parlar troppo della realtà dei fatti.
“C’era certamente qualcuno in un appartamento dell’edificio dall’altra parte del campo di allenamento che ci stava filmando, ma avrebbe potuto benissimo essere un appassionato giapponese” ha detto Eddie Jones ai giornalisti, sobillando in realtà l’idea che qualcuno stia spiando gli allenamenti della nazionale inglese in vista della semifinale di sabato contro gli All Blacks.
“Non mi importa alla fine, non ho inviato la sicurezza. Sapevamo sin dall’inizio che qualcuno ci avrebbe ripreso e questo non ha cambiato niente di quello che facciamo.”
Poi, colloquiale come davanti al the delle cinque inzuppando un biscotto al burro: “Abbiamo due uomini che si occupano della sicurezza, quello del principe Harry e un ex guardia del corpo del Primo Ministro. Ragazzi adorabili.”
I giornalisti in sala stampa rimangono vagamente perplessi: ma come, la prende così alla leggera che potrebbe esserci dello spionaggio in corso?
“Beh, adesso ho mandato anch’io qualcuno di là” sghignazza l’head coach inglese, con quel di là volto a significare il ritiro degli All Blacks.
“Non serve più a nulla spiare gli avversari. Io non lo faccio più dal… fatemi dire l’anno corretto… dal 2001. Non ce n’è semplicemente bisogno: puoi vedere gli allenamenti di chiunque su YouTube.”
Il gioco a cui sta giocando Eddie Jones è quello che ama fare spesso: distrarre, e provare a portare della pressione aggiuntiva sugli avversari, oltre a quella già notevole che gravita intorno all’atteso confronto di sabato.
In conferenza stampa, infatti, prima di accusare fondamentalmente i neozelandesi di spionaggio, non aveva fatto altro che usare parole al miele nei confronti della controparte, definendola la più grande squadra nella storia dello sport.
Certo, dall’altra parte, c’è uno che a questi tranelli non abbocca facilmente: “Le battaglie di parole ci sono, hanno effetti reali: certe volte è il caso di dargli importanza, certe altre volte è meglio di no. Eddie deciderà quanto in là si vuole spingere, io ho già deciso come comportarmi” ha dichiarato Steve Hansen.
“E’ un tipo intelligente. Io conosco lui e lui conosce me.”
Sicuramente, con un altro paio di giorni a disposizione per scombinare le carte e impilare un mare di pressione sulle spalle degli All Blacks, Eddie Jones non si risparmierà da altre dichiarazioni di un certo spessore. Intanto, per chiudere la conferenza stampa di martedì si è lanciato in un sondaggio: quanti di voi credono che l’Inghilterra possa passare il turno?
“Beh, non vedo molte mani alzate. La prima reazione è sempre quella più onesta e se non avete alzato la mano subito non ci credete. E infatti non credete nella vittoria. Guardate – interloquisce con il suo pubblico il distrattore – una settimana fa io stavo per essere esonerato, Owen [Farrell] non era capace di calciare e qualcuno ha scritto che si sarebbe versato del sangue sui muri di Twickenham. Oggi siamo in semifinale.”
E sul nuovo imperatore del Giappone: “E’ un cambiamento nella storia, no? E’ un cambiamento nella storia del Giappone, e noi cambieremo la storia della World Cup. E’ una simmetria carina, e io credo ai segni del destino.”
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