Il momento di Niccolò Cannone tra Benetton Rugby, Petrarca e calcio storico fiorentino

Abbiamo parlato con il seconda linea dei Leoni, tra i grandi protagonisti dell’avvio di stagione trevigiano

Niccolò Cannone, talentuoso seconda linea fiorentino, al secondo anno da permit player (gioca anche con il Petrarca in Top12), sta scalando a grande velocità le gerarchie del Benetton Rugby, con il quale è sceso in campo, da protagonista, in tutte le partite dell’annata agonistica 2019/2020.

Voglia di riscatto immediato

Una stagione iniziata con qualche intoppo, che, però, potrebbe essere svoltata già sabato scorso, grazie al successo sui Southern Kings. “Le prime partite non sono andate come ci aspettavamo. Soprattutto con Connacht e Ospreys abbiamo faticato con gli avanti. Motivo per cui, nelle ultime settimane, abbiamo lavorato molto sui dettagli in mischia e sulla maul, sistemando diverse cose. Credo che i primi risultati concreti si siano visti già contro i Southern Kings, dove c’è stata una buona prestazione di tutti gli avanti, riuscendo a portare a casa cinque punti importanti”, spiega Nicolò, già focalizzato con staff e compagni sulla sfida del weekend contro Edimburgo.

“Contro gli scozzesi sarà fondamentale ripeterci su questi standard con i primi otto uomini. Anche perché a questo livello le partite si vincono soprattutto là davanti: se non hai un pacchetto solido, una mischia performante e una buona difesa da maul, vieni messo in grande difficoltà. Oltre all’obiettivo vittoria, fisiologico prima di ogni gara, poi, spero che la squadra possa tornare a dare spettacolo come l’anno scorso: mete belle, un gioco attivo, veloce, dinamico, con tanti offload ben eseguiti, che ha il pregio di far divertire anche il pubblico”, prosegue Cannone, desideroso di regalare gioia trasversale ai tifosi, prima di focalizzarsi sul suo avvio di stagione.

“Analizzando questi mesi in ottica personale, rispetto allo stesso periodo della passata stagione, ho ottenuto un buon minutaggio in queste prime uscite (titolare nelle ultime tre gare, ingresso dalla panchina contro Leinster, ndr). Ma è solo l’inizio. Ora che tornano i nazionali spero di guadagnarmi altro spazio, lavorando ancora più sodo, visto che la presenza degli Azzurri alza ulteriormente il tasso di competitività nella rosa e la difficoltà nell’essere selezionati. Ma questa cosa, per me, rappresenta unicamente uno stimolo in più per fare sempre meglio” spiega il seconda linea toscano classe ’98, che, nel corso della stagione, dovrà gestire, da giocatore di ormai consolidato standard Pro14, anche l’impegno con il Petrarca di coach Andrea Marcato.

Il doppio impegno Pro14/Top12, in termini mentali

“La qualità di un giocatore si vede anche nella capacità di mantenere uno standard prestativo elevato pure quando viene richiamato a livello di Top12. In realtà, poi, partite come quelle contro Calvisano o Rovigo sono estremamente dure, soprattutto per quanto concerne l’intensità fisica. Quindi non puoi attenuare minimamente la tensione.

Cerco di essere il più stabile possibile sotto l’aspetto mentale. Anche perché sono tendenzialmente un ragazzo che prova a svolgere sempre al 100% ogni tipo di attività. Che sia una partita (o un allenamento) di Pro14 o Top12, che sia rugby o altro, non fa differenza. Ovviamente farò di tutto per conquistare più spazio possibile qui a Treviso, ma sono pronto a dare il mio contributo al Petrarca, un club con il quale sono molto legato. Seguo tantissimo i ragazzi: siamo a punteggio pieno dopo due giornate. Abbiamo una squadra giovane, rinnovata rispetto alla scorsa stagione, che cerca di imporre grande ritmo alle partite”, chiarisce Cannone.

Il rapporto con il fratello Lorenzo, a sua volta giocatore di alto livello

In famiglia, Niccolò non è l’unico rugbista di spessore, visto che anche il fratello Lorenzo (tre anni più giovane) è un promettente avanti dell’Accademia Nazionale, con già diversa esperienza nelle giovanili azzurre. Con lui, Cannone ha un bel rapporto, anche sotto il profilo ovale. “Ci facciamo forza a vicenda. Gli do qualche consiglio, sono sempre pronto ad aiutarlo. Tuttavia, senza mettergli pressione, anche perché io non ho avuto un fratello maggiore che mi spingesse a fare questa o quella cosa. Vorrei lasciare anche a Lorenzo la stessa libertà. Spero che possa vivere il percorso di crescita sportiva con la mia serenità. Non nego che sarebbe un sogno, un giorno, vestire assieme la medesima maglia, ad altissimo livello”, continua, orgoglioso della crescita del fratello.

La carica dal calcio storico fiorentino

Da buon fiorentino, il seconda linea è legato al contesto della sua città, dove ogni anno si disputa il torneo di calcio storico fiorentino, un mix di calcio, rugby e lotta, fra i quattro quartieri della città: “Sono cresciuto nel quartiere dell’Isolotto, vicino al campo dei Rossi. Grazie a mio padre, sin da piccolo, sono molto legato alla squadra. Quest’anno siamo campioni: sono contentissimo per il titolo ed orgoglioso per il lavoro svolto dai ragazzi. Questo successo mi ha dato grande carica, anche perché, seppur difficile da spiegare a chi non vive la nostre realtà, per un fiorentino il calcio storico è qualcosa di veramente importante.”

“Diventare un calciante è un’ambizione condivisa da molti. Ovviamente, per ora, non posso farlo per motivi professionali, ma a fine carriera non si sa mai”, conclude, lasciando aperte le porte ad un sogno vero e proprio.

Matteo Viscardi

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